La mappa della resistenza

Manifesto

Beato il popolo che non ha bisogno di eroi. E nemmeno di martiri, di guerriglieri, lanciatori di cuori oltre gli ostacoli, sfidatori di mulini a vento, pokeristi eternamente in All In. Beato il popolo che all’occorrenza, e in minima parte, sa essere tutte queste cose assieme.

Tipo adesso che la situazione è grave, ma non come le altre volte. Perché è vero che ci siamo abituati a spostare il punto di non ritorno sempre un poco più là, ma non bisogna essere dei terrapiattisti per capire che non si può più dare per scontato l’orizzonte.

La musica dal vivo manca da troppo tempo, il silenzio si è fatto assordante. E nel frattempo si stanno perdendo professionalità e motivazioni, la fiducia nel futuro. Che è tutto ciò che muove le cose.

Per questo Rockit ha dato vita a una Mappa della Resistenza. Siamo del tutto consapevoli del peso, della sacralità di questa parola: se la usiamo è perché pensiamo che qui sia in ballo la vita delle persone. In senso figurato, certo, ma nemmeno troppo. In discussione oggi è la possibilità di tutti noi di fare ciò per cui ci sembra di esistere, e di goderne collettivamente.

La musica dal vivo è qualcosa di molto prezioso, è passione in purezza, la parte più sana di un’industria di cui in tanti facciamo parte. Qualcosa che vale la pena difendere.

Abbiamo pensato e ripensato a cosa potessimo fare per dare una mano a un settore e alle persone che lo animano. In questi mesi abbiamo cercato di fare la nostra parte accendendo riflettori, creando dibattito e connessioni, anche facendo i necessari mea culpa. Ora vogliamo offrire un piccolo strumento in più, una cartina del nostro Paese da costellare – speriamo fino a incendiarla – di concerti.

La Resistenza sta tutta qua. Organizzare un live, partire per un tour, scegliere di non mollare la musica costi quel che costi, dopo l’ultimo anno e mezzo, è un atto di fede. Ci siamo arrivati tutti stanchi, con poche risorse e nessuna certezza. Montare quel palco, attaccare i cavi e provare le luci in queste condizioni è qualcosa di profondamente “politico”. Non lo si fa per guadagnare e nemmeno per sopravvivere, ma per tornare a risplendere.

Sarà bello vedere l’Italia riempirsi di fiammelle, come una metropoli illuminata quando si atterra in aeroporto di notte. E, speriamo con il cuore, questa mappa e la visibilità e il sostegno che riusciremo a dare a tutti coloro che si sbattono per la musica in Italia sarà utile a chi ha tanto a lungo sofferto, aspettato, stretto i denti e sperato.

Anima in spalla, per rimanere vivi.