EFFETTO SERRA

Enlevez une vertèbre, et les deux morceaux de cette tortueuse fantaisie se rejoindront sans peine. Hachez-la en nombreux fragments, et vous verrez que chacun peut exister à part. (Charles Baudelaire)

L’album Effetto Serra (2021) degli autori Tito Sherpa e Phine rappresenta tutte le caratteristiche del genere ibrido, sollevando domande, coinvolgendo l’ascoltatore con l’incanto di un cobra. I testi in rima di Tito Sherpa infatti serpeggiano su convenzioni riconosciute dalla poesia lirica, arcane come un veleno (ritmo e figure retoriche). La musica di Phine, cesto di vimini, cuscino e trappola del rettile, suoni elettronici intrecciati in una trama “discorsiva”, raffinata e lontana dal terrorismo estetico dei giorni nostri.

Luogo di questo esperimento: Pianeta 13, dove l’evocazione di un eterno presente echeggia, il momento di una combustione, lenta per noi esseri umani, dipendenti dalla “Gran Fiamma”, ma folgorante nell’universo della mente. Una calamità naturale come titolo di un album: Effetto Serra, sembra quasi il monito di una punizione (château qui brûlé) rivolta ad un sistema di retorica giornalistica e il suo uso di luoghi comuni che impedisce l'emergere delle nostre vere identità nella cappa fumosa.

Il serpente vede la luce filtrata dal coperchio del cesto, fa analisi continue che riaffiorano nel wordplay degli scritti, coda sinuosa che va a tempo, ombra dell’anima di un prigioniero pericoloso. Il flusso dell’opera è stuzzicato concettualmente da frammenti simbolici, gli stessi titoli, dieci vertebre mobili che fanno da sostegno all’effetto. Qui chi rimane incantato all’apertura del vaso è lo stesso incantatore, perché il cobra decide lui come danzare, creando nuove figure per il pubblico fuggente della strada.

Nelle prime settimane di settembre del 2021, Madaski ascolta l’album appena esportato dal computer di Phine, sente l’effetto, propone una revisione del mix nel suo studio a Pinerolo, suddivisa in sette sessioni insieme ai due artisti ed il suo cane Zeus. La concentrazione sui suoni definisce il concept mettendo in evidenza ogni frequenza nascosta all’orecchio dell’aspide, con una sensibilità che governa coscientemente macchinari bollenti, estrattori e distillatori del suono di una preziosa collezione.

Per Radiobluenote Records questo disco rappresenta un’importante evoluzione del nostro messaggio, nella persuasione, una qualità legata all’incanto di un fenomeno che strega, una lezione di libertà incaricata al più oscuro dei detenuti: l’inconscio.
(DAVIDE BAVA)