Esce venerdì 1 dicembre Acerbo e divorato, il disco d’esordio di Vipera, pubblicato da Dischi Sotterranei.
Il progetto musicale di Caterina Dufì, artista di origini salentine di stanza a Bologna, è una delle esperienze più illuminanti e sorprendenti in cui un ascoltatore possa immergersi nello scenario artistico contemporaneo.
Registrato e prodotto a Verona da Niccolò Cruciani e suonato in larga parte da lui e Caterina, il disco si compone di otto tracce – sei brani e due intermezzi – dalle sonorità eterogenee.
La scrittura è stata, in questo contesto, il punto di partenza e una costante fonte di trasformazione.
A partire dalla modellazione ritmica degli elementi minimi (sillabe, silenzi) fino alla definizione di una macrostruttura che coinvolge la prosodia dei versi e delle frasi, compaiono a mano a mano gli accenti portanti del testo nella sua interezza.
Il testo, come una prima figura di fiato, lascia scaturire la composizione sonora. Questo lavoro iniziale ha una natura ossea, elementare, che si intreccia e si modifica nel corso di un processo continuo di adattamento, all'interno della relazione con il suono e il ritmo che si sviluppa in fase di registrazione.
Da un punto di vista più ampio, questo secondo lavoro continua il percorso intrapreso nel solco dell’intermedialità con l’EP, Tentativo di Volo (2021). La costruzione sonora si articola in immagini, che si danno quando si attiva la ricerca di un senso sottile presente nei testi, cercando figure, pose, azioni che risuonino con i brani.
“Le immagini e i filmati che sono accanto a questa musica sono intesi come un documento, un archivio di gesti e azioni eseguite o osservate perché il mio stesso corpo potesse provare esperienze costruite su un ipotetico rovescio della vita vera.
Ho cercato di attivare consistenze proprie del sogno, come accade in Sogno steso al sole (quarto brano dell’album) ed esperienze capaci di approfondire una conoscenza interna, che giunge per esempio nell’ osservare e riprodurre la posa al limite dell’equilibrio che ho visto in alcune sculture di Auguste Rodin (Le génie du repos éternel) o nell’ azione esasperata (Il Matto)”.
La trama che tiene i brani del disco è accostabile alla struttura dell’albero, iconografia utilizzata spesso per raccogliere e unificare a posteriori dei rapporti di parentela e affinità narrandone la storia, per mezzo di immagini racchiuse in cerchi e disposte nei rami secondo un ordine logico o temporale.
La presenza sotterranea dell’albero, coinvolta nel titolo del disco ma mai esplicitata, è legata a due nodi tematici. Il primo è la ripetizione che deriva dallo studio del ‘periodo’ di certi processi che informano il rapporto persona/mondo. Questi processi sono legati sia al carattere, alle attitudini personali - possibilità e condizionamento - sia ai nuclei melodici e ritmici presenti nelle tracce del disco. Il secondo nodo è l’equilibrio, legato anche questo alla forma dell’albero e a una spinta in verticalità, densa e vischiosa, di evoluzione interiore.
Il titolo, Acerbo e divorato, chiama l’immagine del frutto, un frutto incompleto, e vuole evocare una sensazione di asincronia, di strappo barbaro e senza pazienza.
È un’immagine legata al sentimento della fine - che è del nostro tempo - osservata da chi si sente appena venuto al mondo ed è in dubbio sulla possibilità di avere un tempo sufficiente alla sua crescita.
Sono questi i fuochi fondamentali alla base della scrittura dei testi e della composizione di Vipera, artista sopraffina e fuori dal comune da cui lasciarsi ammaliare e conquistare, un pezzo di arte alla volta.
“ACERBO E DIVORATO” TRACCIA PER TRACCIA
IL MATTO
Brano di apertura del disco, è una ballad gotica che muta la sua natura nei ritmi della marcia, a ricalcare l’andamento forte di impulsi proprio dell’arcano senza numero dei Tarocchi di Marsiglia. La canzone costituisce un richiamo alla poesia di Claudia Ruggeri, poeta amata dall’autrice, che ha dedicato alla figura del Matto vari componimenti poetici. Il brano è protagonista di un video ispirato all’ opera di Bas Jan Ader, con riprese a cura di Federica De Rinaldis
IL MACEDONE
Uno spoken word che diventa invocazione, una finzione che si eleva ad uno stato di trance e gioca con la musica concreta e la folktronica, dove pochi elementi sonori fanno da contrappunto a un testo che alterna italiano e inglese. Magia decadente e primigenia.
TRASPARENTE (INTERMEZZO UNO)
Un ritmo ripetitivo, quasi come un respiro spezzato, fa da tappeto sonoro a nenie disturbanti, a frasi sommerse pronunciate in dialetto salentino e a elementi musicali che sembrano provenire da un altro continente, se non da un altro pianeta.
SOGNO STESO AL SOLE
Una vestizione lenta, tra rocce carsiche percorse da linee che sono crepe e indicano le future rotture dello scoglio. Le dita attraversano l’orecchio, poi le linee di un gioiello, così come si tocca una cosa apparentemente fragile di cui non si conosce la consistenza né la temperatura.
Un brano e un video in cui persiste un discorso di ricerca attorno alla posa, all’equilibrio e al suo limite.
EREDITÀ
Un profondo viaggio nell'auto-riflessione e nella comprensione di sé, con la voce di Caterina Dufì mai così limpida, distinta, declamatoria. Le immagini vive tratteggiate dalle sue labbra restituiscono un'atmosfera onirica e sospesa.
STRATEGIA
Il testo di questa canzone sottolinea la difficoltà di catturare l'essenza di ciò che ci attira, mettendo in evidenza lo iato tra vita vissuta e vita scritta, misurando la distanza tra il desiderio e la realtà attraverso la metafora potente e suggestiva dell'abisso.
ANIME (INTERMEZZO DUE)
Nella frase “L’equivalente spirituale dell’oro” (Antonin Artaud) la chiave di un pezzo che, fra allitterazioni ed equilibrio in sospensione, accompagna l’ascoltatore in un mantra sonoro senza ritmo e senza peso. Fra sogno e terra.
Il brano è accompagnato da un videoclip ideato e realizzato dalla stessa Vipera a partire dalle riprese ad una statua di Auguste Rodin, Le gènie du repos éternel, e dallo scritto di Rainer Maria Rilke, Auguste Rodin (Su Rodin). L’artista lo commenta così: “Nel mio lavoro di creazione e composizione esiste un rapporto potente con il ritorno e la ripetizione di tipologie formali consolidate nell'arte: pose, forme che mantengono al loro interno, nella sintesi figlia del tempo, un contenuto passionale che trova un nuovo significato nei contesti in cui è calato”.
L’ALLODOLETTA
L’ultimo brano è anche il più “cantato” e vocale del disco. Con parole criptiche e suggestive, la canzone tesse un'atmosfera unica: un mix affascinante di suoni elettronici e folk che le conferisce profondità e rappresenta una base sonora che sembra evolversi e trasformarsi, con gusto terreno ed emotivo, fra sperimentazione e avanguardia.
Acerbo E Divorato
Vipera
Descrizione
Credits
Acerbo e divorato, 2023, Dischi Sotterranei
Scritto da Vipera">Vipera
Prodotto da Niccolò Cruciani
Registrato tra Verona e Milano da Niccolò Cruciani, Francesco Ambrosini, Marco Giudici.
Suonato da Vipera">Vipera e Niccolò Cruciani. La chitarra classica in Sogno steso al sole è di Andrea Gerardi. Annalisa Vetrugno e Carlo Cornacchia hanno suonato ne Il Matto. Giulio Stermieri ha realizzato il suono in apertura ad Anime. Marco Giudici ha suonato Wurlitzer, basso e sintetizzatori ne Il Matto, Eredità, L’allodoletta.
Fotografia e postproduzione di Alessia Rollo, l’opera in ferro e legno è stata realizzata da Damiano Miglietta su disegno di Vipera">Vipera. L’opera in ferro battuto è stata realizzata da Antonio De Luca e Damiano Miglietta su disegno di Vipera">Vipera.
Abiti e ornamenti realizzati da Enrica Marangio (Volto Santo EAM).
Scritta di Acerbo e Divorato realizzata in mosaico da Orodè Deoro su disegno di Vipera">Vipera.
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