Spesso e prezioso. Lirico e intenso. Visionario, nella maniera più concreta che conoscete.
Spesso e prezioso. Lirico e intenso. Visionario, nella maniera più concreta che conoscete. Lo aspettavamo, Black Eyed Dog, da quando ci aveva incantato con il precedente "Love is a dog from hell", da quando ci aveva davvero fatto toccare l'inferno con mano. Ora ci porta dritti in paradiso, e lo fa con quella grazia che hanno ormai in pochi.
Queste, signori, sono canzoni d'amore: anche le precedenti lo erano, ma stavolta c'è uno slancio particolare verso il bello. Uno slancio con pochi fili appesi dietro, che non nascono da mille situazioni pregresse e troppo complicate. C'è ben poco da sistemare, dietro: c'è solo da guardare avanti. Un esempio su tutti, "I got you in". Ricordo bene la prima volta che ti ho visto, e allora I got you in, marry me: in tre minuti e undici secondi all the beautiful girls - and boys - can all go to hell. Senza indecisioni, senza dietrologie: Black Eyed Dog mette a nudo tutto, emozioni pensieri decisioni e anima. Sa che verrà paragonato a Tom Waits, al "suo" Nick Drake, a tanti altri dei cantautori più introspettivi, viscerali, folk: lo sa e non lo nasconde. Sa anche che qualcuno troverà qua e là pezzi di Seattle. Ma gioca a carte scoperte, con l'onestà di chi, comunque vada, porta a casa qualcosa che sente suo fino all'ultima nota.
E allora questo è un disco spesso, dicevamo, perché può permettersi di sporcare la voce fin dove vuole, senza che ci siano spigoli. Visionario, perché anche solo un pezzo come "Honeysuckle Gal" non può non farci visualizzare uno strano personaggio al piano, inquietante e ossessivo, ma che non fa più paura. Poi torna lirico, certo: si sente la brezza del mare, ci si immaginano orme lasciate sulla sabbia; si cantano gli occhi di un angelo e arriva l'armonica.
Un disco morbido, che si muove da solo in maniera organica, srotolando emozioni da ogni lato lo si guardi, e ascolti. Andrebbero sperimentati tutti, questi lati. Perché di ascolti, queste canzoni per Sissy, ne meritano davvero tanti.
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La recensione Rhaianuledada (Songs to Sissy) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-02-09 00:00:00
COMMENTI (9)
ho scoperto salinas con la playlist della ghosts record....FANTASTICO!!!!!!!!!!
Visti al cafè liber a Torino, incantevoli....
A me piace,
la sua voce mi ricorda quella di Pietro de Cristofaro dei Songs for Ulan, ma ragazzi poca originalità!
recensione fantastica. grande sara.
bello, sicuramente non originale ma bello
si, davvero bello.
complimenti
Grande Fabio, compagno di schitarrate in sol aperto, chitarrate in testa e, naturalmente, tricicli in autocombustione.
Che arrangiamenti...
A presto,
Ricky
Il nuovo Tom Waits italiano?
Bel disco davvero!
WOW!
:)