Velvet under GRA

Velvet under GRA è un concept album a tema dipendenze (amore, droga, convinzioni, tecnologia, luoghi) che si pone l'obiettivo di affrontare un discorso abbastanza complesso nel tempo di diciassette minuti netti. La parola "disagio" viene, dunque, provvisoriamente strappata al divagare artistico tipico del neo pop italico, restituendo ad essa una punta di significato oggettivo. Pur avvalendosi di una giusta dose di crudezza, la comunicazione è priva di aspetti scurrili. Non si disdegna l'umorismo nero, tuttavia senza eccessi nell'utilizzo dello stesso.

"Onder 33" parla di ipocondria, esordendo con la rabbia di un individuo che perde la fiducia riposta nel suo divulgatore scientifico di riferimento.
"Il buongiorno si vede dal martirio" è l'amore tossico di due individui nella loro azione sia atavica che tecnologica ("c'ho i buffi a sonagli ti prego di tenerne conto", "... se solo tu staccassi quel socializzatore").
"Strana felicità" è forse il picco pop: una travagliata storia d'amore intrecciata nel cordone ombelicale ("La tua voce è un puttan-tour, un costante sguardo indietro", "Tagliare il cordone e farsi ricoverare per farsi ripartorire").
"Gianni" è un reduce dagli anni '80 finito a respirare interi tramonti di polvere ("dura lex sed Subutex").
"Un tuffo nel conato" è apatia.
"Nel fiore dei danni" è una ballata: un tappeto di sintetizzatori. E' l'essenza delle dipendenze.
"Velvet under GRA" (brano) è sociologia spicciola.