Con il precedente lavoro (l'Ep "Tramedannata" pubblicato lo scorso anno), i Pennelli di Veermer, realizzavano una sorta di chiusura della loro prima fase artistica: lo splendido suggello di quattro intensi anni densi di soddisfazioni e riconoscimenti. Esaurito l'eco dei consensi era quindi lecito attendere la band al varco per verificarne la capacità di dare nuova e rinnovata dimostrazione di quel talento speso tra testi visionari ed un sublime crocevia sonoro (fatto di folk, rock e psichedelia). Puntuali all'appuntamento, i PdV si presentano, ora, con un disco di dieci brani con il quale, non solo riescono a rinsaldare quanto fin qui fatto, ma anche a rimpinguare le proprie velleità con inedite espressioni liriche (impegno sociale) e sonore (inserti elettronici e melodici). Tra gli esempi più fulgidi "Tre cadaveri nel cassetto" (suggestivo trait d'union con il passato), "Nel giardino di Belzebù" (brani ipnotizzato dalla bellissima voce di Stefania Aprea), "Autogestione", e quei due inni anti-perbenismo che sono "Manifesto cm 70 x 100" e "Incuboinuncubo"…
Ma per l'appunto questi sono soltanto degli episodi, in realtà tutto il disco è assolutamente sublime denso di talento ed originalità: una raccolta di brani da antologia che merita di essere indicata come una delle prove più significativa del 2008.
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La recensione La primavera dei sordi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-12-12 00:00:00
COMMENTI (11)
Grandi Pennelli. Dovrò comprare il disco.
E' uno di quei dischi che riesco ad ascoltare senza stancarmi mai!Altro che du coglioni!Questa è musica fresca,ricca di contenuti,contaminata al punto giusto e impreziosita dalla maestria di ciascuno dei cinque musicisti della band!E' una musica che ti fa ballare, ridere,pensare.
Io sono di Napoli caro Pluto(Pluto...)e affermo con prontezza e sicurezza che da queste parti non c'è niente di meglio in giro!E forse, tra i gruppi emergenti, non solo da queste parti.
Andate a vederti un loro live e poi forse ne riparliamo.
ho comprato il disco!!!
e' bello. Non è la solita musica. Finalmente!!!!
Bella recensione e
grandi pennelli!!!!!!
li ho visti suonare live e gli altri gruppi noti della scene napoletana (non faccio nomi) non reggevano il confronto.
Già solo per il fatto che questi le mani sugli strumenti sanno dove metterle.
I Pennelli fanno parte di quella serie inutile di musicisti squattrinati napoletani, anzi vesuviani! Mifanno cagare!
ma siete tutti amici e parenti?!?
fanno du coglioni chi è di napoli lo sa bene
sono veramente estasiata questo album è veramente unikoooooooooo:=
:[ grandiiiiiiiiiiii
hanno portato un cambiamento radicale sulla scena napoletana e quando meno te l'aspetti ti rifilano pure testi d' impegno sociale di grande spessore e intelligenza.
bravi bravi
è un album incredibile!!!!
trascende mode e tendenze musicali senza problemi per un suono unico nel suo genere.
L'indie musicale dovrebbe dare più risonanza a quest'album