AfterhoursHai paura del buio?1997 - Rock, Noise, Alternativo

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Agnelli e soci in quello che è il loro capolavoro.

Parlare da dilettante a proposito di quest'album non é un compito facile, tanto che per tessere le lodi di un lavoro del genere tutta la critica specializzata del settore (da "Musica! Rock e altro" fino a "Buscadero", passando per "Rumore", "Rockerilla" e "Il Mucchio Selvaggio") ha dedicato ampi spazi all'interno delle riviste. Tutti d'accordo su un fatto: Manuel Agnelli sa fare il suo mestiere! Di questo ce ne eravamo accorti soprattutto fin da quando uscì il precedente capolavoro "Germi", composto da una stella come "Dentro Marylin" (di cui Mina ne ha fatto una cover accettabile!) e da episodi indimenticabili come "Strategie", "Ossigeno" e la stessa title-track. Dopo aver atteso due anni ci ritroviamo con "Hai paura del buio?", un'opera che deve far riflettere, in quanto la prima cosa che risalta é che il nostro cantante/compositore e produttore (a tempo perso) dovrà non più confrontarsi col passato, ma fare i conti col futuro! Proprio così: Agnelli ha aperto di fronte a sé porte di cui solo gente come Steve Albini aveva in mano le chiavi. Ora invece noi ci ritroviamo nello Stivale un personaggio che riesce a miscelare le atmosfere più disparate, confinato tra l'incredibile spazio ai cui estremi troviamo rumore e melodia, dove vengono seminate note e suoni di un'originalità particolarissima: a volte sprazzi di lo-fi tipo "1.9.9.6.", "Senza finestra" e "Musicista contabile", altre volte incredibili pezzi che lasciano senza fiato ("Lasciami leccare l'adrenalina", "Dea", "Sui giovani d'oggi ci scatarro su" e la nirvaniana "Male di miele"), e infine ballate arrangiate prima con piano e archi ("Mi trovo nuovo", "Come vorrei") e poi altre caratterizzate dal sound tipico del marchio Afterhours ("Voglio una pelle splendida" e la fantastica "Pelle").

L'aspetto curioso é che il lavoro fatto dal gruppo milanese è caratterizzato da un approccio che rifiuta ogni tipo di schematismo; ed é perciò gioco-forza paragonare il disco a "Mellon collie..." e la personalità di M. Agnelli a quella di Billy Corgan, al quale, sia ben chiaro, ha da invidiare solo la nazionalità. Se quotidianamente subiamo canzoni come "Elymania", "Veleno" e "Rapace", solo per non ripetere altri titoli, dobbiamo ringraziare l'ispirazione di un signore che sta dimostrando sul campo il suo valore, anche quando si tratta di scrivere delle liriche affascinanti per le immagini che riesce a creare. Pensare poi che dalla pre-produzione al momento dell'entrata in studio sono state eliminate altre 20 canzoni, viene da chiedersi quando uscirà il "Pisces iscariot" italiano, tanto per rimanere in ambito di confronti, siccome proprio quell'album degli Smashing Pumpkins contiene episodi a volte superiori ai "lati a" dei singoli. Forse abbiamo esagerato troppo nei paragoni, ma sono utili per capire lo spessore del leader degli Afterhours, capace di distinguersi per le sue effettive capacità che lo rendono musicista completo sotto ogni punto di vista.

"Germi" e "Hai paura del buio?" contengono spunti decisamente nuovi per il panorama della scena rock italiana, sempre più tesa verso la ricerca di nuove sonorità e ormai matura a confrontarsi con i giganti d'oltreOceano e d'oltreManica.

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La recensione Hai paura del buio? di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1997-11-17 00:00:00

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