Il sushi. Troneggia in copertina e si fa emblema (al contrario) di tutto il cd. Per poter cucinare il sushi è indispensabile cura, meticolosità, pazienza. Solo se si seguono le regole dei migliori maestri e solo dopo aver ottenuto il brevetto si può presentare il proprio piatto al cliente. Il sushi è perfezione culinaria e, nelle sue forme minimal chic, rappresenta l'esotico d'élite. Costa caro, dura poco, ma è una vera delizia del palato. Ecco, alle dieci canzoni di Claudio Valente manca questo senso di compiuto e di cura. Spunti davvero interessanti come quelli di "Giada ha perso un tacco" si sprecano nei synth. Testi curiosi come "Questo sushi fa schifo", appunto, si perdono tra ritornelli troppo banali e melodie da pop melenso. Eppure c'è una canzone, "Se permetti ti spezzo il cuore", che ti lascia in bocca la gustosa scia del tonno crudo unito all'alga nori.
Questo cd è un piatto di nigiri dal riso poco cotto e la salsa wasabi poco piccante. Voglia di ricercatezza e stile, ma ancora poca tecnica e originalità. C'è bisogno di amalgamare ben bene tutti gli ingredienti...
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