E’ inverno e fuori, intorno, ci sono guerra e freddo. I Sadside Project si servono della psichedelia del garage/blues d’oltreoceano per dipingere dieci acquerelli. Canzoni, o meglio favole nostalgiche ed ubriache, che odorano di mare sconfinato, pirati, guerre e balene di Herman Melville.
Il brano che ci accompagna all’inizio di questo viaggio è The Same Old Story, il pezzo più immediato del disco, un incedere esplosivo di chitarra e batteria che si scioglie in una psichedelica coda strumentale. Chiudi gli occhi, li riapri, e ti ritrovi all’improvviso immerso nella foresta di My Favourite Colour, dove mandolino e voce salgono in cattedra, la cassa diventa dritta ed il ritornello si lascia cantare in coro, docilmente.
Ballo di fine anno, arrivano gli archi ed entra il piano per 1959 (The Last Prom), un nostalgico inno all’amore anni ’50, alla Nat King Cole.
È tempo di prendere il mare aperto e la ciurma ubriaca sta già festeggiando (quinta traccia è This is Halloween), si canta ancora una volta tutti insieme, in coro, sbronzi e spensierati, in un viaggio al termine della notte.
Arrivati al cuore del disco e nel mezzo di questa traversata dei mari, esplodono le chitarre muff e si torna al crudo rock’n’roll di Edward Teach better know as Blackbeard e Nothing To lose blues.
Molly è il brano che più rappresenta questo lavoro, la forza del duo si incontra con la continua ricerca della melodia. La nostalgia pervade ogni nota, è per qualcuno di vicino che non c’è più e non può tornare.
Mentre all’orizzonte intravediamo la terraferma arriva Sloop John B, cover acustica omaggio estratto dal celebre album “Pet Sounds” dei Beach Boys.
L’ultima canzone è quella che da il titolo all’intero lavoro, Winter Whales War, e rappresenta infatti la degna conclusione di questo viaggio. È qui che la stanchezza suggerisce un momento di riflessione e le poesie di Walt Whitman si stendono su un elegante tappeto intessuto di arpeggi e noise.
Winter Whales War
Sadside Project
Descrizione
Credits
Winter Whales War, registrato allo Studio Nero di Roma da Giancarlo Barbati (Muro del Canto) è una collana composta da tante piccole pietre preziose, grazie alla partecipazione di Roberta Sammarelli dei Verdena, Adriano Viterbini dei Bud Spencer Blues Explosion, Alberto Mariotti e Wassilij Kropotkin dei King of the Opera, e di altri musicisti romani membri di Boxerin Club, Bamboo ed Ancien Régime.
COMMENTI (10)
Riprova che anche in Italia c'è bella musica!
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daje forte
Bravi bravi
Yes! and go like this, very good
I really like
bello davvero
daje
Bell'album, complimenti. Bellissima anche la copertina.
Fortissimi questi! Suonano freschi e vivaci... proprio belli!