Il disco, composto di otto brani, si apre con la traccia “El Tanque”. La prima “cosa” suonata dai Sex Pizzul in cantina è anche l’opening track: tra un pulsare nevralgico del synth e una batteria vagamente jungle, quest’incedere elefantiaco, ma anche molto spedito, si accosta benissimo alle movenze di tal Santiago Silva, che su YouTube sembrava velocissimo e a Firenze nei sei mesi in cui è apparso si trascinava il pallone fuori da solo. Nel testo è presente qualche “incitamento” da parte dei tifosi.
Segue “Go Foxes!” ispirata dal fatto che l’anno scorso i bookmaker inglesi quotavano il Leicester (le “Blue Foxes” del titolo) 5000 a 1 come vincitori della Premier League: ossia, gli ultimi saranno i primi, ma davvero, questa volta. Una strofa dedicata a ciascuno dei tre principali artefici: il centravanti operaio Jamie Vardy, la
roccia difensiva giamaicana Wes Morgan e l’allenatore eterno secondo, Claudio Ranieri. E non a caso, è il pezzo più pop wave di tutti, americanissimo nel basso e inglesissimo nelle armonie e nelle melodie.
In “The Fearless Vampires FC” il tema portante del calcio si unisce a suggestioni di tipo cinematografico omaggiando la pellicola vampiresca "The Fearless Vampire Killers" di Roman Polanski. È il pezzo più lo-fi di tutti, con una batteria "iperquadrata" registrata con un solo microfono e il resto della composizione armonica e melodica che non può non evocare, anche per similarità di temi, echi "gobliniani" rimasticati in chiave no-wave. La quarta traccia si apre con un crescendo ossessivo e distorto, che sfocia in un ritmo di dance tribale.
Il titolo del brano, “Irina te amo”, trae ispirazione da un episodio che vide protagonista Gabriel Omar Batistuta, storico campione della Fiorentina, che urlò il nome di sua moglie in faccia ad una telecamera, dopo uno storico goal, in risposta a chi aveva messo in giro una sua presunta love story con la Ferilli.
In “Flying Scorpio” lo scorpione del caso è René Higuita, portiere colombiano, personaggio poco raccomandabile e dalla capigliatura indimenticabile che venne alla ribalta per una parata con doppio colpo di tacco volante, denominata "mossa dello scorpione". Sono quei tre secondi che fanno la storia di un uomo. E questa storia i Sex Pizzul se la sono anche inventata, immaginando un’infanzia passata a spacciare, fino a giungere ai mondiali di USA ’94 su un barcone, per poi arrivare a “raggiungere la luna” (cit.) con quel gesto semplicemente epico. Senza vergogna “Flying Scorpio” è il pezzo più marcio, con una declamazione hip hop ignorante e una base strumentale che può prendere dai Birthday Party come dai Goblin.
La successiva “St. Pauli” vuole essere la summa di tutto: l’unica società sportiva che ha sbattuto i fascisti fuori dallo stadio, in cui si canta sempre anche quando si è ultimi in serie B. Fieramente anarchici, i tifosi del St. Pauli sono rievocati in questo brano più composito, assieme alla storia di un immaginario calciatore che
non vede l’ora di scendere in campo in questo meraviglioso tempio del calcio ad Amburgo. Nella prima parte i synth sono più aperti, accompagnati dal ritmo sostenuto della batteria, nella seconda, emerge il basso e la voce distorta si intervalla a synth vorticanti e psichedelici.
“Soccer Brawl” è ispirato a un famoso videogame dei primi anni ‘90: giocatori robot se le danno di santa ragione e vincono le due Coree: da qui, va da sé che è un pezzo contro la nazionale italiana, eliminata nel '66 da quella del Nord (gol di Paak Doo Ik) e nel 2002 dal quella del Sud (gol di Ahn Jung-hwan). E che sia un videogioco, lo si capisce dall’andamento spezzettato e decisamente naif, come se i Kraftwerk volessero sfidare i Daft Punk alla consolle.
La traccia di chiusura è un tributo chiassoso e caciarone alla più celebre sigla calcistica anni '80 e, coerentemente sia al nome che alla fonte d'ispirazione, si apre con dei veri e propri
cori da stadio, gli stessi che si trovavano all'inizio di "Domenica Sprint”. Provata, cotta e mangiata in mezz’ora, viva
viva el goleador, “Stadium” poteva essere l’apertura del disco, ma abbiamo capito che a questi tre ragazzi piace
ribaltare la prospettiva. Già ci immaginiamo sotto il palco come in curva, pronti a esplodere.
Sex Pizzul, play with sport.
Pedate
Sex Pizzul
Descrizione
Credits
Irene Bavecchi – bass, vocals
Francesco D’Elia – synth, guitars, xylohphone, vocals
Simone Vassallo – drums, percussions, vocals
Lyrics and music by Francesco D’Elia except track 8 (music by Oscar Prudente – 1977, Italy, CGD – all rights reserved to Warner Music Italy – Atlantic).
Jacopo Prete: bass overdub on track 4.
Produced by Simone Vassallo and Sex Pizzul
Recorded between 2nd and 5th of June 2016 by Jacopo Prete and Gherardo Monti at 121 Decibel Audio Recording Studio – Antella – Florence, Italy
Studio assistant: Martino Lega.
Mixed by Simone Vassallo at Headbanging Studio – Florence, Italy and by Jacopo Prete e Gherardo Monti at 121 Decibel Audio Recording Studio – Antella – Florence, Italy.
Mastered by Alessandro “Bozen” Maffei.
Cover illustration and artwork by Alberto Becherini (albertobecherini.com)
progetto artistico realizzato con il sostegno del Progetto 100 Band all'interno di Giovanisì - Regione Toscana
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