Father Murphy
...And He Told Us To Turn To The Sun 2008 - Rock, Psichedelia, Folk

...And He Told Us To Turn To The Sun

Ad un recente concerto in una chiesa della provincia milanese, l'immenso Bonnie "Prince" Billy chiede al pubblico (in italiano): "Da dove viene la Gloria?". La signora impellicciata sulla scomoda panca accanto a me gli risponde: "Dal cielo!". Bonnie invece, dopo un attimo di pausa, ci spiega: "(La Gloria viene) dalla Musica, e torna alla Musica... dalla Musica, alla Musica".

Questo preambolo tra sacro e profano per introdurvi ad un "concept album sull'eresia", un'opera di una solennità liturgica che glorifica, in un oscuro abside rimbombante d'eco, un folk dall'incedere dogmatico: ma chi conosce bene i Father Murphy sa che tra i pregi del trio trevigiano c'è una inesauribile giocosità senza regole, che si specchia senza troppa convinzione (anzi, forse con cosciente autoironia) nel torbido stagno della psichedelia nord europea. "...And He Told Us To Turn To The Sun" è un album fortemente evocativo, che risuona e si espande nel buio di una cappella sconsacrata grazie alle lunghe pause tra un movimento e l'altro, ma con uno sguardo sempre guidato da quei raggi di luce che, in lontananza, filtrano quasi divinamente dalla bifora medievale (come in un'essenziale opera di James Turrell).

Le litanie raggelanti di "I Sob, No More Rage", i rintocchi sinistri e le fumettosità gregoriane di "Go Sinister", l'invocazione per cero acceso in una notte di neve "Never Forget You Have A Choice", o ancora la voce di Chiara Lee farsi turbine di foglie appassite nel vento autunnale in "Hide Yourself In The Woods", o le conclusive "At That Time I Guess We Misunderstood" e "In Their Graves" con il loro aprirsi/sfarsi tra rumorismi e grumi elettronici sono solo piccoli passi di un viaggio dolorosamente appagante e introspettivo.

"...And He Told Us To Turn To The Sun" non è un'opera semplice da decifrare, ma se tornerete a sfogliare anche solo per un paio di volte questa carta pecudina ornata da finissime miniature, magari in una notte d'inverno, al lume traballante e odoroso di una candela, allora forse non riuscirete più tanto facilmente a liberarvi dal Dubbio latente qui evocato: in vostro soccorso, ancora una volta, potrebbe giungere quella signora chiamata da molti affettuosamente Fede, ehm, no, scusate, volevo dire Gloria... un disco immaginifico, e magnifico.

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