Forse ce lo siamo già dimenticati, perché forse è così che funziona, dimentichiamo tutto e sbraniamo il presente fino a farlo sanguinare. Ma a sanguinare siamo noi, e non ce ne accorgiamo.
A fine aprile duemilaventuno ci permettono di uscire dalla regione. Libertà condizionata. Dopo un inverno confinato ci permettono di allontanarci da quel bunker di salvezza chiamato casa, anche solo per divertimento. Ma il mio non è divertimento, è una necessità. “Ho voglia di andare” mi dico sulla strada per Cavriago. E da lì me ne andrò in giro tutta l’estate, un po’ per concerti e un po’ per cazzeggiare. Nascono così cinque brani dedicati a cinque viaggi in cinque posti diversi. Un EP che vuole essere un mio personale album di fotografie da sfogliare all’occorrenza e per ricordarmi di un periodo particolare, di un Covid che vagava in un’aria di tragedia. E di un’estate nuova, che aveva il sapore della rinascita ma con il retrogusto dell’incertezza, perché dopo la morte è una sensazione strana anche sentirsi vivi.
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