La scena garage italiana o, in senso più ampio, la scena neo-sixties nel nostro paese nasce nella prima metà degli anni '80 a seguito dei fermenti musicali scaturiti dagli articoli di Claudio Sorge su Rockerilla, e della sua seminale etichetta Electric Eye, che faranno germogliare un suono nuovo in risposta, se non in contrapposizione, al dominante suono post punk dell'epoca, riportando al centro dell'attenzione il recupero di gemme dimenticate dell'epoca sixties attualizzate attraverso una sensibilità punk, fatto di cui non si poteva fare sicuramente a meno, per non scadere in uno sterile revivalismo. La scena italiana guardava a quanto stava accadendo aldilà dell'Atlantico con etichette basilari come la Voxx di Greg Shaw e la Midnight di JD Martignon che stavano creando una vera rivoluzione musicale fondandosi sul recupero del suono più selvaggio dei sixties, specie il garage punk delle primordiali teen band degli anni '60. Vi era un'urgenza di rinnovamento anche per via di un forte atteggiamento nichilista, plumbeo e forse anche opprimente di tanto suono post-punk che stava contraddistinguendo tutto l'underground dell'epoca.
In Italia nacque quindi un florilegio di band, etichette, fanzine, locali, festival, attività live nel segno del recupero del suono dei sixties attualizzato con la consapevolezza musicale di quei giorni. La band più rappresentativa di quel momento, attiva ancora oggi, sono stati i SICK ROSE di Torino che hanno tracciato le coordinate musicali per tutto il movimento, e con l’album “Faces” (1986), lo scorso anno oggetto di celebrazione per il trentennale, i singoli “Get Along Girl” e “It’s Hard”, hanno costruito e determinato un patrimonio sonoro che poi nel tempo si sarebbe spostato verso altre sensazioni, di matrice più power pop.
Girl on the train
Brucia
Di pari importanza sono stati anche i milanesi Four By Art di marcata estrazione mod e sensibili anche a certe sonorità psichedeliche che con “Why People Are Standing” (1986) hanno scritto forse una delle più belle canzoni del decennio a fronte anche di due album oggetto di vero culto. A Bologna vi erano GLI AVVOLTOI, che continuano ancora oggi su suoni più progressivi, che attualizzarono tutto il grande patrimonio del beat italiano, utilizzandone la lingua, a fronte di band nostrane molto più esterofile nel linguaggio e nelle sonorità e che con l’album “Il nostro è solo un mondo beat” (1988) incisero un vero manifesto sonoro di quell’epoca di grande entusiasmo e di grande rinnovamento musicale.
Impossibile citare tutte le realtà di quei giorni, ma bisogna ricordare i pisani Birdmen Of Alkatraz che con il 12 pollici “Glidin' Off” scrivono una delle pagine più importanti del suono neo-psichedelico italiano elevandolo anche a fenomeno non assolutamente derivativo, ma personale, proprio e autoctono.
All'interno di questo grande fermento sono nati negli anni festival e raduni che portano avanti e fanno vivere tutto il suono neo sixties, creando momenti aggregativi, di incontro, di scambio e di sviluppo del movimento; su tutti il decano di queste manifestazioni, ovvero il Festival Beat, oggi a Salsomaggiore, ma al momento della sua nascita, venticinque anni fa, a Castel San Giovanni e poi a Pianello Val Tidone entrambi in provincia di Piacenza.
Nel tempo si sono avuti il Beat Fever, poi Beat Epoque in provincia di Verona, come anche lo Shout; in Toscana il Sabato Beat, il Born Loser nella bergamasca Valtaleggio e tante altre manifestazioni che hanno avuto il ruolo di dare linfa alla scena e di creare incontro e quindi evoluzione del suono.
Oggi, in questo 2017, molto diverso e lontanissimo dai prodromi che portarono alla nascita della scena italiana neo sixties, restano realtà validissime per contenuti ed esperienza di suono: i milanesi pretty face i cui live sono sempre esplosivi per energia, poi i piacentini Rookies fautori di un suono molto debitore al dutch sound dei sixties, unici in Italia ad interpretare questa attitudine sonora, e di un folk rock di squisita fattura. Poi i marchigiani THE BARBACANS figli di un suono veramente alla Back From The Grave e poi anche i fiorentini Plastic Man con una psichedelia contaminata dall'indie rock, i veneti New Candys molto barrettiani e sensibili allo shoegaze più psIchedelico e sognante.
Ancora dal Veneto i Sultan Bathery che hanno inciso anche per l'americana Slovenly Records dediti a un garage punk che trova nei rinnovamenti odierni degli Oh Sees il suo capostipite e sempre contaminati dal suono indie pop di questi tempi abbiamo anche i romani Sweat, una vera rivelazione nata sulla scorta anche di tutto quel nuovo e attuale garage sound innovato da etichette come la Burger Records.
I Know You
Aphrodite In Leather
Anche la scena rock'n'roll/rockabilly italiana nasce in modo similare a quella neo sixties, forte di istanze di rinnovamento solo apparentemente passatiste che trovano nel 1979 e in tutta la prima metà degli anni '80 (nell'esplosione degli Stray Cats e di altri grandi fenomeni coevi se non addirittura precedenti come nel caso di Crazy Cavan And The Rhythm And Rockers seppur meno esposti al grande pubblico di massa, come Matchbox, Levi And The Rockats, Jets, Shakin' Pyramids, Blue Cats, Polecats, Restless, Robert Gordon, Senders, Stargazers) un punto fermo per iniziare una strada personale che sarà figlia della contaminazione col punk e con l'estetica avanguardista e sperimentale degli '80. Al punto che tutto questo fenomeno verrà etichettato come neo-rockabilly e in quella parola -neo- sta proprio l'idea di un rinnovamento anche estetico del suono degli anni '50. Dal punk non si poteva prescindere come forma di ribellione sociale, musicale e estetica.
La scena neo-rockabilly come quella neo-sixties nacque sull'onda di una risposta a un dominio del post punk e da certa wave che stava ammantando di nichilismo tutta la scena underground musicale. Nel passato quindi vi sarebbero stati i germi, gli spunti, le occasioni per rinnovare un suono e riportare il rock'n'roll come forma primitiva di ribellione al centro di tutto. Qui in Italia un vero punto fermo ed una grande base di partenza sono stati i milanesi Tribal Bops, tra le band più importanti del movimento neo rockabilly italiano. Da quelle ceneri nacquero poi Howlin Lou and The Starliters (poi solo Starliters), e HOWLIN LOU AND WHIPLOVERS, la formazione del vocalist. A Bologna suonavano i Jumpin' Shoes, base da cui nasceranno i Good Fellas, una delle più longeve band italiane il cui suono ha guardato ancora più indietro, ossia allo swing, al rhythm and blues, al jive, al boogie. In Sicilia, vero punto stabile di fermenti rockabilly italiani, vi erano i Boppin' Kids di Catania.
Anche qui, come per la scena neo sitxties e garage italiana, i fermenti che convogliavano energie nuove e fresche, unite a grandi entusiasmi di rinnovamento, portarono alla costituzione di veri punti di incontro e di aggregazione come sono stati il Meeting Internazione di Rock'n'Roll e Rockabilly di Forlì e, come lo è oggi, il classico Summer Jamboree di Senigallia, diventato ormai un fenomeno mondiale quanto a notorietà. La scena fifties italiana ha dato vita a grandi raduni come il Get Rhythm in quel di Grandate prima e di Trezzo sull'Adda poi, il Kustom Weekend a Figline Valdarno, il Motorcycle Jamboree a Bologna, il Moondogs International Rock'n'Roll Festival a Ravenna, il Vintage Roots Festival di Inzago, il Nasty Rockabilly Weekend di Treviso, il Festival degli Sbarbari Klan in quel di Brescia e molti altri.
ROCKIN’ BONNIE WESTERN BOUND COMBO
Nati dalla fusione di due formazioni con 20 anni di carriera alle spalle, hanno partecipato ai maggiori festival in tutto il mondo, sempre sotto la guida della carismatica cantante Rockin Bonnie. L'intera discografia quiDon't Worry
Nel 2016 termina l'importatissima carriera degli Starliters, una band che ha calcato i più grandi palchi europei del genere e ha portato in giro per il mondo una raffinatezza estrema di esecuzione nell'ambito dell'hillbilly e del westwer swing. Parte della band, unendosi a Rockin' Bonnie, da vita al ROCKIN’ BONNIE WESTERN BOUND COMBO che prosegue sulla via del country, dell'hillbilly e del western swing. In ambito più neo rockabilly abbiamo i Backseat Boogie da Milano. Dalla Sicilia poi il rockabilly di Dale Rocka & The Volcanoes, poi l'authentic rockabilly di Vince & The Sun Boppers. In ambito prettamente italiano di scrittura segnaliamo l'esperienza molto innovativa di Tex Murky And The Wampus Cats. Da Firenze poi la Di Maggio Connection, altra realtà molto consolidata nel panorama rock'n'roll e rockabilly italiano. Da Roma arrivano i Mono Kings e da Milano la componente rhythm and blues di Miss T and Mad Tubes.
Una scena quindi molto viva, variegata stilisticamente sia in un ambito garage e neo sixties, sia in ambito rock'n'roll. Che sarà solo rock'n'roll, ma ci piace, ci piace da impazzire.
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