Descrizione

Il 26 Gennaio 2018 esce, per l’etichetta Black Candy Records, “Non ti preoccupare”, il nuovo lavoro di Tutte Le Cose Inutili, a tre anni di distanza dall’ultimo album.
Registrato, come il precedente, in presa diretta, per rendere su disco l’idea del live, della dinamica e dell’interplay tra chitarra e batteria che caratterizza i loro concerti, si differenzia, invece, per la tematica, il filo conduttore del disco, molto diverso e, per certi versi, opposto a quel tema di “Dovremmo essere sempre così” che paragonava la loro vita tra le autostrade e i palchi e il loro sogno a un gioco di bambini. “Non ti preoccupare” è, infatti, una presa di posizione, uno sguardo disincantato, una voce morbida e insieme dura che dice che siamo tutti coinvolti, che non c’è più ingenuità ma cattiveria ed egoismo da sconfiggere insieme. La risposta è in un gesto semplice, è nel conforto di una mano che tiene stretta un’altra mano.

Non ti preoccupare è un esempio chiaro e definito della loro idea di musica, del loro cantautorato punk che li caratterizza e li sta facendo conoscere in giro per la penisola. Tante parole importanti figlie del nuovo cantautorato italiano cantate, parlate e urlate sopra un tappeto musica diretto e incisivo di chitarre e batteria. Nessun campionamento, musica suonata e registrata in presa diretta per non sminuire e bloccare la loro irriverenza e la loro genuinità.

Il disco si apre con “Mi hanno detto, dai, non ti preoccupare, da questa storia avrai una liquidazione” (Millenovecentonovantotto): nelle avversità comunque avrai imparato qualcosa e avrai un ricordo da custodire. “Come un faro” è stato un esperimento musicale, registrato totalmente live, compresa la voce, ed è la canzone più acustica del disco. “Ho paura dei giorni” è una richiesta di aiuto, una paura da esorcizzare insieme. “Luce e notte fonda” parla di un confine, che sia mentale o fisico; di quando sei proprio lì nel mezzo, con un piede tocchi la felicità e con l’altra le tenebre. “Questa città è bella” racconta delle città dove tutto finisce in rovina, e di noi che non dobbiamo mai perdere la speranza e la voglia di volerle cambiare, di riempirle di bellezza. “E partono i treni” parla di rotaie immaginarie, di rette che ci ostiniamo a seguire, per poi scoprire che la bellezza sta proprio fuori da quelle linee guida. “Opere sinfoniche” è una scena cinematografica, una lente che ingrandisce sempre di più il suo punto di osservazione, partendo dalla visuale di una città dall’alto del monte per finire sulle spalle della protagonista. E ancora, nel reading musicato “Va tutto bene”, “quando nel meccanismo che ti fa fare i sorrisi si inceppa qualcosa, mi basterebbe sentirti dire che va tutto bene, che va davvero tutto bene“. E infine “Vammi a fondo”, con l’esaltazione del concetto che la comunione ci salva e la solitudine ci distrugge, con il “non ho bisogno di te” che nel ritornello finale diventa “ma ho bisogno di te per asciugarti dalle piogge, dai pianti, dalle morti”.

La grafica del disco è curata dal batterista, Francesco Meucci.



Track-list :

1 – Millenovecentonovantotto
2 – Come un faro
3 – Ho paura dei giorni
4 – Luce e notte fonda
5 – Questa città è bella
6 – E partono i treni
7 – Opere sinfoniche
8 – Va tutto bene
9 – Vammi a fondo

Credits

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