Alessio Gastaldello è stato uno dei due fondatori dei Jennifer Gentle, insieme a Marco Fasolo. Risolto amichevolmente il sodalizio nel 2006 per scelte di vita diverse (tanto amichevolmente che ognuno dei due è presenza fissa ai concerti padovani dell'altro e recentemente Fasolo si è esibito negli insoliti panni del batterista in un live dei Mamuthones ad Abano), Gastaldello ha reinventato se stesso: da sempre anima kraut della band padovana (sentitevi "Hessesopoa" su "Valende"), passionaccia per i Can mai nascosta, Gastaldello nel suo nuovo progetto Mamuthones dà sfogo al proprio amore per la psichedelia più fuori di testa che mai abbia visitato il pianeta. E lo fa con l'aiuto determinante di Fabio Orsi, da tempo uno dei nomi più interessanti dell'elettronica italiana. Il risultato, dopo uno scambio di files via mail, è un album decisamente affascinante, almeno per chi, come me, adora gli stessi scenari cosmici della Germania anni 70 (in fin dei conti, la stessa passione ce l'aveva un tal Johnny Rotten: non potrò proprio sbagliarmi del tutto). "The First Born" è un album ammaliante e minaccioso, in cui dominano le tastiere imponenti che furono dei Tangerine Dream di "Atem", i riferimenti ai Popol Vuh di "In den Gärten Pharaos" e al Franco Battiato di "Pollution" e "Fetus" (e i Jennifer Gentle "Gastaldello-era" promossero un bellissimo tributo internazionale al cantautore siciliano, ricordo) così come qualche spruzzatina del Claudio Rocchi più meravigliosamente delirante. In panorami di cieli rosso cupo (di una cupezza tipica degli Amon Düül II, a tratti), solcati da nuvole nere, gli interventi elettronici di Fabio Orsi aprono orizzonti tramite avvistamenti ed epifanie. Ora colonna sonora di un'apocalisse annunciata e di misteriosi riti esoterici (l'inizio di "The Battle", i pipistrelli registrati in una grotta sarda della ghost track), ora descrizione di viaggi paradisiaci, "The First Born" è un album estremamente piacevole, comunicativo, emozionante, fatto per un ascolto meditativo. Fabio Orsi colora di futurismo le passioni retrò di Gastaldello, creando un ibrido decisamente valido: gran disco, grande ritorno, grande collaborazione. Certo, non per tutti.
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La recensione The First Born [w/ Fabio Orsi] di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-01-26 00:00:00
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