Invisibile la Felicità

Invisibile la Felicità

Vincenzo Di Silvestro

2015 - Cantautoriale, Folk, Alternativo

Descrizione

INVISIBILE LA FELICITÀ (di Vincenzo Di Silvestro)
“Domani è domenica”, è il singolo con cui Vincenzo Di Silvestro apre il disco, nato violinista e follemente divenuto per una volta (questa!) un cantautore. L’ incipit, che anticipa le altre sette tracce, si evolve con la featuring di Patrizia Laquidara e di Cesare Malfatti: lei - Targa Tenco 2011 e voce della colonna sonora di «Manuale d’amore» - appare con voce eccentrica trascinando l’attenzione sul suo dolce sé con un karma sempre più riconoscibile, lui - chitarrista dei La Crus, Capossela, Afterhours, Dinnings Room – raffina il pezzo con un personale imprinting e lo fa subito suo, sin dalle primissime battute.
“Invisibile la felicità” dà il titolo al disco, il testo lo ha scritto Luca Lezziero, ventitre versi, brevi ma pieni, alternati da un vibrante violino che ricorda un suono, anche quando il brano se ne va.
Un disco fatto di file che hanno viaggiato da Catania a Stoccolma, “Vieni Qui” per esempio, sembrava un pezzo già finito, ma dalla web-mail di Vincenzo parte e raggiunge Ilona Danho, cantante e percussionista siriana, cresciuta a Damasco, che dal suo studio in Svezia – culturalmente e fisicamente a migliaia di kilometri da qui - ascolta la traccia e non esita, registra i suoi toni caldi e li rimanda a Vincenzo, lui in questo brano li fonde e realizza l’osmosi musicale.
C’è “Caro Aldo”, una canzone in cui Vincenzo lascia a Noretta, moglie di Moro, versi e note che si riversano senza filtri (così come incise) in una sola notte, quella passata di fronte al ripetersi di quelle immagini che percuotono e che fanno riflettere sull’essere uomini prima che politici.
“Dormi” e “Lascia Stare” , sono due pezzi in cui - tra le parole e la musica - è la consapevolezza che parla, le sue parole si impossessano del pentagramma e si trasformano in queste due canzoni oniriche, calme.
L’unica cover tra le canzoni incise è “Nel Silenzio” di Paolo Benvegnù, ripresa da Vincenzo con voce autobiografica, una vivida espressione dell’amare senza doppio giro di chiave.
Il disco si chiude con “Scivoli via”, il pezzo che esalta molto l’anima da violinista del cantautore, la voce e le corde vibrano insieme, due modi d’essere che nel disco sembrano continuamente sfiorarsi e che finalmente in questo brano sono più che mai intimamente legate.

Credits

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