Gli Oshinoko Bunker Orchestra nascono dalle ceneri dei De Glaen, ottima band in pista a cavallo tra 90 e 00. Se vogliamo fare dei nomi per incanalarli in un genere, questi sono di certo Minutemen e Oneida, gruppi fenomenali che hanno in comune con il trio toscano quel suono angolare e spezzato che ha reso grande certo rock indipendente qualche lustro fa. Una massa noise informe, tagliente e densa ma dalle strutture scarne e nervose che genera caos con, però, definite linee guida. Casino veicolato direbbe qualcuno. Ricordano per questo anche i sensazionali e mai troppo celebrati NoMeansNo. Interessanti sono, poi, le aperture vagamente post rock di brani come "The Ass", che, alterando il flusso frammentario dei brani arricchiscono il suono e ampliano gli spazi compositivi. Una soluzione riuscita quella di coniugare i corridoi angusti del noise rock più scheletrico e rumoroso con l'ampiezza da loft dell'etereo e fluttuante post rock. Le scelte di Giulio Favero come produttore e del vinile come formato di uscita sono la lode nella pagella di un album che a livello italiano può sfidare i mostri sacri Uzeda.
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La recensione Obo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-04-16 00:00:00
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Idoli!