“Giovedì” è il disco di debutto dei Rich Apes, l’espressione della vena creativa che nasce dalle sinapsi di un singolo e si traduce in suono, passando per dita, piedi, mani e labbra di quattro musicisti.
17 tracce che suonano come 17 racconti diversi, storie musicali disconnesse che irrompono come uno schiaffo o attirano con distacco magnetico, muoiono in un dolce silenzio caldo o si risvegliano da un sogno impazzito. Le 9 tracce cantate e le 8 strumentali cullano, trascinano e abbandonano senza ammettere ritornelli, rispecchiando nell’evoluzione l’impulsiva rincorsa al silenzioso suono che si muove sotto forma di idea su binari in costruzione, senza conoscere confini spaziali o musicali.
“Giovedì” è un viaggio fra sonorità e generi che i Rich Apes riescono ad assorbire e mettere in musica, svelando traccia dopo traccia le innumerevoli sfumature che compongono il disco, fino a formare un solido strato di suono mai ascoltato prima, tradotto sul palco con un live carico di potenza, colpi di fioretto e carezze per una pozione di emozioni dal quale si viene ripetutamente sconvolti e trasportati. Nei momenti di lucidità si intuiscono assolute doti tecniche, talento e ispirazione musicale che, come un infuso di fiducia, aumentano la potenza onirica nella quale lasciarsi abbandonare e dalla quale solo le voci, a servizio della musica, hanno la capacità di risvegliare, prima di trasformarsi in dolci soffi e conciliare di nuovo il sogno.
I primi pezzi di “Giovedì” svelano solo le sonorità più comuni del rock, unica etichetta di genere che copre le dimensioni del disco quasi interamente, lasciando però diverse tracce e passaggi di aria dalle quali la sua irregolare superficie respira suoni liberi e invisibili. Fra passaggi accostabili al cantautorato italiano e assoli ispirati dai più grandi chitarristi, il quadro dai 17 lati si colora nella seconda metà con pillole etnico-tribali basate sulla sperimentazione degli strumenti e delle potenzialità ritmico-melodiche di ciascuno di essi, con il comun obiettivo di assecondare le idee e metterle in suono. La sperimentazione delle potenzialità degli strumenti che piano a piano si scopre in tutta la durata di “Giovedì”, passando dal bouzouki al santur persiano, sfocia nell’ultima traccia “Canto sovrano per piccoli pooh” eseguita quasi esclusivamente con lo strumento primordiale, la voce, in tutta la sua complessità.
La sperimentazione dei Rich Apes nasce dalle idee di Jonathan Locatelli, musicista bergamasco che dedica il disco allo zio Claudio Jachetti, bassista e cantante rock blues grazie al quale l’approccio alla musica di Jonathan è sempre stato libero da ogni schema: “Questo è un accordo? - Suona bene? Allora è un accordo” (Jonathan Locatelli/Claudio Jachetti).
Le canzoni sono l’espressione totale della personalità del loro autore: libertà, sensibilità e virtuosismi sono protagonisti nel gioco dell’attrazione indetto fra Jonathan e il suono immaginato, regalando alla parola “strumento” il significato originale. La legge dell’attrazione applicata alla musica, è stata sperimentata per anni con l’autostop, modalità con cui Jonathan, chitarra in spalla, si sposta dalla Valle Imagna a Bergamo e in Italia. Dall’intesa che si può creare in uno sguardo nasce un viaggio, il tutto senza aspettare passivamente, perché la legge dell’attrazione si basa anche sulla volontà di raggiungere la meta, di andarle incontro camminando, ascoltando il ritmo dei passi, creando nuove melodie.
Giovedì
Rich Apes
Descrizione
Credits
A dare sostanza ritmica al disco dei Rich Apes ci sono la batteria e le percussioni di Luca Mazzola, mentre, per dare suono alle divagazioni sonore, “Giovedì” si avvale delle collaborazioni con Matteo Muscas (launeddas e flauti in Mea Culpa, Le pause di Mirco, Looppolo, Ventunmarzo e Danza Bipolare), Stefano Armati (contrabbasso con archetto in Storia d’Amaro) e Jacopo Jabo Moriggi (didjeridu in Le pause di Mirco e Oltre). Insieme a Jonathan Locatelli e Luca Mazzola, i Rich Apes sul palco prendono forma con il chitarrista Marco Pasinetti e il bassista Gabriele Ferreri, formando un quartetto esplosivo e un live che lascia a bocca aperta per originalità ed esecuzione.
Ogni CD è un pezzo unico la cui custodia è realizzata a mano partendo dal tessuto di vecchi jeans.
“Giovedì” è stato registrato in 16 giorni al Tunnel Wood Studio di Marco Ghezzi ad eccezione di Shicao, Via Mozart, Grammelot, Celte notti e Canto sovrano per piccoli pooh, tracce registrate in luoghi con un forte legame personale. Tutti i brani sono stati interamente composti da Jonathan Locatelli.
formazione live:
Jonathan Locatelli: chitarra, voce
Luca Mazzola: batteria e percussioni
Marco Pasinetti: chitarra e voci
Gabriele Ferreri: basso e voci
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