Sorge

SORGE nasce da una nigredo, dell’anima e del territorio. È l’ombra breve del sole al suo zenit nella campagna italiana, è l’oscuro che si cela nei pomeriggi assolati, nella materia naturale, nei pomeriggi al fiume o nelle colline del Monferrato: è l’occulto mediterraneo.

L’albedo, che si intravede come promessa o miraggio, è evocato invece dalle aperture musicali, dai ritornelli incalzanti, dai tramonti e dalle speranze celate tra le musiche e i testi, apparentemente scuri ma sempre con un’ombra di luce.
I landscapes si intersecano con un dialogo amoroso, che fa da fil rouge per tutto il disco. Ogni canzone è scritta a forma di dialogo, in un continuo perdersi tra i “tu” e gli “io”. In questo dialogo i temi sono fitti: l’amore idealizzato, la co-dipendenza, le figure genitoriali, le sostanze, l’agiografia, il rapporto con le geografie e molto altro.

I riferimenti musicali sono variegati: dal pop (dis)impegnato anni ‘70 di Battisti e Carella alla neo-psichedelia di stampo Tame Impala, dal prog italiano fino agli echi rurali Iosonouncane, passando per il post-punk e per atmosfere più dreamy.
Il disco è stato registrato al Rubedo Recordings di Manuel Volpe ed è interamente suonato. L’impalcatura è registrata in musica d’insieme, cercando di rimanere fedeli all’esecuzione live dei brani. Gabriele Ottino ha contribuito all’idea di missaggio, eseguito poi da Nick Foglia al Polo Studio.