Noi non saremo come tutti gli altri

Noi non saremo come tutti gli altri

Tommaso Caronna

2015 - Elettronica, Alternativo, Ambient

Descrizione

Ciao. Ti ho scritto molto in questi anni, ma la realtà fagocita tutto e muta le parole in retorica come un pretesto di fondo, valido in ogni occasione, per sentirsi meno compresi.
Se qualcuno ti guarda e non si fissa le scarpe mentre aspetta, ha capito di cosa parlo.
Non è bellezza e nemmeno la noia di non sapere cosa fare per passare il tempo nel limbo dell'attesa.
È il contrario di quando senti la musica ma non la ascolti. Passi da un brano all'altro e premi skip prima che finisca la traccia precedente. È il contrario di non badarci, perchè ti sembra di andare indietro e tu vuoi solo andare avanti. Arrivare dove devi finire, pur con le canzoni a metà, e la luce del telefonino ancora accesa nella tasca illuminata da cui fa avanti e indietro cento volte senza finire niente.
Vivi un'epoca cinica in cui l'ironia strozza nell'imbarazzo purezza e verità. Cadere nel sentimento è la debolezza da cui per natura non sai sottrarti, ma nel momento in cui la fragilità ti sorprende sei capace di confondere l'emozione con quanto è stucchevole e privo di forza. Carichi di aspettative ogni cliché perchè è comodo e ti accorgi di appiattirti alla durezza di essere come devi essere dopo mille tentativi andati a vuoto per distinguerti. Dalla tua individualità, coerente con la statura morale a cui ti appelli per non farti male, si dibatte una bontà sfinita: un animale spiaggiato, ferito dal sacrificio di non lasciarsi andare e del tutto privo del carisma gentile che possedeva una volta nella sua sacca amniotica.
Preferirei vederti adesso che aspettarti. La contemporaneità non fa rima con l'antico. Le pessime imitazioni del passato non danno tregua ma sono solo riproposizione di un fu, senza la forza e il valore degli anni in cui guardarsi indietro non era mera nostalgia di oggi. Però i ricordi buoni tornano a riaffiorare; mi affaccio alla finestra per ripararmi sottovento quando sono stanco, mi pesa la testa, l'acqua straborda e mi bagna le scarpe. Il compromesso non è una condanna ma una prova. Da solo non posso affrontarla. La vita si nutre di intese sociali, rapporti e relazioni. Il meno è vivere da soli. Il più è condividere sé stessi e non scambiare il darsi agli altri con il postare stronzate online.
Però è complicato. La miccia di volerti conoscere non si accende con il tuo lato cerebrale, quello emerso dai tuoi messaggi costruiti, né dalla credibilità con cui sui social li trasformi in frasi fatte per attirare un seguito. A volte preferisco il marketing perchè almeno vuole vendermi qualcosa. Tu invece per strada ti fai guardare ma non offri niente di concreto, né mi strusci un lampo casuale di interesse addosso. Poi inizi a trovare la mia amicizia cara, discreta, ma io non penso questo. Nemmeno prima la mia abnegazione ostinata ne aveva memoria. Dopo un po' ci vediamo spesso, lo facciamo quasi di nascosto, e con quello sguardo con cui mi comunicavi tutto quello che nascondevi dichiari senza darlo a vedere quanto sei infelice. Quanto il tuo sprofondo di routine, soliti posti, solita gente mai lucida, ti palesi in un rossore tenue sulla faccia le tue piccole sordide miserie umane, da consumare come una candela mentre mangi in solitudine, a tarda sera, con le molliche di pane dei tuoi flash mentali in un letto sfatto.
Vieni a casa mia. Di cosa hai paura? Ora, mentre scrivo. Non ho voglia di luci colorate, né di raccontarmi davanti a una media chiara.
Ti faccio sentire un disco, un disco vero, uno di quelli che ruota sul giradischi finchè il lato su cui è inciso termina, la puntina salta e il silenzio seguente ci lascia in quell'abbandono palpabile da cui non vorresti più muoverti; ed è strano perchè rovineremo il momento con l'ingenuità di riderci sopra. Vorrei dirti quanto sto bene finchè rimane nell'aria l'effetto, ma sono schivo da una vita, non sono cambiato e non ti dico niente. Lo sai, te lo direi se potessi, se ci riuscissi.
Ti illuminerei su ciò che saremo tra qualche anno, ma non lo so e preferisco stare sul vago.
Potrei ringraziarti per il futuro che ci attende, ma la nostra è una generazione fantasma con un avvenire di incognite. Dimmi che va tutto bene. Dimmi bugie per sentirci più stabili. Per la panna nella cioccolata. Per dare tranquillità ai nostri genitori. Per dormire sereni la notte.
Noi non saremo come tutti gli altri, quindi te lo scrivo adesso.
Convincimi di questo prima di spegnere la luce.

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