Uaragniaun
Luigi Bolognese: chitarra, mandoloncello, bouzouki, charango
Maria Moramarco: canto
Silvio Teot: tammorra: darbouka, percussioni
e con
Pino Colonna (flauti dritti), Rocco Derosa (tastiere, armonium), Nico Berardi (charango, zampogna, ciaramella), Pino Rescigno (arrangiamento archi), Nikolas Papakosta (chitarra)
Recensione di Gerlando Dalfone
(…) Uaragniaun è così oggi divenuto una formazione “a fisarmonica”, come gli stessi componenti amano definirsi, aperto cioé alla collaborazione di altri musicisti che, via via si aggiungono al trio originario. E così Pino Colonna (ai flauti dritti), Nico Berardi (alla quena, ciaramella, zampogna) e Nikolas Papakosta (alle chitarre) sono gli ultimi “acquisti” del gruppo. Gli stessi artisti possono annoverare tra le loro produzioni anche la prima esperienza di musica da film avendo realizzato la colonna sonora del film “Io non ho la testa” per la regia di Michele La Nubile e la supervisione di Ermanno Olmi. Lo stesso Olmi, in seguito all’ascolto di un loro concerto, invitò i tre a “buttare giù” delle idee musicali, il tutto nel giro di due sole settimane, dando loro come unica direttiva quella di comporre, di scrivere musica, seguendo il loro istinto. Il film, girato tra Castel del Monte ed Altamura è ambientato proprio nella Puglia e nei luoghi cari a Federico II di Svevia e può essere considerato una commistione di elementi diversi: ampia visione mistico-filosofica-matematico-religiosa (le scene ed i dialoghi tra i nobili della corte di Federico e le disquisizioni teologico-dogmatiche all’interno del monastero), tema del viaggio (quello di Eristaco e del prezioso manoscritto) e del viaggio a carattere iniziatico (Teolepto adepto di Narciso: in questo si può notare un parallelismo con “Il nome della rosa” di Umberto Eco) ed infine sfera popolare, con i suoi colori, con i suoi sapori, i suoi sentimenti religiosi e spesso festosi. Elemento cardine del film, il manoscritto contenente un teorema che riporta ad un triangolo equilatero (avente il lato pari al raggio di due circonferenze passanti ciascuna per il centro dell’altra) il simbolo della Trinità e della perfezione. I brani contenuti nel CD Octofolium, che porta sovraimpressa la pianta ottagonale di Castel del Monte, afferiscono a tutte queste tematiche attraverso una musica, quella del poliedrico compositore Rocco De Rosa, dalle mille sfaccettature, dai mille risvolti. Già “Motus”, primo brano della serie, ci immette in media res in una realtà “altra”, di altri tempi, in epoche lontane, e tuttavia dai precisi connotati mediterranei. Ad un ambito mistico, teosofico-religioso si rifanno “Rivelazione”, un accorato salmodiare di Maria Moramarco, e “Iniziazione” introdotta da Pino Colonna al flauto diritto evocante un’atmosfera calda, religiosa, assorta, vera malinconica pagina meditativa. “Natale internazionale”, brano per sola zampogna, suonato da Nico Berardi, “Saltarello”, “Te so venute a cantà” e “U verbe de Dije” appartengono alla sfera della festa e della religiosità popolari. Spicca in questo ramo “Preghiera”, brano a tratti orientaleggiante ma dallo squisito tono popolare, declamato da Maria Moramarco. “Il viaggio di Eristaco” e “Cammino sereno” alludono alla sfera del viaggio e la musica si fa celestiale viatico dell’animo umano, per un viaggio inteso in senso materiale ed iniziatico ad un tempo. Suggestivo il suono delle chitarre in “Uccelloz” grazie alle magie sprigionate da Nikolas Papakosta e dalla voce di Maria Moramarco. Musicalissima e ricca di calde emozioni “Variazione su Uccelloz”, brano davvero paradigmatico dell’intero CD. Interessante e ricco di un fascino davvero tutto particolare il CD Octofolium. Uaragniaun, comunque, è già al lavoro con un nuovo CD e sicuramente colpirà ancora una volta nel segno.
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