Non ricordo che giorno fosse e dove stessimo andando, ma era notte e faceva freddo.
Io guidavo e un po’ stranamente mi ero messo a parlare. Non che non parli mai, nel senso che me ne sto sempre zitto, ma ti stavo parlando di me, che non mi viene mica così facile.
Per una qualche ragione in quel momento il turbine di pensieri che mi fascia quotidianamente la testa aveva trovato una via d’uscita e ti raccontavo.
Di tutte le paure che abbiamo.
Della consapevolezza di quello che siamo.
Della decisone di essere quello che vogliamo essere e non solo quello che siamo.
Dell’ansia con cui ci svegliamo la mattina e che non ci fa più dormire.
Della verità che arriva a pezzetti e forse non arriverà mai tutta.
Delle belle cose che abbiamo intorno e che dobbiamo saper notare.
Della vita che fa quello che vuole e bisogna imparare a surfarci sopra.
Dell’ego pesante che certi giorni non si riesce a sopportare.
Di tutte le contraddizioni che ci vivono dentro e che dobbiamo imparare ad accettare.
Di tutti i mostri che ci siamo costruiti e che ci spaventano la notte ma pure il giorno.
Della strada per l’amore che è un caso ed è una scelta.
A buttarle fuori tutte queste cose, a spurgarmi la testa, a raccontartele, mi sembrava tutto un pochino più chiaro. Avevo la percezione di poter guardare tutti questi pensieri in faccia e di poter dire ad ognuno: “ti ho visto ad alta voce”.
“Ti ho visto ad alta voce”, primo disco dei Rumor, in uscita il 23 marzo 2018 per Junkfish Records con distribuzione Feyr e promozione di Prom-O-Rama, parte e arriva da questa storia.
La musica che si fa realmente comunicazione, e diventa un modo per potersi raccontare e confidare, parlando di ciò di cui non si riuscirebbe altrimenti.
Un disco variopinto che cerca di rispecchiare una vena poliedrica di scrittura, passando per diverse sfumature sonore e liriche.
Gli strumenti elettrici ed acustici si mischiano all’elettronica e ai sintetizzatori per cercare un equilibrio il più possibile inedito, libero da qualsiasi paragone per necessità e non per supponenza.
I dieci brani contengono testi e musiche originali scritti dai Rumor, frutto di un'attività compositiva intensa, e sono stati arrangiati selezionando e costruendo molto attentamente il timbro e le sonorità degli strumenti utilizzati.
Ti ho visto ad alta voce
RUMOR
Descrizione
Credits
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Elia Anelli: chitarra elettrica e sintetizzatori
Marco Platini: voce, basso elettrico e sintetizzatori
Musiche di RUMOR">RUMOR">RUMOR">RUMOR
Testi di Marco Platini
Arrangiamenti di RUMOR">RUMOR">RUMOR">RUMOR
Produzione di RUMOR">RUMOR">RUMOR">RUMOR con Sergio Quagliarella e Diego Cattaneo
Batteria acustica in Carnival, Ciao ego, Mai Iro e Incendio suonata da Evita Polidoro
Cori in Canzone per E. e Incendio di Evita Polidoro
Corno in Uhuh suonato da Francesco Giorgio
Tromba in Amare suonata da Gendrickson Mena
Voce, chitarra elettrica, batteria acustica e basso elettrico registrati da Diego Cattaneo presso lo studio The House of Groove a Cavaglio d’Agogna (NO)
Batterie elettroniche e sintetizzatori registrati da Elia Anelli presso lo studio Stay Free a Invorio (NO)
Campionamenti batterie acustiche fatti da Sergio Quagliarella presso lo studio In Da Muzic Room a Cavaglio d’Agogna (NO)
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