Bra Deep O’Missile Ohrwuurm 2009 -

Ohrwuurm precedente precedente

Ci si mette poco a capire il perchè di un'attesa tanto lunga tra questo "Ohrwurm" ed il precedente lavoro - "Piano", del 2003 - dei bradipi. Si, ok, sarà che i veneti hanno fatto il possibile per somigliare in tutto e per tutto a quell'animale cui si sono ispirati per il nome della band, ma un lavoro così curato non si partorisce certo in un attimo. Le sonorità che richiamano i Tool si sono diluite, rendendosi cornice indefinita, lasciando spazio ad un prisma melodico variegato e complesso. L'attenzione per i testi e le melodie disegnate ad arte dalla voce di Andrea Coppo strattonano fortemente il risultato complessivo verso orizzonti piacevoli e, a dire il vero, non troppo esplorati nel nostro panorama musicale. Le venature metal ci sono tutte ma, come nel caso di "Molticolori", qui sembriamo navigare più nelle acque di band come i Lacuna Coil. Non lontane le sonorità più grunge, e se il cantato può rimandare ai Pearl Jam, forse il parallelo più azzeccato toccherebbe farlo con gli Alice In Chains. Drumming mai invasivo ma corposo, chitarre a far la voce grossa e basso a conferire sfumature sempre diverse ad ogni brano. La strumentale "Seta" è una perla acustica nel cuore di un album in cui, proprio a volerle trovare, le cadute di stile sono davvero rare. In realtà i risultati migliori si ottengono con il piede piantato sull'acceleratore, insomma quando i quattro si trasformano in missili implacabili, liberando quella foga dura da tenere a bada.

Può essere anche che un bradipo ci metta un'eternità ad arrivare in cima all'albero che si è scelto come casa, ma un volta lì, scopre di potersi spingere con lo sguardo dove in pochi sono riusciti prima.

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La recensione Ohrwuurm di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-09-14 00:00:00

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