I riferimenti ci sono tutti, le chitarre sono dissonanti, l’atmosfera è rarefatta e disossata, ci sono punte di dramma degne dei migliori momenti dei padri e pure qualche sprazzo di leggerezza in più
Coevi degli Slint, i Codeine da New York, col poco di quattro dischi alle spalle, hanno codificato la cifra di un suono, monolite epocale e vera e propria etica, noto al mondo come slow-core. Ciò che ne è conseguito, come paradigma fenomenico, è la più o meno sincronica filiazione mondiale, e la replica più o meno fedele, più o meno seriale, di quel preciso suono, testimoniato dalle opere e omissioni di centinaia di band dalle più svariate latitudini.
La lentezza estenuante, l’elogio del passo mogio e strascicato, rovesciante le più ‘veloci’ premesse del coevo grunge, trova la sua ennesima rinnovata ragion d’essere in questo accorato tributo, che compare in contemporanea con la reunion della band, che, dopo ben oltre 17 anni d’assenza, torna a calcare le scene col nuovo "When I See the Sun".
Si sa, l’operazione tributo ha sempre un che di nostalgico, raramente esaltante, molto spesso annidandosi nelle sue pieghe il pleonasmo bell’e buono o il rimpianto canaglia. Fortunatamente non è il caso di questo disco, sforzo congiunto della White Birch Records in collaborazione con Stordisco e Stop Records, in cui le 13 band coinvolte dimostrano (quasi) tutte d’esser all’altezza della situazione.
I riferimenti ci sono tutti, le chitarre sono dissonanti, l’atmosfera è rarefatta e disossata, ci sono punte di dramma degne dei migliori momenti dei padri e pure qualche sprazzo di leggerezza in più, che contribuisce a togliere la polvere che sempre (è inevitabile) si accumula negli angoli del tributo.
Molti gli highlights del disco, sui cui per personalità, e ‘mestiere’, spiccano The Marigold (monolitica, “The Gravel Bed”), Werner (“Broken Hearted Wine”) e una bella interpretazione dei Ka Ma Te Ka Ora (“Cave In”). Stavolta, vale davvero la pena misurarsi con i classici.
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La recensione "I Hope It Shines On Me - a tribute to Codeine" di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-06-28 00:00:00
COMMENTI (1)
qualcosa di stimolante finalmente...... d'accordo sui preferiti di Valenti a cui aggiungerei Crimen e Derma, non proprio all'altezza Baby Blue e Gentless3