Il collettivo folk europeo Sleepwalker's Station guidato dal cantautore Daniel del Valle fa uscire dal buio un nuovo scintillante album. Questa "House of Cards" quasi inaspettatamente bella e malinconica non è un'esplosione di colori multilinguistica-multiculturale come l'elogiato predecessore "Lorca", nominato per il Premio della Critica Discografica Tedesca, ma è un'opera introversa e riflessiva nel classico stile indie folk anglofono.
Il primo abbozzo è stato creato nell'esilio spagnolo durante un lockdown di 9 settimane in Andalusia, nella terra dei poeti e pittori, del flamenco e anche del vino di Jerez de la Frontera. In un secondo momento invece, elaborato dagli altri membri della band a Barcellona, Annecy e Ravenna per poi ricevere il tocco finale nel mixaggio a Berlino. A settembre House of Cards sbarcherà invece in tutto il mondo.
I testi di queste canzoni trattano delle impressioni delle infinite spiagge vuote dell'Andalusia durante i mesi di quarantena, il silenzio nelle strade deserte in "Deserted Beaches" o i ricordi guardando vecchie fotografie trovate per caso in una scatola di scarpe in "Photographs". Mentre "Pawns in the game" o "Believe" mettono in questione la credibilità dei media, delle informazioni, le istituzioni e i governi nella storia dell'uomo.
Naturalmente, non possono mancare le sonorità da colonna sonora "road movie" come su "The Great Divide" o "Ballad of the acrobat" che partono col tremolo, una slide e un'armonica arrugginita! Mentre la title track "House of Cards" ci porta in viaggio nello spazio oscuro della galassia. Il primo singolo di quest'opera pandemica fa la domanda del nuovo corso da prendere: "Where do we go from here?"
In realtà, i Sleepwalker's Station sarebbero stati in tournée tutto l'anno e sicuramente questo nuovo album non avrebbe mai visto la luce del sole. Sembra che non tutto il male venga a nuocere.
House of cards
Sleepwalker's station
Descrizione
Credits
Slide Guitar/dobro - Giulia Babini; Voce, chitarra, tastiere - Daniel del Valle; Basso elettrico - Anis Bahmed; Batteria - Felix Fanlo; Percussioni - Andrea Para; Violoncello - Fresco Cellini; Mix: Friedrich Störmer. Mastering: Dennis Kern (Studio Wong, Berlin)
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