Rockerilla, Settembre 2012
I mantovani Sinezamia meritano il nostro plauso già solo per lo spirito di dedizione che riversano nelle loro creazioni musicali. Realizzato in proprio, come i dischi che lo hanno preceduto, La fuga metta a segno un debut album che del rock epico-crepuscolare fa la sua ragion d'essere, una "fuga" a briglie sciolte, nell'after-punk di tramonti elettrici e cattedrali di melodie in fiamme, frutto di un blend chimico di retaggi memorabili che arriva come una vampata di vitalità travolgente. Le loro potenzialità non si esauriscono ad un mero criterio di genere, ma vanno cercate nell'anima di una grafia emorragica ed ispirata, iniettata di ritmiche incalzanti e chitarre filo spinato, di pathos lirico ed esplosioni di luce tagliente.
Aldo Chimenti
Rockit, Settembre 2012 rockit.it/recensione/19048/…
I mantovani Sinezamia sono autori di un rock ipnotico e dissonante, avvolto da un’atmosfera cupa che richiama la corrente darkwave anni ’80, riproposta qua in chiave più distorta e violenta, con echi lievi di Diaframma, Artica e primi Litfiba.
E’ tutto scritto nel titolo di questo primo album della band, “La Fuga” intesa come la voglia di misurarsi con qualcosa di nuovo, di testare la propria personalità spingendosi oltre i confini del genere proposto, arricchendolo di nuove derivazioni.
Abbiamo dunque a che fare con una creatura malinconica, dall’animo inquieto e turbato, il cui sfogo incontrollato si manifesta nell’enigmatico post-punk di “Nella distanza”, nell’incalzante incedere di “Ombra”, nei ritornelli orecchiabili della title-track o di “Occhioelettrico”, fino ad arrivare alle fluide variazioni stilistiche della conclusiva “Nebbie di guerra”.
Riff robusti, virtuosismi taglienti, tastiere horror-retrò e una solida sezione ritmica sono gli ingredienti di un disco tuttavia eterogeneo e complesso, che non si assimila facilmente ma si lascia apprezzare in particolar modo per l’appassionato impegno che traspare da ogni traccia.
I Sinezamia sono in dunque dei bravi musicisti, il loro grado di professionalità è notevole per essere questa un’autoproduzione ed il rafforzamento della propria identità non potrà che portargli dei benefici in futuro.
Nicolò Riccomagno
Heavy-metal.it, Settembre 2012 heavy-metal.it/sinezamia-la…
Marco Grazzi (voce), Federico Bonazzoli(chitarra), Marco Beccari(basso) , Stefano Morbini (batteria), Carlo Scaietta(tastiere) : questa è la formazione ufficiale della band mantovana, che ci sta facendo rivivere con i propri lavori, un’ epoca ormai irraggiungibile e lontana, ma che con loro, sembra riapparire dalla nebbia, forse le stessa dalla quale è nato questo gruppo. Quante volte è venuta fuori la rievocazione del passato, quest’anno, nel lavoro di tanti artisti e musicisti? Tante. Questo è il caso dei Sinezamia, che rievocano un goth /dark rock italiano alternato a pezzi hard rock di alta qualità e preparazione.
Il loro primo full length , “la Fuga”, è un album carico di rievocazioni passate, ma altresì, per chi conosce già i loro lavori precedenti, acquista un’impronta molto più “heavy” (Beccari , ex Rude Forfathers e Bonazzoli con la sua chitarra dall’anima sfrenata ed inquieta, a parer mio, hanno dato una buona mano a renderlo tale). Anche la copertina la dice lunga su questo avvicinamento ad un mondo più hard rock : da toni prettamente desaturati , si è passati a quelli infuocati del rosso, il che delinea una voglia di aggressività e potenza e forse, meno decadenza. Tutti i componenti della band portano all’interno della loro scacchiera musicale varie influenze, anche molto discostanti tra loro. I bianchi muovono verso la wave ed il post-punk (Grazzi e Scaietta) , il nero muove verso sonorità hard rock (Beccari, Morbini e Bonazzoli). Parlo di scacchiera perché l’idea che mi da questo album è di una partita fra generi dove non vi è un vincitore : è come se le pedine si alleassero e unissero. L’album è questo : un mix di generi che vanno dalla wave-post punk a parti più hard rock, creando così una pluralità di ascolto per il pubblico, mescolando generi che soddisfino più esigenze.
L’album si compone di 8 track . Premettiamo che Marco, la voce, prende spunto dal buon Vecchio Pelù; le influenze di “17 re” in alcuni pezzi, si sentono parecchio: ad esempio nella parte delle tastiere di “Ombra”, ma come anche nell’arabeggiante e barocca “Venezia”, si sente la matrice Litfibiana. Si nota un cambiamento , un distacco o come dico io una “scia di uscita” dal rock litfibiano in pezzi come “la Fuga”, o come in “Guerra”. Posso azzardare a dire che ci sono venature e richiami ai primi Death SS, non so a me hanno dato quell’idea, forse perché Marco Grazzi, anche se prettamente waver, è influenzato comunque da Chain e Sylvester e questo l’ho captato in “Nebbia di Guerra”, dove magicamente persino la voce di Marco si distacca dall’impronta di “Pelù” e si crea in questo modo un’altra identità, ed anche la parte strumentale, lascia più spazio ad un rock carismatico e carico, molto heavy.
Concentrandoci sulla recensione dell’album in toto, posso dire qualche caratteristica : ammaliante, deciso, a tratti roccioso ed onirico, decadente, con parti assai orecchiabili, ma mai stancanti, anzi direi energiche e camaleontiche : una nuova e nel contempo “retrò” ondata rock tutta nostrana. Hanno tecnica, preparazione, la voce di Marco è sapientemente miscelata alla parte strumentale. Non è consigliato a chi ama solo metallo pesante, ma è consigliato a chi si accosta decisamente ad un hard rock/dark rock e soprattutto per chi è nostalgico di un rock lontano da noi, ma che si ripropone al presente. E’ una band da non sottovalutare, soprattutto per la preparazione dei componenti e per la loro versatilità. Io mi aspetto molte sorprese positive ; se continueranno sulla strada dell’hard rock e decideranno di sfociare in un goth metal alla Paradise Lost o ancora un “horror metal” alla Death SS sarei felice di recensirli ancora in futuro; se proseguiranno per una strada più dark wave, personalmente li ascolterò lo stesso e se diventeranno , perché no, i nuovi Cult italiani, cosa secondo me molto possibile e che auspico, dati il loro impegno e la loro bravura , sono convinta che sapranno abbracciare in quel caso, realmente, una vasta schiera di pubblico e di avere il successo che già da ora realmente meritano. Sono ancora acerbi, ma sono convinta che, maturando, otterranno la loro vera e forte identità musicale. Ecco, in questi casi sono orgogliosa di essere italiana e con ciò credo di avere detto molto.
Metal.it, Settembre 2012 metal.it/album.aspx/18377/1…
“La fuga”, il primo full-length (dopo un paio di Ep e altrettanti singoli) dei mantovaniSinezamia, s’inserisce prepotentemente sulla scia della gloriosa scuola dark-waveitalica di Litfiba, Underground Life, Neon e Diaframma, ma riesce a liberare una forma quantomeno vitale d’oscura energia che gli impedisce di arenarsi nelle sabbie dell’autocompiacimento citazionista.Referenzialità e retorica lasciano, infatti, labili tracce della loro presenza grazie al potere della vocazione e a quello ancor più potente della “canzone”, un’arma formidabile atta a sconfiggere ogni eventuale rischio di cliché e a trasformare la “nostalgia” acritica in un efficace esperimento di “rivitalizzazione” di percorsi sonori decadenti, morbosi, oscuri, elettrici eppure anche sufficientemente affabili, ricordandomi, in parte, rimanendo in Italia, pure l’opera di un gruppo come i Luciferme, alimentato da un’analoga urgenza comunicativa ed espressiva imbevuta di tinte fosche e crepuscolari.L’ottimo Marco Grazzi (un cantante dalle insidiose qualità vocali …) e i suoi valenti accoliti sapranno condurvi in quest’universo torbido e suggestivo, dove il “Ghiaccio nero” riserva brividi di pulsante inquietudine, “La fuga” si realizza con lo slancio di un goth-rock dal tiro istantaneo, superato in tema di persuasione “a presa rapida” solo dalla cupa attrattiva di "Ombra” (non a caso uscito pure come singolo), un pezzo incalzante e ossessivo, figlio legittimo di quei vertici nostrani dell’attitudine vibrante e tenebrosa citati all’inizio della disamina.“Nella distanza” prima avvolge l’astante nel raso (vagamente La Crus-iano) e poi lo scuote con un crescendo di notevole intensità, “Occhio elettrico” esplora con ammiccamento sinfonico l’ardore di un’impronta proto-metallica e tuttavia scosse emozionali ben più dense di queste ultime le stimolano il barocchismo sinistro e malinconico di “Venezia” e il dramma teso e sghembo di “Nebbia di guerra” (nuovamente con un finale “degno” della nostra testata!), in contrasto con “Frammenti”, dove brandelli di “convenzione” e un pizzico di sfocatura prendono il sopravvento, in un brano comunque complessivamente abbastanza gradevole.Con un doveroso plauso al gran lavoro svolto nell’ambito dell’assemblaggio linguistico, metrico e poetico, sempre piuttosto “rischioso” e complicato quando si sceglie il cantato in italiano, si concludono le osservazioni su un disco di valore, che non sembra risentire dei difetti “congeniti” di tante autoproduzioni e che ratifica le qualità di una band che celebra un’epopea indimenticabile e tenta parimenti, in qualche modo, di prenderne le “distanze” … caratterizzare ulteriormente la proposta rappresenta la sfida “artistica”, mentre arrivare ad una sponsorizzazione autorevole sembra la soluzione più “naturale” e legittima, sfruttando anche quella propensione per il genere che il mercato discografico contemporaneo dimostra di non aver ancora esaurito.
7/10, Marco Aimasso
Erbadellastrega, Agosto 2012 erbadellastrega.it/_NewSite…
Dopo anni di pubblicazioni underground, tra e.p., cdr ed altro (tutti recensiti su queste pagine, andate a sbirciare!) i SINEZAMIA finalmente arrivano al debutto discografico su lunga durata, con un cd autoprodotto in maniera professionale dove una volta tanto non dovrò lamentarmi della scarsa resa sonora del master finale o degli scempi causati da un mix inadeguato. La Fuga puù essere inteso come il primo album di una band in transizione, che si sta lasciando poco alla volta alle spalle il retaggio di ore passate a nutrirsi di Wave Italiana (Chi ha detto Pelù e Fiumani?) per cercare invece una strada più personale e meno legata a schemi predefiniti. Il risultato, seppur "transitorio", è come sempre ottimo. La band è affiatata e gli arrangiamenti sono asciutti e diretti, mentre la voce di Marco risulta sempre essere convincente, al punto di rubare spesse volte l'attenzione. Ma una buona voce o un buon riff non salvano un album dall'oblio, ed è qui la forza dei Sinezamia: sono una band che lavora assieme e si sente. Se queste sono le fondamenta posate dopo anni di duro lavoro per gli scavi, qualcosa mi dice che l'edificio che crescerà sarà davvero accogliente, solido e duraturo!
Rockshock, Agosto 2012 rockshock.it/recensione-sin…
I Sinezamia sono una realtà autoprodotta del mantovano. Attivi dal 2004 e con alle spalle due EP, il 2012 è l’anno del loro album di debutto La Fuga.
I precedenti lavori hanno goduto di buon successo, con concerti qua e là in Italia e recensioni positive. I cinque hanno ricevuto particolare attenzione anche dall’estero: i Sinezamia sono stati inseriti nel libro “Music To Die For” di Mick Mercer (noto giornalista inglese appassionato di musica dark).
E’ appunto la musica gotica che dà il suono a questa band; le canzoni sono cantate in italiano e i testi sono il punto di forza dell’album. La loro musica presenta molte (troppe) analogie con la rock-wave dei primi Litfiba (soprattutto lo stile vocale). Un’altra influenza è quella dei Diaframma di Federico Fiumani; in ambito internazionale invece il riferimento è la scena dark inglese, come Sisters Of Mercy (in Ghiaccio Nero), The Cure (in Nella Distanza) e Joy Division.
Il gruppo tocca l’apice nella distorta Venezia, dove le tastiere giocano con un ritmo paranoico e ossessivo, mentre venti sinfonici spirano qua e là nel brano.
Ci troviamo di fronte ad un disco che se fosse uscito negli anni ’80 avrebbe avuto un valore ben maggiore. Le tastiere, gli assoli, testi poetici giocano un ruolo fondamentale nell’equilibrio dell’album La Fuga, ma la sensazione è quasi sempre quella di avere tra le mani qualcosa di già sentito.
MetalHead, Agosto 2012 metalhead.it/?p=8528&utm_so…
Chi mi segue lo sa. Non amo il rock italiano. Non è il mio forte. Fatico a trovarci una musicalità che non sia uno sforzo di far suonare cattivo un qualsiasi breano da festival di san remo. Eppure a volte succede. Ci sono le eccezioni. E questa volta si chiamano Sinezamia. Un rock cupo, ma caldo, con un’occhio al dark, un’altro allo stile dei Litfiba. Malinconici, tetri, abili architetti di atmosfere in bilico tra la malvagità, la dolcezza, il romanticismo, la rabbia. La opener “Ghiaccio Nero” è coinvolgente, bella, ricca, una pezzo che potrebbe valere un singolo. La title track non ha nulla da invidiare al gothic metal di origine scandinava, ed evince l’immensa personalità e coscienza delle proprie capacità di questi mantovani. L’ossessione e le melodie dark di “Nella Distanza” sono avvolgenti, ed il testo è semplicemente stupendo. Idee sonore stupende in “Occhio Elettrico”, mentre “Ombra” trasforma il sound dei Sinezamia in qualcosa di molto più aggressivo, violento, opprimente, con una composizione di tastiera assolutamente meravigliosa. “Venezia” è semplicemente angosciante. Una canzone d’amore oscuro, velato, celato, in un contesto magico, unico. Un pezzo fantastico, con una struttura musicale di assoluto valore. “La Fuga vanta una produzione impeccabile. Un suono perfetto. Melodie innovative, idee fantastiche. Voce bellissima. E un nuovo punto di vista relativamente all’abbinamento della lingua italiana al rock.
(Luca Piotto) Voto: 7/10
Rock/Metal Essence, Luglio 2012 rock-metal-essence.com/2012…
Nascono nel 2004 in quel di Mantova i rocker italiani Sinezamia e, dopo anni di gavetta e pubblicazioni d'esordio quali EP e singoli, giungono ora al duro battesimo del primo full-lenght con il disco La Fuga, pubblicato nel marzo 2012.Un lavoro ricco di personalità, come già dimostra la scelta del cantato totalmente italiano, molto spesso considerata dai più come un auto-badilata sugli zebedei (scusate la franchezza). Non è questo il caso. L'italiano anzi rafforza qui quelle che sono le atmosfere cupe e dark che il rock degli Sinezamia vuole possedere e le emozioni riflessive che vuole trasmettere. Influenzato dai lavori di band affermate del nostro Paese come i Litfiba, tecnicamente il lavoro è molto buono, come pure valida è la produzione. La voce carismatica e spesso recitativa di Marco Gazzi guida le danze, accompagnata dalle belle chitarre di Federico Bonazzoli (da sottolineare alcuni bei assoli) e da un piacevole lavoro ritmico da parte del bassista Marco Beccari e del batterista Stefano Morbini. Bene infine alle tastiere Carlo Enrico Scaietta.
Colpiscono ed entusiasmano canzoni come Ghiaccio Nero, dallo stile quasi hard rock e dal bel cantato, e la title track La Fuga, forte di uno dei migliori ritornelli dell'intero lotto e di un gran lavoro di chitarra. Ho apprezzato molto il testo di Occhio Elettrico e la sua ritmica serrata, mentre eleggerei sicuramente Venezia come brano più personale e originale tra quelli prodotti qui dal quintetto mantovano. Chiudono e piacciono il bel rock italiano di Frammenti e la cupa aggressivta di Nebbia di Guerra, altra canzone dotata di un testo particolarmente ispirato.
IN PAROLE POVERE..
Ascoltando lavori come questo ci ricordiamo (finalmente) che anche il rock italiano ha qualità e un futuro al di là dei soliti grandi nomi (che con la mia solita franchezza vi dico: ci hanno pure un po' rotto i cosiddetti). Basta, basta, basta. Voglio tornare a poter accendere la radio in Italia e sentire musica come questa, sentita, ispirata e scritta non per soldi ma per passione. Non è possibile che la manna debba sempre rimanere nascosta e la merda nelle orecchie di tutti. Eddai!!
Voto 77/100
Gothic World, Luglio 2012
L'avventura artistica della band mantovana dei Sinezamia, capeggiata dal frontman Marco Grazzi, inizia nel maggio del2004, presentando al pubblico italiano interessanti contaminazioni musicali, dove il puro rock nostrano, attraverso oscure tonalità cangianti, assume una pelle completamente nuova, dando voce sonoro-strumentale ai generi dark, new wave e post punk, in un'esplosione di accattivanti sinergie cosmiche. Influenzati da gruppi ormai immortali come Litfiba, Diaframma, Neon, White Lies, Black Sabbath e The Cure, i Sinezamia non hanno certo perso tempo, affinando tecnica e creatività con il promettente avvio della loro carriera intitolato Fronde (2007). L'Ep, caratterizzato da sette tracce decisamente originali, fuse nella perfetta unione tra rock cupo, dark wave e lyrics colme di profondi significati, segna uno dei primi successi di questi cinque ragazzi lombardi, seguito a ruota dall'inserimento del loro nome all'interno del libro "Music for to die" di Mick Mercer, e da un tour promozionale che li tiene impegnati per tutto il 2008.
Il 2009 invece, è l'anno di Sacralità, secondo Ep costituito questa volta da quattro brani sempre tendenti a un rock potente, combinato armoniosamente alle sonorità tetre ed ipnotiche del dark e della new wave. Il lavoro ottiene positivi consensi, contribuendo alla popolarità crescente dei Sinezamia, proiettati felicemente nell'altrettanto ben riuscito singolo dal titoloOmbra (maggio 2011), preludio al loro primo album di inediti, La Fuga, uscito il 9 marzo 2012.
La Fuga, registrato e mixato presso lo Strong Studio di Borgoforte (Mantova), grazie alla collaborazione di Daniele La Spada e Saro Torregiani, consta di otto canzoni che inneggiano alla rinascita del dark-rock di casa nostra, nelle quali è fortemente presente una bravura compositiva senza limite, associata a una padronanza canora meravigliosamente granitica. I pezzi che imprimono maggior carica emozionale da una parte, ed energetica dall'altra, sono sicuramente la title track, esempio di prorompente gothic rock multivitaminico, Nella distanza, traccia di chiara matrice post-punk, arricchita dalle magiche tastiere di Scaietta, Occhio elettrico, pezzo altamente vitale e coinvolgente, con batteria e chitarre infuocate, Ombra, eco dei già citati Litfiba e dello storico giullare rockeggiante Piero Pelù, Venezia, dall'incipit fantasiosamente barocco decadente e Frammenti, brano ben orchestrato sotto ogni ritmico e timbrico aspetto. La Fuga è un ottimo album e i Sinezamia sapranno certamente andare lontano...
Versacrum, Maggio 2012 versacrum.com/vs/2012/05/si…
Dopo i primi due EP accolti quasi unanimemente in modo positivo (a suo tempo già presi in considerazione anche da noi: versacrum.com/vs/2007/06/si… e ancora versacrum.com/vs/2009/06/si…) ecco finalmente il primo album della band mantovana, sempre rigorosamente autoprodotto, che conferma per fortuna le generali aspettative che già il singolo Ombra, uscito circa un anno fa, aveva stimolato. I nostri restano fedeli al loro stile, cioè dark quanto basta ma anche ‘spacciatori’ di robusto rock’n’ roll con i Litfiba come ‘angeli custodi’: i vecchi di “Elettrica danza”, non quelli di “Sole nero”. Si percepisce inoltre tanta voglia di misurarsi con qualcosa di nuovo che sia la prova di una personalità in divenire. Si comincia con “Ghiaccio nero”, che si riallaccia direttamente alla New Wave italiana classica e dove ben presto il frontman Marco Grazzi fa sfoggio di potenza e di un notevole carisma. La title track, uno degli episodi più pregevoli, segna un punto a favore di una sorta di gothic rock molto più moderno: l’atmosfera si riscalda rapidamente. “Nella distanza”, con il suo suggestivo esordio minimale ed un ritmo in crescendo, risente nuovamente dell’ispirazione post-punk grazie soprattutto alle belle tastiere di Scaietta, mentre “Occhio Elettrico” con chitarra e percussioni quasi ‘metallare’, ci regala un momento più ‘energetico’. Vi è poi il già citato “Ombra”, che travolge con un ritmo ancora una volta vicino ai migliori Diaframma e Litfiba, e dove la presenza della chitarra, di nuovo, attira decisamente l’attenzione. “Venezia” è uno dei pezzi più originali: inizio cupo, dal sapore decadente, lascia poi via libera ad una chitarra in gran forma: il suono è corposo e ricco di fantasiose variazioni. “Frammenti”è un brano decisamente ‘rockeggiante’, gradevole all’ascolto ma su una linea più convenzionale, mentre “Nebbie di guerra” ci regala autentiche sonorità goth . Una parola di elogio alla produzione, davvero professionale, e all’appassionato impegno che traspare da ogni nota e che, ne siamo certi, non potrà non dare i suoi frutti
Buio.net, Maggio 2012 buio.net/index.php?option=c… &catid=41:recensioni&Itemid=59
La direzione che il singolo “Ombra” ha tracciato è stata presa, ascoltando il nuovo e primo disco dei Sinezamia si nota decisamente il cambio positivo verso suoni più ruvidi e originali, le atmosfere cedono piacevolmente il fianco al gothic rock di qualità in italiano che in questi ultimi anni tanto mancava alla scena stessa.
Ci sono tanti motivi per apprezzare “la Fuga” e la “Musica” dei Sinezamia: testi originali, composizioni di buon livello, l’uso della lingua italiana che permette di sentire e dare uno schiaffo alla forzata esterofilia dilagante.
Principalmente, che nonostante la “competenza” delle etichette discografiche con un “nome”, i Sinezamia riescano a non arrendersi e mettere tanta energia nelle difficoltà dell’autoproduzione, che a mio parere, sta diventando una piaga artistica sempre più rilevante nel nostro paese per la visibilità culturale di alcuni generi.
Il disco è composto di otto brani di cui è molto difficile data la qualità degli stessi citarne i più rilevanti, personalmente vedo in Venezia la novità vera nella loro produzione mentre i punti più alti si toccano oltre al singolo in La Fuga, Frammenti e Nebbia di Guerra.
La solita speranza è che l’Italia rigetti le varie X e si svegli dando valore/visibilità alla musica di giovani artisti come questi nel frattempo noi non possiamo che consigliarVi e ascoltare con piacere La Fuga
Rosa selvaggia, Maggio 2012 rosaselvaggia.com/recension…
Il gruppo mantovano dopo molti promo, debutta finalmente con un CD ufficiale dichiaratamente e orgogliosamente autoprodotto! E hanno ragione ad esserne fieri perché le labels nel 2012 sono oramai pochissime e rare quelle veramente serie. Trovo che sia giusto che le bands abbiano il coraggio di mettersi in gioco autoproducendosi. "La Fuga" contiene otto tracce come nei vecchi vinili, altri brani in più ne avrebbero snaturato la forza. Il sound dei Sinezemia è Gothic rock con testi in italiano. A tratti le sonorità della band mi ricorda gli Artica, che negli anni 90 erano un gruppo di punta della scena italiana e europea. Nononstante la voce di Marco Grazzi ricordi il Piero Pelù dei tempi d'oro, la musica invece non c'entra nulla con i Litfiba. Un brano come "Occhio elettrico" potrebbe essere considerato il cavallo di battaglia del combo mantovano. Altre tracce che mi sono piaciute sono "Nella distanza" e "Nebbia di Guerra". I Sinezemia sono decisamente cresciuti e con questo album lo dimostrano grazie a un suono molto potente. Se saranno doverosamente supportati dagli addetti ai lavori sapranno darci anche di più.
Darkroom, Aprile 2012 darkroom-magazine.it/ita/10…
I Sinezamia nascono nella provincia mantovana otto anni addietro, e solo lo scorso marzo ha visto la luce questo folgorante debutto autoprodotto sulla lunga distanza. Nonostante neanche una decade, il quintetto ha già segnato diverse tacche nella loro carriera d'inizio. Non solo demo e un paio di EP ("Fronde" del 2007 e "Sacralità" due anni dopo), ma anche tour che hanno toccato in lungo e in largo la penisola, in compagnia di veri e propri protagonisti della scena rock italiana, come i Ministri. Non sono mancati i cambi di line-up e i riassetti in fase compositiva, ma la band si sente audace e sfida la fortuna realizzando da sola questo ermetico full-lenght, breve ma intenso, appassionato, con ancora molti angoli da smussare, ma straordinario in ambito di songwriting ed esecuzione. Un completo booklet dalla grafica efficace va a corredare quello che è un disco di buon sano dark-rock italiano, suonato pomposo, godibile e a tratti anthemico, interpretato a testa alta, privo di rimorsi o ingenuità tanto ricorrenti nella scena indipendente del Bel Paese. La line-up non potrebbe essere meglio affiatata. Il frontman Marco Grazzi stende liriche mature, accompagnate da un assetto sonoro preciso e ben incastrato. La chitarra di Federico Bonazzoli è la spina dorsale del complesso, la quale si fa rincorrere senza fatica dalla funzionale sezione ritmica di Marco Beccari (basso) e Stefano Morbidi (pelli). Ma c'è spazio anche per le melodie taglienti e robuste del tastierista Carlo Enrico Scaietta, che seducono in un brano come "Nella distanza". Se l'opener "GhiaccioNero" vorrebbe sottolineare le ombre della new-wave tipica (Litfiba e Diaframma, per intendersi), il resto dell'album è la dimostrazione che i Sinezamia sono ben oltre. La title-track è una potente live song in grado di abbracciare l'intero pubblico. Se in "Nella Distanza" è il gothic-rock inglese a farla da padrone, "Occhio Elettrico" regala pennate e assoli chitarristici da applausi, tirando per la pelle un certo hard rock/goth-metal che rese famosi i Cult piuttosto che i rimpianti Secret Discovery. Intrecci di sinfonie e isterie post/punk ("Ombra", già singolo nel 2011), una inedita maschera orrorifica ("Venezia") e molto altro. Il sound dei Sinezamia è plastico, si insinua nelle vene e ci si accorge di esserne succubi una volta che l'album gira già da più ore. Difficile trovare nel sottobosco una band migliore oggigiorno, in particolar modo capitanata da un vocalist come Marco Grazzi, serio attore, dall'ugola possente e carismatica. Sembra banale, ma non si può fare a meno di implorare tutti coloro che sognano una nuova grande realtà italiana di far proprio questo gioiellino. È un punto importante per la rinascita del dark-rock italico, in grado tra l'altro di spiccare anche a livello radiofonico, eclissando qualche gruppetto dal talento immeritato sempre presente nell'altezzosa casa dei media. Nessun ripensamento: i Sinezamia sono l'inizio dell'alternativa, e vanno spalleggiati. Bravissimi!
Voto: 8/10
Darkitalia, Aprile 2012 darkitalia.it/component/mus…
Li avevamo lasciati nel 2009 con il loro primo Ep ufficiale Fronde. Ora li ritroviamo che confezionano il loro primo full lenght, dimostrando una certa maturità grazie ad un’opera colma di fluidi avvicendamenti stilistico-creativi. La fugadunque risulta essere un segno indelebile della loro presenza nel goth indipendente e la loro musica si infila nella sempiterna fucina della darkwave nostalgica, tutta italiana, quella che un tempo faceva danzare le anime in pena nei numerosissimi club sparsi per il suolo del belpaese .
Lasciando stare le derivazioni , i nostri ce la mettono tutta per cercare di esprimere un sound proprio, si nota sin dai primi battiti che il platter scava nel passato, cancella gli scenari futuribili e si proietta a spada tratta nella nostalgia degli ottanta ripercorrendo in parte le cupe atmosfere vissute nel limbo dei Litfiba e degli Artica.
I Sinezamia suonano la loro musica con disinvoltura , senza curarsi minimamente del tempo che passa, eludendo la loro forma-canzone, costruendo complesse alchimie ritmiche sorrette da una tenue cupezza che non lascia scampo alla luce.Ghiaccio Nero e la Title track assumono sembianze di specchi spezzati da riflessi al neon. L’ottima produzione - va sottolineato che La fuga è un album autoprodotto - dona una massiccia longevità al lavoro , soprattutto negli scuri inserti di chitarra dosati con metallica cura.
In Nella Distanza il sound viscerale e criptico dona un feedback fragoroso ai mantovani, là dove le varie sonorità post-punk/shoegaze si mescolano a notevoli varianti darkwave. La deviata orecchiabilità di Occhioelettrico singulta di pathos e giace immobile nell’incedere incalzante di Ombra , primo singolo del dischetto in questione. L’incontrollabile sfogo collettivo dei Sinezamia in quest’ultima diviene trasfigurazione di improvvisazioni distorte e sfaldate. Riff poderosi ingoiano le invocazioni vocali , ora malinconiche ora più inquiete soggiogate dai fluidi cambi d’atmosfera.
Di fronte alla decadente Venezia vengono in mente le sibilline chitarre orientali di Istambul ma anche le epiche atmosfere dei Moda in la Voce o degli Underground Life nella loro splendida India. Da notare che qui non si sta parlando di una transizione dei Sinezamia verso forme espressive scontate e già dette, ma si parla di sensazioni vere, forti, dalle ricercate tinte wave .
In Frammenti è evidente l’impellenza dello sforzo compiuto dalla band nella traduzione della propria impronta caratteristica verso qualcosa di diverso, ma ancora non del tutto definito. L’album si chiude con il vorticoso caleidoscopio di Nebbie di Guerra dalla quale emergono numerosi elementi creativi e mutazioni stilistiche che cadono nell’oblio grazie soprattutto a frenetiche chitarre e percussioni ancestrali.
Per concludere posso dire di aver apprezzato molto l’opera prima di questi ragazzi. La fuga appare come un ibrido cofanetto contenente variegati tipi di emozioni musicali, ora nostalgiche, ora malinconiche, ora liquide, ora roventi. Tra le loro note trasfigurano immagini cupe e ricordi sfocati che confermano senza ombra di dubbio la loro vocazione teologica nel ricercare o rielaborare quanto di meglio offerto dalla darkwave italiana e non. La loro ricerca non si sofferma però nel rielaborare, ma si estende attraverso un certosino e peculiare lavoro nel donare un'anima propria al loro embrione musicale. Ricerca che mi risulta compiuta grazie anche ad una raffinata cura dei dettagli e del songwriting, rigorosamente in italiano, denso ed emozionale, che ci appare spesso fuori dal tempo ma che si tiene ben distante dal cadere nel burrone dell’anacronismo.
Voto 7/10
Ascension magazine, Aprile 2012 (fanzine cartacea)
Mantova, di mattino, di pomeriggio, di sera o di notte, non so perché (visto soprattutto che non ci sono mai stato) ma mi da l’idea di un mortorio di capoluogo di provincia simile a
Vercelli che invece, purtroppo, conosco
piuttosto bene. Mi immagino i tanti escamotage
per sopravvivere alla sua routine borghese,
perbenista e perbenista e mortalmente noiosa, tra i quali, non per ultimi, proprio la musica…
E allora ecco i Sinezamia che, nascosti per anni tra le fitte nebbie che divorano la loro città, prendono, colpiscono e scappano nel buon nome della rockwave made in Italy. Il loro modus operandi è estremamente istintivo, noncurante degli effetti collaterali che può avere sui suoi ascoltatori, sordo verso i temi che le nuove patinate mode musicali vorrebbero. I Litfiba, soprattutto quelli degli
anni ottanta, quelli delimitati da “Desaparecido” e “Litfiba 3”, sono un punto di riferimento importante per la gang capitanata da Marco, una influenza che si
palesa in diverse dinamiche della loro musica senza infastidire. Otto canzoni, otto dichiarazioni di passione per un rock and roll sanguinosamente sfiancante
dove, tra i vari ingredienti vincenti della musica proposta, troviamo melodie memorabili, un cantato epico e una combustione di suoni dalle controindicazioni esplosive.
Se nel 2012 c’è qualcuno che cerca ancora una via italiana al “combat-rock”
questi sono i Sinezamia. E a chi (al diavolo!) li vorrebbe una cover band della ditta “Pelù-Renzulli-Aiazzi-Maroccolo” domando solo questo: “ma perché gliEditors non si considerano una moderna cover band dei Joy Division e continuano a fregarci?”
COMMENTI (1)
Rockerilla, Settembre 2012
I mantovani Sinezamia meritano il nostro plauso già solo per lo spirito di dedizione che riversano nelle loro creazioni musicali. Realizzato in proprio, come i dischi che lo hanno preceduto, La fuga metta a segno un debut album che del rock epico-crepuscolare fa la sua ragion d'essere, una "fuga" a briglie sciolte, nell'after-punk di tramonti elettrici e cattedrali di melodie in fiamme, frutto di un blend chimico di retaggi memorabili che arriva come una vampata di vitalità travolgente. Le loro potenzialità non si esauriscono ad un mero criterio di genere, ma vanno cercate nell'anima di una grafia emorragica ed ispirata, iniettata di ritmiche incalzanti e chitarre filo spinato, di pathos lirico ed esplosioni di luce tagliente.
Aldo Chimenti
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Rockit, Settembre 2012
rockit.it/recensione/19048/…
I mantovani Sinezamia sono autori di un rock ipnotico e dissonante, avvolto da un’atmosfera cupa che richiama la corrente darkwave anni ’80, riproposta qua in chiave più distorta e violenta, con echi lievi di Diaframma, Artica e primi Litfiba.
E’ tutto scritto nel titolo di questo primo album della band, “La Fuga” intesa come la voglia di misurarsi con qualcosa di nuovo, di testare la propria personalità spingendosi oltre i confini del genere proposto, arricchendolo di nuove derivazioni.
Abbiamo dunque a che fare con una creatura malinconica, dall’animo inquieto e turbato, il cui sfogo incontrollato si manifesta nell’enigmatico post-punk di “Nella distanza”, nell’incalzante incedere di “Ombra”, nei ritornelli orecchiabili della title-track o di “Occhioelettrico”, fino ad arrivare alle fluide variazioni stilistiche della conclusiva “Nebbie di guerra”.
Riff robusti, virtuosismi taglienti, tastiere horror-retrò e una solida sezione ritmica sono gli ingredienti di un disco tuttavia eterogeneo e complesso, che non si assimila facilmente ma si lascia apprezzare in particolar modo per l’appassionato impegno che traspare da ogni traccia.
I Sinezamia sono in dunque dei bravi musicisti, il loro grado di professionalità è notevole per essere questa un’autoproduzione ed il rafforzamento della propria identità non potrà che portargli dei benefici in futuro.
Nicolò Riccomagno
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Heavy-metal.it, Settembre 2012
heavy-metal.it/sinezamia-la…
Marco Grazzi (voce), Federico Bonazzoli(chitarra), Marco Beccari(basso) , Stefano Morbini (batteria), Carlo Scaietta(tastiere) : questa è la formazione ufficiale della band mantovana, che ci sta facendo rivivere con i propri lavori, un’ epoca ormai irraggiungibile e lontana, ma che con loro, sembra riapparire dalla nebbia, forse le stessa dalla quale è nato questo gruppo. Quante volte è venuta fuori la rievocazione del passato, quest’anno, nel lavoro di tanti artisti e musicisti? Tante. Questo è il caso dei Sinezamia, che rievocano un goth /dark rock italiano alternato a pezzi hard rock di alta qualità e preparazione.
Il loro primo full length , “la Fuga”, è un album carico di rievocazioni passate, ma altresì, per chi conosce già i loro lavori precedenti, acquista un’impronta molto più “heavy” (Beccari , ex Rude Forfathers e Bonazzoli con la sua chitarra dall’anima sfrenata ed inquieta, a parer mio, hanno dato una buona mano a renderlo tale). Anche la copertina la dice lunga su questo avvicinamento ad un mondo più hard rock : da toni prettamente desaturati , si è passati a quelli infuocati del rosso, il che delinea una voglia di aggressività e potenza e forse, meno decadenza. Tutti i componenti della band portano all’interno della loro scacchiera musicale varie influenze, anche molto discostanti tra loro. I bianchi muovono verso la wave ed il post-punk (Grazzi e Scaietta) , il nero muove verso sonorità hard rock (Beccari, Morbini e Bonazzoli). Parlo di scacchiera perché l’idea che mi da questo album è di una partita fra generi dove non vi è un vincitore : è come se le pedine si alleassero e unissero. L’album è questo : un mix di generi che vanno dalla wave-post punk a parti più hard rock, creando così una pluralità di ascolto per il pubblico, mescolando generi che soddisfino più esigenze.
L’album si compone di 8 track . Premettiamo che Marco, la voce, prende spunto dal buon Vecchio Pelù; le influenze di “17 re” in alcuni pezzi, si sentono parecchio: ad esempio nella parte delle tastiere di “Ombra”, ma come anche nell’arabeggiante e barocca “Venezia”, si sente la matrice Litfibiana. Si nota un cambiamento , un distacco o come dico io una “scia di uscita” dal rock litfibiano in pezzi come “la Fuga”, o come in “Guerra”. Posso azzardare a dire che ci sono venature e richiami ai primi Death SS, non so a me hanno dato quell’idea, forse perché Marco Grazzi, anche se prettamente waver, è influenzato comunque da Chain e Sylvester e questo l’ho captato in “Nebbia di Guerra”, dove magicamente persino la voce di Marco si distacca dall’impronta di “Pelù” e si crea in questo modo un’altra identità, ed anche la parte strumentale, lascia più spazio ad un rock carismatico e carico, molto heavy.
Concentrandoci sulla recensione dell’album in toto, posso dire qualche caratteristica : ammaliante, deciso, a tratti roccioso ed onirico, decadente, con parti assai orecchiabili, ma mai stancanti, anzi direi energiche e camaleontiche : una nuova e nel contempo “retrò” ondata rock tutta nostrana. Hanno tecnica, preparazione, la voce di Marco è sapientemente miscelata alla parte strumentale. Non è consigliato a chi ama solo metallo pesante, ma è consigliato a chi si accosta decisamente ad un hard rock/dark rock e soprattutto per chi è nostalgico di un rock lontano da noi, ma che si ripropone al presente. E’ una band da non sottovalutare, soprattutto per la preparazione dei componenti e per la loro versatilità. Io mi aspetto molte sorprese positive ; se continueranno sulla strada dell’hard rock e decideranno di sfociare in un goth metal alla Paradise Lost o ancora un “horror metal” alla Death SS sarei felice di recensirli ancora in futuro; se proseguiranno per una strada più dark wave, personalmente li ascolterò lo stesso e se diventeranno , perché no, i nuovi Cult italiani, cosa secondo me molto possibile e che auspico, dati il loro impegno e la loro bravura , sono convinta che sapranno abbracciare in quel caso, realmente, una vasta schiera di pubblico e di avere il successo che già da ora realmente meritano. Sono ancora acerbi, ma sono convinta che, maturando, otterranno la loro vera e forte identità musicale. Ecco, in questi casi sono orgogliosa di essere italiana e con ciò credo di avere detto molto.
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Metal.it, Settembre 2012
metal.it/album.aspx/18377/1…
“La fuga”, il primo full-length (dopo un paio di Ep e altrettanti singoli) dei mantovaniSinezamia, s’inserisce prepotentemente sulla scia della gloriosa scuola dark-waveitalica di Litfiba, Underground Life, Neon e Diaframma, ma riesce a liberare una forma quantomeno vitale d’oscura energia che gli impedisce di arenarsi nelle sabbie dell’autocompiacimento citazionista.Referenzialità e retorica lasciano, infatti, labili tracce della loro presenza grazie al potere della vocazione e a quello ancor più potente della “canzone”, un’arma formidabile atta a sconfiggere ogni eventuale rischio di cliché e a trasformare la “nostalgia” acritica in un efficace esperimento di “rivitalizzazione” di percorsi sonori decadenti, morbosi, oscuri, elettrici eppure anche sufficientemente affabili, ricordandomi, in parte, rimanendo in Italia, pure l’opera di un gruppo come i Luciferme, alimentato da un’analoga urgenza comunicativa ed espressiva imbevuta di tinte fosche e crepuscolari.L’ottimo Marco Grazzi (un cantante dalle insidiose qualità vocali …) e i suoi valenti accoliti sapranno condurvi in quest’universo torbido e suggestivo, dove il “Ghiaccio nero” riserva brividi di pulsante inquietudine, “La fuga” si realizza con lo slancio di un goth-rock dal tiro istantaneo, superato in tema di persuasione “a presa rapida” solo dalla cupa attrattiva di "Ombra” (non a caso uscito pure come singolo), un pezzo incalzante e ossessivo, figlio legittimo di quei vertici nostrani dell’attitudine vibrante e tenebrosa citati all’inizio della disamina.“Nella distanza” prima avvolge l’astante nel raso (vagamente La Crus-iano) e poi lo scuote con un crescendo di notevole intensità, “Occhio elettrico” esplora con ammiccamento sinfonico l’ardore di un’impronta proto-metallica e tuttavia scosse emozionali ben più dense di queste ultime le stimolano il barocchismo sinistro e malinconico di “Venezia” e il dramma teso e sghembo di “Nebbia di guerra” (nuovamente con un finale “degno” della nostra testata!), in contrasto con “Frammenti”, dove brandelli di “convenzione” e un pizzico di sfocatura prendono il sopravvento, in un brano comunque complessivamente abbastanza gradevole.Con un doveroso plauso al gran lavoro svolto nell’ambito dell’assemblaggio linguistico, metrico e poetico, sempre piuttosto “rischioso” e complicato quando si sceglie il cantato in italiano, si concludono le osservazioni su un disco di valore, che non sembra risentire dei difetti “congeniti” di tante autoproduzioni e che ratifica le qualità di una band che celebra un’epopea indimenticabile e tenta parimenti, in qualche modo, di prenderne le “distanze” … caratterizzare ulteriormente la proposta rappresenta la sfida “artistica”, mentre arrivare ad una sponsorizzazione autorevole sembra la soluzione più “naturale” e legittima, sfruttando anche quella propensione per il genere che il mercato discografico contemporaneo dimostra di non aver ancora esaurito.
7/10, Marco Aimasso
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Erbadellastrega, Agosto 2012
erbadellastrega.it/_NewSite…
Dopo anni di pubblicazioni underground, tra e.p., cdr ed altro (tutti recensiti su queste pagine, andate a sbirciare!) i SINEZAMIA finalmente arrivano al debutto discografico su lunga durata, con un cd autoprodotto in maniera professionale dove una volta tanto non dovrò lamentarmi della scarsa resa sonora del master finale o degli scempi causati da un mix inadeguato. La Fuga puù essere inteso come il primo album di una band in transizione, che si sta lasciando poco alla volta alle spalle il retaggio di ore passate a nutrirsi di Wave Italiana (Chi ha detto Pelù e Fiumani?) per cercare invece una strada più personale e meno legata a schemi predefiniti. Il risultato, seppur "transitorio", è come sempre ottimo. La band è affiatata e gli arrangiamenti sono asciutti e diretti, mentre la voce di Marco risulta sempre essere convincente, al punto di rubare spesse volte l'attenzione. Ma una buona voce o un buon riff non salvano un album dall'oblio, ed è qui la forza dei Sinezamia: sono una band che lavora assieme e si sente. Se queste sono le fondamenta posate dopo anni di duro lavoro per gli scavi, qualcosa mi dice che l'edificio che crescerà sarà davvero accogliente, solido e duraturo!
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Rockshock, Agosto 2012
rockshock.it/recensione-sin…
I Sinezamia sono una realtà autoprodotta del mantovano. Attivi dal 2004 e con alle spalle due EP, il 2012 è l’anno del loro album di debutto La Fuga.
I precedenti lavori hanno goduto di buon successo, con concerti qua e là in Italia e recensioni positive. I cinque hanno ricevuto particolare attenzione anche dall’estero: i Sinezamia sono stati inseriti nel libro “Music To Die For” di Mick Mercer (noto giornalista inglese appassionato di musica dark).
E’ appunto la musica gotica che dà il suono a questa band; le canzoni sono cantate in italiano e i testi sono il punto di forza dell’album. La loro musica presenta molte (troppe) analogie con la rock-wave dei primi Litfiba (soprattutto lo stile vocale). Un’altra influenza è quella dei Diaframma di Federico Fiumani; in ambito internazionale invece il riferimento è la scena dark inglese, come Sisters Of Mercy (in Ghiaccio Nero), The Cure (in Nella Distanza) e Joy Division.
Il gruppo tocca l’apice nella distorta Venezia, dove le tastiere giocano con un ritmo paranoico e ossessivo, mentre venti sinfonici spirano qua e là nel brano.
Ci troviamo di fronte ad un disco che se fosse uscito negli anni ’80 avrebbe avuto un valore ben maggiore. Le tastiere, gli assoli, testi poetici giocano un ruolo fondamentale nell’equilibrio dell’album La Fuga, ma la sensazione è quasi sempre quella di avere tra le mani qualcosa di già sentito.
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MetalHead, Agosto 2012
metalhead.it/?p=8528&utm_so…
Chi mi segue lo sa. Non amo il rock italiano. Non è il mio forte. Fatico a trovarci una musicalità che non sia uno sforzo di far suonare cattivo un qualsiasi breano da festival di san remo. Eppure a volte succede. Ci sono le eccezioni. E questa volta si chiamano Sinezamia. Un rock cupo, ma caldo, con un’occhio al dark, un’altro allo stile dei Litfiba. Malinconici, tetri, abili architetti di atmosfere in bilico tra la malvagità, la dolcezza, il romanticismo, la rabbia. La opener “Ghiaccio Nero” è coinvolgente, bella, ricca, una pezzo che potrebbe valere un singolo. La title track non ha nulla da invidiare al gothic metal di origine scandinava, ed evince l’immensa personalità e coscienza delle proprie capacità di questi mantovani. L’ossessione e le melodie dark di “Nella Distanza” sono avvolgenti, ed il testo è semplicemente stupendo. Idee sonore stupende in “Occhio Elettrico”, mentre “Ombra” trasforma il sound dei Sinezamia in qualcosa di molto più aggressivo, violento, opprimente, con una composizione di tastiera assolutamente meravigliosa. “Venezia” è semplicemente angosciante. Una canzone d’amore oscuro, velato, celato, in un contesto magico, unico. Un pezzo fantastico, con una struttura musicale di assoluto valore. “La Fuga vanta una produzione impeccabile. Un suono perfetto. Melodie innovative, idee fantastiche. Voce bellissima. E un nuovo punto di vista relativamente all’abbinamento della lingua italiana al rock.
(Luca Piotto) Voto: 7/10
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Rock/Metal Essence, Luglio 2012
rock-metal-essence.com/2012…
Nascono nel 2004 in quel di Mantova i rocker italiani Sinezamia e, dopo anni di gavetta e pubblicazioni d'esordio quali EP e singoli, giungono ora al duro battesimo del primo full-lenght con il disco La Fuga, pubblicato nel marzo 2012.Un lavoro ricco di personalità, come già dimostra la scelta del cantato totalmente italiano, molto spesso considerata dai più come un auto-badilata sugli zebedei (scusate la franchezza). Non è questo il caso. L'italiano anzi rafforza qui quelle che sono le atmosfere cupe e dark che il rock degli Sinezamia vuole possedere e le emozioni riflessive che vuole trasmettere. Influenzato dai lavori di band affermate del nostro Paese come i Litfiba, tecnicamente il lavoro è molto buono, come pure valida è la produzione. La voce carismatica e spesso recitativa di Marco Gazzi guida le danze, accompagnata dalle belle chitarre di Federico Bonazzoli (da sottolineare alcuni bei assoli) e da un piacevole lavoro ritmico da parte del bassista Marco Beccari e del batterista Stefano Morbini. Bene infine alle tastiere Carlo Enrico Scaietta.
Colpiscono ed entusiasmano canzoni come Ghiaccio Nero, dallo stile quasi hard rock e dal bel cantato, e la title track La Fuga, forte di uno dei migliori ritornelli dell'intero lotto e di un gran lavoro di chitarra. Ho apprezzato molto il testo di Occhio Elettrico e la sua ritmica serrata, mentre eleggerei sicuramente Venezia come brano più personale e originale tra quelli prodotti qui dal quintetto mantovano. Chiudono e piacciono il bel rock italiano di Frammenti e la cupa aggressivta di Nebbia di Guerra, altra canzone dotata di un testo particolarmente ispirato.
IN PAROLE POVERE..
Ascoltando lavori come questo ci ricordiamo (finalmente) che anche il rock italiano ha qualità e un futuro al di là dei soliti grandi nomi (che con la mia solita franchezza vi dico: ci hanno pure un po' rotto i cosiddetti). Basta, basta, basta. Voglio tornare a poter accendere la radio in Italia e sentire musica come questa, sentita, ispirata e scritta non per soldi ma per passione. Non è possibile che la manna debba sempre rimanere nascosta e la merda nelle orecchie di tutti. Eddai!!
Voto 77/100
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Gothic World, Luglio 2012
L'avventura artistica della band mantovana dei Sinezamia, capeggiata dal frontman Marco Grazzi, inizia nel maggio del2004, presentando al pubblico italiano interessanti contaminazioni musicali, dove il puro rock nostrano, attraverso oscure tonalità cangianti, assume una pelle completamente nuova, dando voce sonoro-strumentale ai generi dark, new wave e post punk, in un'esplosione di accattivanti sinergie cosmiche. Influenzati da gruppi ormai immortali come Litfiba, Diaframma, Neon, White Lies, Black Sabbath e The Cure, i Sinezamia non hanno certo perso tempo, affinando tecnica e creatività con il promettente avvio della loro carriera intitolato Fronde (2007). L'Ep, caratterizzato da sette tracce decisamente originali, fuse nella perfetta unione tra rock cupo, dark wave e lyrics colme di profondi significati, segna uno dei primi successi di questi cinque ragazzi lombardi, seguito a ruota dall'inserimento del loro nome all'interno del libro "Music for to die" di Mick Mercer, e da un tour promozionale che li tiene impegnati per tutto il 2008.
Il 2009 invece, è l'anno di Sacralità, secondo Ep costituito questa volta da quattro brani sempre tendenti a un rock potente, combinato armoniosamente alle sonorità tetre ed ipnotiche del dark e della new wave. Il lavoro ottiene positivi consensi, contribuendo alla popolarità crescente dei Sinezamia, proiettati felicemente nell'altrettanto ben riuscito singolo dal titoloOmbra (maggio 2011), preludio al loro primo album di inediti, La Fuga, uscito il 9 marzo 2012.
La Fuga, registrato e mixato presso lo Strong Studio di Borgoforte (Mantova), grazie alla collaborazione di Daniele La Spada e Saro Torregiani, consta di otto canzoni che inneggiano alla rinascita del dark-rock di casa nostra, nelle quali è fortemente presente una bravura compositiva senza limite, associata a una padronanza canora meravigliosamente granitica. I pezzi che imprimono maggior carica emozionale da una parte, ed energetica dall'altra, sono sicuramente la title track, esempio di prorompente gothic rock multivitaminico, Nella distanza, traccia di chiara matrice post-punk, arricchita dalle magiche tastiere di Scaietta, Occhio elettrico, pezzo altamente vitale e coinvolgente, con batteria e chitarre infuocate, Ombra, eco dei già citati Litfiba e dello storico giullare rockeggiante Piero Pelù, Venezia, dall'incipit fantasiosamente barocco decadente e Frammenti, brano ben orchestrato sotto ogni ritmico e timbrico aspetto. La Fuga è un ottimo album e i Sinezamia sapranno certamente andare lontano...
Voto : 8,5 /10
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Versacrum, Maggio 2012
versacrum.com/vs/2012/05/si…
Dopo i primi due EP accolti quasi unanimemente in modo positivo (a suo tempo già presi in considerazione anche da noi: versacrum.com/vs/2007/06/si… e ancora versacrum.com/vs/2009/06/si…) ecco finalmente il primo album della band mantovana, sempre rigorosamente autoprodotto, che conferma per fortuna le generali aspettative che già il singolo Ombra, uscito circa un anno fa, aveva stimolato. I nostri restano fedeli al loro stile, cioè dark quanto basta ma anche ‘spacciatori’ di robusto rock’n’ roll con i Litfiba come ‘angeli custodi’: i vecchi di “Elettrica danza”, non quelli di “Sole nero”. Si percepisce inoltre tanta voglia di misurarsi con qualcosa di nuovo che sia la prova di una personalità in divenire. Si comincia con “Ghiaccio nero”, che si riallaccia direttamente alla New Wave italiana classica e dove ben presto il frontman Marco Grazzi fa sfoggio di potenza e di un notevole carisma. La title track, uno degli episodi più pregevoli, segna un punto a favore di una sorta di gothic rock molto più moderno: l’atmosfera si riscalda rapidamente. “Nella distanza”, con il suo suggestivo esordio minimale ed un ritmo in crescendo, risente nuovamente dell’ispirazione post-punk grazie soprattutto alle belle tastiere di Scaietta, mentre “Occhio Elettrico” con chitarra e percussioni quasi ‘metallare’, ci regala un momento più ‘energetico’. Vi è poi il già citato “Ombra”, che travolge con un ritmo ancora una volta vicino ai migliori Diaframma e Litfiba, e dove la presenza della chitarra, di nuovo, attira decisamente l’attenzione. “Venezia” è uno dei pezzi più originali: inizio cupo, dal sapore decadente, lascia poi via libera ad una chitarra in gran forma: il suono è corposo e ricco di fantasiose variazioni. “Frammenti”è un brano decisamente ‘rockeggiante’, gradevole all’ascolto ma su una linea più convenzionale, mentre “Nebbie di guerra” ci regala autentiche sonorità goth . Una parola di elogio alla produzione, davvero professionale, e all’appassionato impegno che traspare da ogni nota e che, ne siamo certi, non potrà non dare i suoi frutti
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Buio.net, Maggio 2012
buio.net/index.php?option=c… &catid=41:recensioni&Itemid=59
La direzione che il singolo “Ombra” ha tracciato è stata presa, ascoltando il nuovo e primo disco dei Sinezamia si nota decisamente il cambio positivo verso suoni più ruvidi e originali, le atmosfere cedono piacevolmente il fianco al gothic rock di qualità in italiano che in questi ultimi anni tanto mancava alla scena stessa.
Ci sono tanti motivi per apprezzare “la Fuga” e la “Musica” dei Sinezamia: testi originali, composizioni di buon livello, l’uso della lingua italiana che permette di sentire e dare uno schiaffo alla forzata esterofilia dilagante.
Principalmente, che nonostante la “competenza” delle etichette discografiche con un “nome”, i Sinezamia riescano a non arrendersi e mettere tanta energia nelle difficoltà dell’autoproduzione, che a mio parere, sta diventando una piaga artistica sempre più rilevante nel nostro paese per la visibilità culturale di alcuni generi.
Il disco è composto di otto brani di cui è molto difficile data la qualità degli stessi citarne i più rilevanti, personalmente vedo in Venezia la novità vera nella loro produzione mentre i punti più alti si toccano oltre al singolo in La Fuga, Frammenti e Nebbia di Guerra.
La solita speranza è che l’Italia rigetti le varie X e si svegli dando valore/visibilità alla musica di giovani artisti come questi nel frattempo noi non possiamo che consigliarVi e ascoltare con piacere La Fuga
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Rosa selvaggia, Maggio 2012
rosaselvaggia.com/recension…
Il gruppo mantovano dopo molti promo, debutta finalmente con un CD ufficiale dichiaratamente e orgogliosamente autoprodotto! E hanno ragione ad esserne fieri perché le labels nel 2012 sono oramai pochissime e rare quelle veramente serie. Trovo che sia giusto che le bands abbiano il coraggio di mettersi in gioco autoproducendosi. "La Fuga" contiene otto tracce come nei vecchi vinili, altri brani in più ne avrebbero snaturato la forza. Il sound dei Sinezemia è Gothic rock con testi in italiano. A tratti le sonorità della band mi ricorda gli Artica, che negli anni 90 erano un gruppo di punta della scena italiana e europea. Nononstante la voce di Marco Grazzi ricordi il Piero Pelù dei tempi d'oro, la musica invece non c'entra nulla con i Litfiba. Un brano come "Occhio elettrico" potrebbe essere considerato il cavallo di battaglia del combo mantovano. Altre tracce che mi sono piaciute sono "Nella distanza" e "Nebbia di Guerra". I Sinezemia sono decisamente cresciuti e con questo album lo dimostrano grazie a un suono molto potente. Se saranno doverosamente supportati dagli addetti ai lavori sapranno darci anche di più.
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Darkroom, Aprile 2012
darkroom-magazine.it/ita/10…
I Sinezamia nascono nella provincia mantovana otto anni addietro, e solo lo scorso marzo ha visto la luce questo folgorante debutto autoprodotto sulla lunga distanza. Nonostante neanche una decade, il quintetto ha già segnato diverse tacche nella loro carriera d'inizio. Non solo demo e un paio di EP ("Fronde" del 2007 e "Sacralità" due anni dopo), ma anche tour che hanno toccato in lungo e in largo la penisola, in compagnia di veri e propri protagonisti della scena rock italiana, come i Ministri. Non sono mancati i cambi di line-up e i riassetti in fase compositiva, ma la band si sente audace e sfida la fortuna realizzando da sola questo ermetico full-lenght, breve ma intenso, appassionato, con ancora molti angoli da smussare, ma straordinario in ambito di songwriting ed esecuzione. Un completo booklet dalla grafica efficace va a corredare quello che è un disco di buon sano dark-rock italiano, suonato pomposo, godibile e a tratti anthemico, interpretato a testa alta, privo di rimorsi o ingenuità tanto ricorrenti nella scena indipendente del Bel Paese. La line-up non potrebbe essere meglio affiatata. Il frontman Marco Grazzi stende liriche mature, accompagnate da un assetto sonoro preciso e ben incastrato. La chitarra di Federico Bonazzoli è la spina dorsale del complesso, la quale si fa rincorrere senza fatica dalla funzionale sezione ritmica di Marco Beccari (basso) e Stefano Morbidi (pelli). Ma c'è spazio anche per le melodie taglienti e robuste del tastierista Carlo Enrico Scaietta, che seducono in un brano come "Nella distanza". Se l'opener "GhiaccioNero" vorrebbe sottolineare le ombre della new-wave tipica (Litfiba e Diaframma, per intendersi), il resto dell'album è la dimostrazione che i Sinezamia sono ben oltre. La title-track è una potente live song in grado di abbracciare l'intero pubblico. Se in "Nella Distanza" è il gothic-rock inglese a farla da padrone, "Occhio Elettrico" regala pennate e assoli chitarristici da applausi, tirando per la pelle un certo hard rock/goth-metal che rese famosi i Cult piuttosto che i rimpianti Secret Discovery. Intrecci di sinfonie e isterie post/punk ("Ombra", già singolo nel 2011), una inedita maschera orrorifica ("Venezia") e molto altro. Il sound dei Sinezamia è plastico, si insinua nelle vene e ci si accorge di esserne succubi una volta che l'album gira già da più ore. Difficile trovare nel sottobosco una band migliore oggigiorno, in particolar modo capitanata da un vocalist come Marco Grazzi, serio attore, dall'ugola possente e carismatica. Sembra banale, ma non si può fare a meno di implorare tutti coloro che sognano una nuova grande realtà italiana di far proprio questo gioiellino. È un punto importante per la rinascita del dark-rock italico, in grado tra l'altro di spiccare anche a livello radiofonico, eclissando qualche gruppetto dal talento immeritato sempre presente nell'altezzosa casa dei media. Nessun ripensamento: i Sinezamia sono l'inizio dell'alternativa, e vanno spalleggiati. Bravissimi!
Voto: 8/10
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Darkitalia, Aprile 2012
darkitalia.it/component/mus…
Li avevamo lasciati nel 2009 con il loro primo Ep ufficiale Fronde. Ora li ritroviamo che confezionano il loro primo full lenght, dimostrando una certa maturità grazie ad un’opera colma di fluidi avvicendamenti stilistico-creativi. La fugadunque risulta essere un segno indelebile della loro presenza nel goth indipendente e la loro musica si infila nella sempiterna fucina della darkwave nostalgica, tutta italiana, quella che un tempo faceva danzare le anime in pena nei numerosissimi club sparsi per il suolo del belpaese .
Lasciando stare le derivazioni , i nostri ce la mettono tutta per cercare di esprimere un sound proprio, si nota sin dai primi battiti che il platter scava nel passato, cancella gli scenari futuribili e si proietta a spada tratta nella nostalgia degli ottanta ripercorrendo in parte le cupe atmosfere vissute nel limbo dei Litfiba e degli Artica.
I Sinezamia suonano la loro musica con disinvoltura , senza curarsi minimamente del tempo che passa, eludendo la loro forma-canzone, costruendo complesse alchimie ritmiche sorrette da una tenue cupezza che non lascia scampo alla luce.Ghiaccio Nero e la Title track assumono sembianze di specchi spezzati da riflessi al neon. L’ottima produzione - va sottolineato che La fuga è un album autoprodotto - dona una massiccia longevità al lavoro , soprattutto negli scuri inserti di chitarra dosati con metallica cura.
In Nella Distanza il sound viscerale e criptico dona un feedback fragoroso ai mantovani, là dove le varie sonorità post-punk/shoegaze si mescolano a notevoli varianti darkwave. La deviata orecchiabilità di Occhioelettrico singulta di pathos e giace immobile nell’incedere incalzante di Ombra , primo singolo del dischetto in questione. L’incontrollabile sfogo collettivo dei Sinezamia in quest’ultima diviene trasfigurazione di improvvisazioni distorte e sfaldate. Riff poderosi ingoiano le invocazioni vocali , ora malinconiche ora più inquiete soggiogate dai fluidi cambi d’atmosfera.
Di fronte alla decadente Venezia vengono in mente le sibilline chitarre orientali di Istambul ma anche le epiche atmosfere dei Moda in la Voce o degli Underground Life nella loro splendida India. Da notare che qui non si sta parlando di una transizione dei Sinezamia verso forme espressive scontate e già dette, ma si parla di sensazioni vere, forti, dalle ricercate tinte wave .
In Frammenti è evidente l’impellenza dello sforzo compiuto dalla band nella traduzione della propria impronta caratteristica verso qualcosa di diverso, ma ancora non del tutto definito. L’album si chiude con il vorticoso caleidoscopio di Nebbie di Guerra dalla quale emergono numerosi elementi creativi e mutazioni stilistiche che cadono nell’oblio grazie soprattutto a frenetiche chitarre e percussioni ancestrali.
Per concludere posso dire di aver apprezzato molto l’opera prima di questi ragazzi. La fuga appare come un ibrido cofanetto contenente variegati tipi di emozioni musicali, ora nostalgiche, ora malinconiche, ora liquide, ora roventi. Tra le loro note trasfigurano immagini cupe e ricordi sfocati che confermano senza ombra di dubbio la loro vocazione teologica nel ricercare o rielaborare quanto di meglio offerto dalla darkwave italiana e non. La loro ricerca non si sofferma però nel rielaborare, ma si estende attraverso un certosino e peculiare lavoro nel donare un'anima propria al loro embrione musicale. Ricerca che mi risulta compiuta grazie anche ad una raffinata cura dei dettagli e del songwriting, rigorosamente in italiano, denso ed emozionale, che ci appare spesso fuori dal tempo ma che si tiene ben distante dal cadere nel burrone dell’anacronismo.
Voto 7/10
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Ascension magazine, Aprile 2012 (fanzine cartacea)
Mantova, di mattino, di pomeriggio, di sera o di notte, non so perché (visto soprattutto che non ci sono mai stato) ma mi da l’idea di un mortorio di capoluogo di provincia simile a
Vercelli che invece, purtroppo, conosco
piuttosto bene. Mi immagino i tanti escamotage
per sopravvivere alla sua routine borghese,
perbenista e perbenista e mortalmente noiosa, tra i quali, non per ultimi, proprio la musica…
E allora ecco i Sinezamia che, nascosti per anni tra le fitte nebbie che divorano la loro città, prendono, colpiscono e scappano nel buon nome della rockwave made in Italy. Il loro modus operandi è estremamente istintivo, noncurante degli effetti collaterali che può avere sui suoi ascoltatori, sordo verso i temi che le nuove patinate mode musicali vorrebbero. I Litfiba, soprattutto quelli degli
anni ottanta, quelli delimitati da “Desaparecido” e “Litfiba 3”, sono un punto di riferimento importante per la gang capitanata da Marco, una influenza che si
palesa in diverse dinamiche della loro musica senza infastidire. Otto canzoni, otto dichiarazioni di passione per un rock and roll sanguinosamente sfiancante
dove, tra i vari ingredienti vincenti della musica proposta, troviamo melodie memorabili, un cantato epico e una combustione di suoni dalle controindicazioni esplosive.
Se nel 2012 c’è qualcuno che cerca ancora una via italiana al “combat-rock”
questi sono i Sinezamia. E a chi (al diavolo!) li vorrebbe una cover band della ditta “Pelù-Renzulli-Aiazzi-Maroccolo” domando solo questo: “ma perché gliEditors non si considerano una moderna cover band dei Joy Division e continuano a fregarci?”