Una maglietta raffigurante un diavoletto rupestre della Val d'Assa fa da corredo all'ennesimo disco del progetto Teatro Satanico. Sempre aggirandosi nella musica industrial come dei bimbi tra le pozzanghere, i membri del progetto mettono assieme una serie di tracce dalle genesi disparate, tutte accomunate da un andamento cadenzato in cui parti vocali si alternano a distorsioni drone, a tratti quasi dub. Che si tratti di campionare un qualche esorcista delirante su Radio Maria, di assemblare i campioni sonori raccolti a Caregon del Diol (una rovina ribattezzata così per la sua forma di sedia) o di contare pezzo pezzo le parti in cui venne divisa la vittima di tal maniaco locale (episodio da segheria che mi ha portato alla mente i Genocide Organ), Teatro Satanico applica le proprie ricette classiche, sfornando loop acidi e distorsioni mai scontate. Un disco che si colloca più pienamente nella tradizione del genere rispetto ad alcune sperimentazioni recenti come "La tempesta" ma che non manca di proporre suoni e manipolazioni che destano l'attenzione dell'ascoltatore.
Consigliato sia a chi già conosce ed apprezza il noise anticlericale del nord-est produttivo, sia a chi vuole farsi un'idea di cosa sia Teatro Satanico.
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La recensione Grey Box di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-01-08 00:00:00
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