C'era attesa attorno ai Serpenti. Per mesi, i banner che promuovevano questo disco hanno infestato portali musicali senza soluzione di continuità. Finalmente, "Sottoterra" scioglie ogni dubbio, confermando sostanzialmente quanto già intuito con brevi ascolti ed anteprime.
Indistinguibili uno dall'altro, i brani sono attraversati da trame sonore uniformi, ripetitive, poggiate su ruvidi bassi. "Sinuoso vortice", scelto come brano d'apertura dell'album ben rappresenta gli ingredienti sopracitati, ma è "Un brivido" a sorprendere: elegante nella produzione, il brano sembra evocare gli "sferragliamenti" da guerriglia urbana di "Out of Control" dei Chemical Brothers. Confrontare per credere. Ben suonato e curato nei particolari, "Sottoterra" risulta talvolta artificioso, costruito e poco sincero, quasi impostato: "Baciami", ad esempio, racconta di capricci sentimentali che sembrano rivolti ad un pubblico di teenager di dancefloor pomeridiani. Le liriche non risultano essere – né credo lo volessero – l'elemento centrale del progetto, ma c'è da dire che, oltre il semplice e doveroso riferimento per le sonorità ai Subsonica, la scelta di una voce femminile rende il progetto patinato e mainstream, rivolgendolo ad un pubblico potenzialmente ampio. Tuttavia, se su disco i Serpenti volano basso, giungendo infine per stancare e risultare ripetitivi, dal vivo sono in grado di liberare quella carica danzereccia tanto agognata: la loro esibizione al MI AMI sarà la prova del nove. Staremo a vedere.
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