Freschezza, naturalezza e gioia nel suonare. Sono queste le caratteristiche migliori di un gruppo di ragazzi livornesi che prende il nome da una canzone di John Lennon e decide di mettere radici in Inghilterra succhiando il sound e la filosofia di gruppi come The Strokes o The Hives. I nostrani The Walrus non si fanno mancare nulla: voci distorte, melodie catchy e ritornelli spassosi utili ad accompagnare un bel picnic di metà agosto. Se il genere piace, l'album è sicuramente un bel lavoro. Ha, però, il difetto di perdersi un pochino nella lunga distanza: dopo un inizio scoppiettante non seguono altre composizioni all'altezza delle prime tre tracce e manca qualche pezzo lento, che si distacchi un po' dal beat costantemente sopra i 150 bmp. Orecchiabile, accattivante e ben fatto.
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