Tra avant-blues, attitudine mantrica e futuribile folk, il duo Bernacchia/ Sideri immagina una possibile evoluzione delle radici.
Avant-folk, potremmo definire la materia in oggetto, un contenitore sulfureo di folk, Delta-blues, mimica teatrale e disturbi sonori, all’incontro tra due artisti di diversa estrazione: Marco Bernacchia, marchigiano, fondatore di fatto del progetto Above the Tree, dedito al sonoro e al visivo, e Matteo Sideri, qui a prendersi cura di tamburi e percussioni.
Il blues polveroso di “On The Road”, apre in sordina, con una traccia che muove per accumulo, tra acustica e pattern di drum machine, a richiamare le ibride elucubrazioni di un Dan Matz, attitudine confermata dalla successiva “China”, in cui il primitivismo percussivo sistema sullo sfondo un’Africa mantrica e deserticamente supernaturale (suggestione costante del lavoro, esemplarmente nell’elettrica “Safari F.C.”, in cui si ravvisano anche tribalismi da indiani d’America).
E’ un’operazione riuscita, quella del duo, poiché risulta davvero complicato “evolvere” il genere senza cacciarsi nel cul de sac del già-detto, o, peggio ancora, verso orizzonti di un onanismo ostico, e, anche se non tutti gli episodi godono della medesima grazia, nondimeno il disco scorre su un flusso omogeneo di creatività ed espressività, per un blues d’avanguardia che farà felici gli appassionati. O di una plausibile evoluzione delle radici. Roots, bloody roots…
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La recensione Wild [W/ Eside] di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-01-10 00:00:00
COMMENTI (2)
coraggioso intelligente curioso attuale.... 7 youtube.com/watch?v=F7M4zz6…
fichissimo