Guido Maria Grillo Non è quasi mai quello che appare 2011 -

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A distanza di un anno (il suo esordio risale al 2010), Guido Maria Grillo torna in punta di piedi con la sua musica carica di atmosfera e di parole: l'album si intitola "Non è quasi mai quello che appare" e parla d'amore struggente, di nostalgia, di rabbia, di delusione: di vita, insomma.

Rappresentante di un cantautorato italiano alla De André, sempre in bilico tra il guardare al glorioso passato (come dimostra la cover "Il sogno di Maria") e volersene in qualche modo allontanare, il musicista salernitano trapiantato a Parma lavora con voce, strumenti e parole, per creare composizioni che non lasciano nulla al caso. Una musica ricercata fatta di pianoforte, violino e chitarra, che ipnotizza l'ascoltatore, impegnato a districare sussurri (quasi) maledetti. Perché Grillo ha un'inclinazione al voler dipingere la parte più ferita dell'anima, al ricercare le trame della sofferenza vista in senso lato: dalla precarietà della condizione umana (come in "Preghiera") a quella dell'immigrato ("Il tango dei naufraghi"), passando per la forza fragile delle promesse d'amore ("Avrò cura di te") e il senso d'abbandono del brano "Io come un cane", da cui l'album prende il titolo: "ma il mondo non è quasi mai quello che appare, la vita poi sa prenderti per mano e abbandonarti come un cane"

Il risultato, quindi, è un album fatto di buio, di sentimenti e stati empatici, che si distingue però per una voluta ricercatezza estetica che mitiga la cognizione del dolore. Quasi che l'autore sia più un cronista che un protagonista. E, in questo caso, non è affatto un male.

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La recensione Non è quasi mai quello che appare di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-08-23 00:00:00

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