Il terrore incombente e l'ansia della realtà sono il filo conduttore di Disforia, che si presenta con il tubinio di dissonanze di Al Ghazzali, nient'altro che un impostore, portatore di Luce profana, spenta, legata al falso mito del positivismo, del progresso, del dominio della macchina e dell'industria. Manjala è l'esplosione di rabbia e odio, che sfociano in disperazione, chiusura interiore, dell'individuo umano, oppresso dalle proprie scelte che rimbombano nella sua testa in un tripudio di fruscii e ronzii, Zags.
La necessità di coprirsi gli occhi dall'orrore civile, di abbandonarlo, di fuggire dal e nel passato e tornare ad essere vivo è in, Alchimia del Fato, una riflessione sulla natura del sé, la libertà di scelta in contrapposizione al mero lasciare scie, impronte, affinché altri ne possano fruire. Le stringhe di materia esotica riecheggiano tra gli oggetti, tra le persone, tra le scelte, come la totalità degli eventi che sembra concludersi e ritornare in una spirale continua, in frattali che si riflettono nell'immagine membrana del tempo: Cronotopica.
La malattia storica è l'inevitabile condizione? Retrocedere in maniera ossessiva in Coagula è un segno di pietrificazione, del semplice ancorarsi all'ideologia; Jimi ci ricorda come anche il passato nasconda insidie, peccati, fiamme dissacrate dalle nostre stesse scie -- caduche senza Vita.
Semiramis e Semiramide sono metafora di un'esistenza vissuta nell'Amore, ma da esso distrutta; la natura che mostra un volto benigno, nasconde un abisso che difficilmente percepiamo, prostrati in adorazione dinanzi all'estetica della bellezza.
In Mimonesis si compie l'accettazione, una vorticosa discesa nel nero che si attua con il silenzio della voce, della parola, del linguaggio verbale, che lascia spazio all'esaltazione dell'ultimo respiro prima della completa sopraffazione del sentimento disforico, contingente ma necessario.
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