TESTO
UNDICI SETTEMBRE MILLENOVECENTOSETTANTATRÉ
I piccoli Maya comandati dal sub-comandante Marcos,
i giovanissimi guerriglieri Tupac Amaru dell’ambasciata giapponese di Lima,
gli agguerriti ribelli della farc colombiane.
Ferrovecchio di idioti idealisti, di bandoleros senza ideali, senza patria e senza dio.
L’informazione sembra avere accantonato la favoletta della guerriglia
finanziata da Mosca e da Pechino, e la parabola è ora quella della narco-guerriglia.
L’informazione evita di riflettere e di spiegare; perché la guerriglia dipende,
nasce e cresce dal mezzo miliardo di persone tra il Rio Bravo e la Terra del Fuoco
che oggi, oggi, è molto più povero che ai tempi di Víctor Jara.
I guerriglieri nascono dal nulla. Non di certo dallo strapotere dei latifondisti,
dalla voracità delle multinazionali, dal debito estero,
dal Fondo Monetario, dalla dottrina, geopolitica, occidentale,
della sicurezza dei propri confini economici; dalla Microsoft, dalla Esso, dalla Del Monte;
dalla CNN, dalla DEA, dalla CIA, dalla pena di morte,
dal controllo degli armamenti.
E da Washington. Da Washington.
È l’esercito in Sudamerica l’unico potere forte. Più subdolo di un tempo.
I fotogafi del vissuto non sono ricordati per le immagini dei democidi,
per i fucili spianati sulla folla, per le orde di prigionieri rinchiuse negli stadi.
Ora, è la guerra di bassa intensità, la guerra di bassa intensità
fatta di eliminazioni fisiche degli oppositori;
in silenzio, perché i riflettori sono altrove. La guerra di bassa intensità
fatta di brogli elettorali, fata di libertà di stampa inesistente.
E non abbiamo memoria recente di generali e colonnelli sadici,
di Raiban neri, di baffi misurati; perché ora è la guerra che deve essere fatta dai molti.
Deve essere fatta dai reparti di contro-guerriglia, dagli agenti dei servizi segreti,
deve essere fatta dai sicari degli Squadroni della Morte; dai paramilitari,
dai gorilla delle multinazionali, deve essere fatta dai bravi dei latifondisti.
Ora, ora, è la guerra non dichiarata.
In passato Washington dirigeva la School of Americas di Pánama:
ebbe il merito, tra gli altri,
di addestrare i cinquantamila ufficiali degli eserciti latinoamericani;
si distinsero, medaglia all’onore, Pinochet in Cile,
Stroessner in Paraguay, Videla in Argentina,
Banzer in Bolivia, Noriega a Pánama.
Oggi Washington continua a dirigere le scuole militari
addestrando sempre nuovi ufficiali.
Non è generazione spontanea.
È Washington.
Gli obiettivi rimangono quelli di sempre
e i ragionamenti da fare sono sempre quelli di un tempo.
Così, come sempre dello stesso valore di un tempo,
sono le canzoni Victor Jara: perché all’America Latina,
in trent’anni, non è stato concesso di cambiare.
Come successe al Nicaragua sandinista negli anni Ottanta.
Come successe prima al Cile.
Undici settembre. Undici settembre millenovecentosettantatré:
colpo di stato diretto dalla Casa Bianca e da Pinochet
che metteva fine al governo di Salvador Allende,
unico tentativo sudamericano di protezionismo.
Un anno prima Kissinger aveva detto:
“Non vedo perché dovremmo restare con le mani in mano a guardare
come un paese diventa comunista a causa dell’irresponsabilità del suo popolo”.
A lui fu dato il Premio Nobel per la Pace
e a Víctor Jara furono tagliate le mani,
prima che venisse assassinato,
per avere la certezza che non avrebbe mai più suonato.
Inutile: le sue canzoni continuano a volare alte.
Continuano
a volare
alte.
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ALBUM E INFORMAZIONI
La canzone Undici settembre millenovecentosettantatrè si trova nell'album Io ricordo con rabbia uscito nel 2011.
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L'articolo Ultimo Attuale Corpo Sonoro - Undici settembre millenovecentosettantatrè testo lyric di Ultimo Attuale Corpo Sonoro è apparso su Rockit.it il 2019-01-23 14:35:51
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