Come mai hai scelto di vivere a Londra?
Per rispondere a questa domanda bisogna tornare indietro di almeno cinque
o sei anni, quando ancora non sapevo cosa volessi fare per certo
nella mia vita. All’epoca, perché per me cinque anni sono un sacco
di tempo, visto l’ammontare delle cose che mi sono successe in
questo arco di tempo, ero verso la fine della quarta superiore,
sicura che “da grande” avrei voluto fare qualcosa che mi desse
gioia e fosse in grado di lasciarmi esprimere in tutta la mia
creatività, dunque scelsi d’iniziare a cercare qualcosa che
riguardasse la musica. Ricordo che m’informai su corsi di studio ed
università in Italia, ma nessuna di queste offriva ciò che stavo
cercando, allora ho iniziato a guardare all’estero. Dopo aver fatto
una “vacanza studio”, se così possiamo definirla, alla Berklee,
a Valencia, ho iniziato a prendere in considerazione l’idea di
andare a Boston a studiare, mesi dopo dunque sono andata una seconda
volta in Spagna, ho fatto l’audizione, e tornata in Italia ho
iniziato ad “applicare” per varie università a Londra, la
maggior parte delle quali rispose positivamente. Scelta la
Westminster arrivò per posta il responso dalla Berklee, responso
positivo, dunque non sapevo bene che fare, se iniziare in America o
in Inghilterra. Scelsi di provare a frequentare a Londra e trovandomi
subito bene scartai l’opzione di Boston. Andare in un’università
che ti permette di studiare la musica in diverse sfaccettature era
ciò che volevo fare, non volevo solo andare a Londra per suonare e
conoscere nuove persone, volevo approfondire anche la mia conoscenza
in music business, musicology, critical musicology, studiare e capire
la storia della musica, la storia del pop, la filosofia della musica,
ed è ciò che ho fatto in questi quattro anni, prima alla
Westminster ed ora alla Goldsmiths. Incontrando persone diverse,
ragazzi della mia età e insegnanti compresi, che mi hanno messo di
fronte a cose di cui non sapevo nemmeno l’esistenza, metodi di
studio differenti, persino l’approccio alla composizione di saggi,
mi ha aperto tutto incredibilmente la testa, allargando, mi sento di
dire, quasi a 360 gradi la mia visione che prima era limitata perché
lasciata un po’ a se stessa. Non c’è mai stato nessuno che mi
abbia detto “t’insegno una cosa nuova”, è sempre stato tutto
scoperto casualmente, a volte anche un po’ per gioco, adesso se
voglio ho le conoscenze per lavorare anche con programmi come MAX o
Audiosculpt. A parte il lato tecnico, respirando l’aria di Londra
ho acquisito la capacità di creare in modo molto più poduttivo e
significativo, i miei gusti musicali si sono ampliati, evoluti, e
questa esperienza all’estero mi ha fatto crescere sia
intellettualmente che moralmente, mi ha reso una persona più matura
ed autosufficiente e ringrazierò sempre chi mi ha spinto ad andare,
come mi ha spinto a fare un liceo linguistico perché ha capito prima
di me che in Italia non avrei mai potuto imparare e crescere così
tanto.