Cinque artisti per altrettanti remix: un ep che gira intorno a “S” affrontandolo da diverse angolazioni senza dimenticare mai la bellezza. E la strada verso casa.
Ho guidato a lungo stanotte, e l’ho fatto senza capire bene dove stessi andando. Tanto, alla fine, l’obiettivo è quello di riconoscere un incrocio, un inconfondibile trittico di alberi, la panchina dove hai dato il primo bacio: e arrivare a casa, che poi è dove senti che tutto, ogni parte del viaggio, si ricompone chiaro per diventare già ricordo. Questa sensazione di ricerca che tende a girare intorno a un riferimento certo è per me l’essenza di ogni remix, esperimenti che, tra il battere e il levare, cambiano strada, rallentano, prendono scorciatoie o direzioni opposte, rendono il percorso più intenso o meno semplice, comunque diverso. Prendi “S” dei Drink To Me, un disco bello di una bellezza compiuta, piena, come la presenza contemporanea di tutti i colori del mondo, quella bellezza lì, che non ha bisogno di aggettivi iperbolici perché mentre parli ti è già arrivata: ché se poi non ti piace non dirai mai che non ti arriva lo schiaffo sonoro, dai.
Dunque prendi “S”, dallo in pasto ai generatori d’elettronica detentori del segreto per il perfetto mixtape ed ecco un ep che gira stili e mood con un gradevole savoir-faire: così il sound espanso che bacia l’universo e s’affaccia alla finestra di fronte per cantarti di “Henry Miller” finisce nelle mani di Dariella degli Amari (nascosto dietro il moniker Bunuel's Sound Of The Wall) che lo immerge in acqua ovattata quasi fosse sottovuoto per poi caricare e partire in kite surfing, accelerando tra nuvole e aria, cambiando punti di vista, ritmi, effetti. Oppure lo stupore di “Picture Of The Sun”, fatto di gocce pop al cioccolato e morbide prese proprio quando ne hai bisogno, che si ubriaca e mostra vene sexy e giocose come un lunapark di arcobaleni psichedelici, con i Casa Del Mirto in una veste differente, lontana dalla chillwave e affine piuttosto alla freschezza dei pensieri in un pomeriggio di luglio come questo. E poi l’attitudine al ballo intelligente con rima di “Space” diventa con i Silent Panda | Deadly Panda una sorta di soundtrack per fenomenali videogames dove sconfiggere mostri per ottenere cocktail gelati tra mille riverberi, e l’ipnotica “Future Days” che va dritta come un flusso continuo di godibilissime particelle sonore si avvolge ancor più su se stessa fino allo sfinimento mentre i piedi degli Esperanza seguono passi di puro elettropop con un velo di malinconia anni ottanta. Chiudono gli Atari, che trasformano l’asciutta “Disaster Area” e i suoi spigoli, e le linee dure per tenere il tempo che cedono a tentazioni di sorrisi smaglianti, in un brano che ricorda le estati tra pop e psichedelia che tanto amavamo nei primi nineties, quando eravamo felici per le giornate passate a non far niente in shorts.
Regalo per gli abbonati all’iniziativa Became an Unhipster, disponibile per tutti gli altri solo attraverso lo shop di Unhip Records, ai concerti della band e negli store digitali, “RmxS” è una prova affrontata col piglio giusto, interessante e multicolore, che trasforma la bellezza prendendo nuove strade, direzioni o percorsi, con la mente verso l’orizzonte e il sangue che scorre per portarti, alla fine, verso casa.
---
La recensione rmxS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-07-09 00:00:00
COMMENTI