Capita raramente di imbattersi in band con nomi perfettamente ricalcanti il proprio progetto artistico. Primo Carnera era un pugile con un fisico da marines, ma con un cuore che proveniva dalla fredda provincia pordenonese. Una dicotomia che lo ha reso leggendario. La stessa dicotomia è presente in "1st Round", primo lavoro di questi tre romagnoli, un album che sembra provenire dal cuore dell'Inghilterra, un luogo dove il rock ha parimenti rispettabilità culturale rispetto a qualunque forma letteraria, un luogo dove spesso l'alchimia musicale è qualcosa di consequenziale, scontato, quasi genetico. I Carnera sono riusciti nel difficile intento di creare un disco completamente esterofilo, ingannevole geograficamente, con reali possibilità di lasciare il segno fuori dai confini nazionali. Roba da NME, direbbe qualcuno.
Le cinque tracce dell'ep sono un dedalo di riferimenti d'oltremanica e d'oltreoceano, dai Coheed and Cambria in "Habit" fino agli Stereophonics in "Hate", contornate da pennellate di Muse ed Incubus. Piccola perla è "Kind", un brano che si sviluppa in quattro minuti di puro talento melodico e compositivo, per poi sublimarsi in grande stile ed impatto.
Resta il dubbio su una sincera lode ad un lavoro che riproduce, perfettamente, strutture compositive estranee alla cultura musicale nostrana. C'è chi ama certi approcci, e chi li detesta. Un'ennesima dicotomia.
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La recensione 1st Round (EP) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-03-10 00:00:00
COMMENTI (1)
Qua dentro c'è veramente un sacco di bella roba, Motorpsycho Alice in chains Jeff buckley e quelli che hai chiamato in causa. Kind dà brividi