Landline è un brano fatto di bassi profondi, casse ostinate, sintetizzatori lunari e una lirica surreale. Una traccia elettronica, da ballare braccia al cielo ed occhi chiusi come una danza della pioggia dei nativi americani. Però è anche una fotografia delle contraddizioni generate dal processo che mira all'affermazione, certamente sacrosanta, di un nuovo modello di “corpo”, biologico e sociale, architettonico e relazionale: un modello soprattutto metropolitano che si potrebbe forse definire “eco/equo-logico” e che sembra trovare nella sostenibilità ambientale e nella parità sessuale le sue bandiere. Così, mentre il testo traccia il profilo nobile di cittadini dinamici e consapevoli impegnati a differenziare rifiuti, acquistare alimenti bio, sostituire asterischi gender-free ad ogni vocale generata dalla cultura patriarcale, la musica da voce al rantolo dell'animale in ognuno di noi che, sopraffatto da reti di dati super veloci di cui non riconosce origine e fine, dichiara amore eterno ad anime virtuali e corpi in silicone. Nuovi corpi fisici e mentali, quindi, che cercano disperatamente di innaffiare con un secchio bucato i pochi orti sopravvissuti tra un grattacielo e l'altro, nei quartieri delle metropoli i cui vecchi tubi marci continuano a perdere, ogni giorno, milioni di gocce di acqua preziosa. Landline è un gigante di ghiaccio che danza intorno al fuoco, si slancia verso il cielo ma gocciola a terra come una promessa di salvezza che diventa, via via, tanto attesa e desiderata quanto fragile e inafferrabile.
Landline
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Descrizione
Credits
Ryan Spring Dooley - Vox & Sax - Pietro Mammone - Bass, Programming
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