Tindouf

Tindouf

Savana Funk

2021 - Jazz, Funk, Afro

Descrizione

“TINDOUF” è il titolo del nuovo album dei Savana Funk.
Un album potente, visionario. Groove e psichedelia si intrecciano in quasi tutte le otto tracce. La band ha scelto di registrare tutto in presa diretta, in uno studio totalmente analogico. La modalità vintage è al contempo estetica e concettuale, l’obiettivo era mettere su disco l’ esplosività che i Savana Funk hanno nei live, altrettanto il privilegiare un suono sincero, autentico, ricavato da strumenti reali e alimentato dall’interplay, sviluppato in centinaia di concerti e moltissime ore in sala prove.

La formazione originale composta da Aldo Betto alla chitarra, Blake C.S. Franchetto al basso e Youssef Ait Bouazza alla batteria, si è allargata, passando dal trio al quartetto, inglobando il tastierista Nicola Peruch, autentico top player italiano. Nicola è presente fin dal primo disco dei Savana Funk, ma in questo lavoro partecipa attivamente a tutte le fasi, dalla scrittura alla produzione.

I brani che compongono l’album sono nati a volte nei soundcheck, altre nelle jam post concerto, quando se ne sono andati quasi tutti dal locale e rimangono solo i baristi, le luci sono basse e le dita calde. Altre volte in sala prove, altre ancora le idee nascono da un membro della band, per poi essere sviluppate insieme. Risalgono prevalentemente al 2019, qualche idea è anche precedente, ma tutto ha preso forma compiuta nell’autunno 2019, quando i Savana Funk si sono ritirati in un agriturismo a Borgo Rosso, nei pressi di Tredozio (FC), ispirati dai colori caldi della stagione, dalla luce diffusa, dall’ambiente silenzioso, rurale. Dopo una settimana ne sono usciti con tutti i brani definiti, rielaborati, e anche un paio di nuove composizioni.

Il celebre trombonista barese Gianluca Petrella, conosciuto al Jova Beach Party, dove i Savana Funk hanno lasciato il segno nelle loro esibizioni, da soli o improvvisando con Jovanotti, davanti a decine di migliaia di persone, è ospite in una traccia del disco.
Max Castlunger, percussionista altoatesino, già presente nel primo lavoro della band, colora con i suoi strumenti molti dei brani, contribuendo in modo decisivo al sound dell’intero album.
Elena Majoni suona il violino nella title track.

Tindouf è una città algerina, che ospita un grande campo profughi, edificata sull’altopiano di Hammada, il Giardino del Diavolo, chiamato così per il clima durissimo, segnato da temperature estreme e tempeste di sabbia.
I Savana Funk sono per vocazione identitaria attenti alle tematiche relative al multiculturalismo e all’immigrazione; già nell’album “Savana Funk” hanno inserito un brano intitolato Calais Blues, altro luogo di passaggio e di frontiera, descrivendo in musica il viaggio, il sogno, il coraggio, la fatica, la pena e quella vena di follia, che albergano nel cuore dell’umanità migrante.
Con questo nuovo lavoro i Savana Funk invitano a non girarsi dall’altra parte, ad avere consapevolezza della portata storica dei flussi migratori, al mantenere al centro l’essere umano, il diritto innato di ricercare un futuro migliore, la capacità di sentire fratello e nostro simile ogni essere umano in ogni parte del mondo.

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