E quello che vediamo nei video con la figa e la bottiglia da sbocciare chi è? Solo un personaggio delle tue canzoni?
A livello lirico non faccio solo swag, la mia hit è "Brivido" una canzone dove non c'è riferimento a una puttana o cose del genere, è un pezzo riflessivo, non dico spirituale ma comunque differente da altri. Al tempo stesso non capisco questa censura riguardo il parlare di soldi, lo trovo molto moralista.
Siamo coetanei: negli anni 80 in cui siamo cresciuti c'era questo immaginario del successo a tutti i costi, è forse qualcosa che ti hanno comunicato i tuoi genitori?
In verità vengo da una famiglia che mi ha insegnato il contrario. I miei genitori sono intellettuali, ho un ottimo rapporto con loro anche se non sono sempre rose e fiori. Ho preso una direzione opposta a quella indicata dalla mia famiglia per cui sapere le cose era più importante dell'essere ricchi. Quindi questa cosa del successo non me l'hanno comunicata loro che sono persone molto miti: mia madre ha lavorato tanto dovendo guadagnarsi ogni cosa.
Qual è il tuo rapporto con il rock? Quando è morto Lemmy dei Motorhead hai messo la sua immagine su Instagram come omaggio...
Quando è arrivato internet, oltre alla possibilità di farsi tante seghe, è nato anche Napster che mi ha permesso di crearmi una cultura musicale infinita o quasi. Sono andato a scaricare tutta la musica che campionava Jay Z e gli altri rapper di quegli anni. Quando ero piccolo ero un metallaro, sono partito dalle cassette che aveva mia madre, dischi molto belli. Ascoltavo a palla David Byrne e i Talking Heads, ancora adesso ci sono 3 o 4 pezzi che non riesco a mollare. Poi ascoltavo i primi dischi di Zucchero, crescendo sono passato al metal e una deriva rock con gli Alice in Chains, ho vissuto la tragedia della morte di Kurt Cobain. Al tempo andavamo a rubare i dischi alle Messaggerie Musicali, oppure c'erano i noleggi di cd, quella è stata la svolta prima di internet, ascoltavo di tutto: Red Hot Chili Peppers, Aerosmith.
Col senno di poi si capiva che sarei finito a fare questa cosa qua perché ero troppo nerd: mi interessava la vita dei musicisti, sapevo tutto di tutti, di rap poi non ne parliamo. Col tempo il rock si è trasformato in crossover, sono arrivati i Rage Against The Machine con il cantante che rappava e mi sono detto "Ma che minchia fa questo?". Allora sono passato ai Beastie Boys che erano ancora più rap e sono entrato definitivamente nel genere, poi è esploso il rap italiano con i Sangue Misto e da lì è partito tutto. Tra le rock band di oggi mi piacciono gli Arcade Fire, i Queens of the Stone Age, nella mia canzone In Orbita ho campionato i Verdena, i Cani li ho sentiti nominare spesso ma non ho mai approfondito.
Guè Pequeno e Milano
Non solo musica: anche Milano è cambiata ad una velocità impressionante...
Non vivo più in Italia per un discorso culturale. Sono contento di essere italiano per tanti pregi che abbiamo ma non sono fiero dell'Italia. Abito a Lugano, sono al centro dell'Europa per cui è molto facile spostarsi, anche a livello musicale mi stimola molto. Come avevo detto a Rockit tempo fa: "Faccio finta di non essere italiano". A Milano torno solo per lavorare, è vero che qualcosa è cambiato ma nonostante tutto in certi quartieri non si sta tanto meglio, persino la tecnologia finisce per amplificare certi limiti dovuti all'ignoranza.