DA HAND IN THE MIDDLEL'éducation sentimentale2013 - Jungle, Blues

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Una versatilità funambolica, e un'éducation sentimentale ancora in divenire

I Da Hand in the Middle sono dei funamboli, questo è il punto di partenza. Si contano sulle dita di una mano le band italiane che riescono a spaziare in modo così naturale tra un genere e l'altro (spesso agli antipodi), tra una lingua e l'altra, tra un'atmosfera e l'altra. Loro ci riescono, ci avevano stupito con il disco precedente, e continua a stupirci la loro capacità di stare in equilibrio sul filo a svariati metri d'altezza.

In questo "L'éducation sentimentale" troverete le chanson ("Cain va en France"), pregevolissimi rock'n'roll tex-mex ("El Carcion Fumante", "55 Fire"), sperimentazione abbastanza estrema ("In Tango"), post-disco quasi alla Elio ("Barry Gibb"), blues-funk ("Vagner Love"), e molto altro. Tutto fatto talmente bene da sembrare una compilation e non un disco di uno stesso gruppo.

Certo, c'è chi potrà obiettare che una compilation, o uno spettacolo di funambolismo, può annoiare perchè manca di qualcosa, di qualcosa in particolare: potremmo definirlo il filo conduttore emotivo. L'avere qualcosa di veramente proprio da comunicare, senza filtro. Che poi è anche la prima ragione che dovrebbe spingere qualcuno a intraprendere una qualsiasi forma d'arte.

Ora, io non credo che i DHINTM siano del tutto privi di questo aspetto, sarei ingeneroso, e ingiusto nei confronti di un pezzo come, ad esempio, "You two look a lot alike". O di "Study hall", impeccabile, arrangiato benissimo, cantato con la giusta intenzione: eppure già lì si avverte che questa emotività, pur presente, sembra osservata, trascritta, riscritta alla perfezione, ma da dietro un vetro. Ancora di più nell'acustica "A ballad of the Mulberry Road", con quel bell'arpeggio un po' Jim Croce, che però a differenza del cantautore italoamericano non riesce mai a parlare al cuore, e continua a rivolgersi alla testa. La quale però già ha dato tantissimo per seguire i percorsi intricati e sovrabbondanti di stimoli del resto del disco.

Ecco, forse questo, l'eccessiva cerebralità, può essere l'unico difetto di un album per tutti gli altri versi sorprendente. Ma può anche essere che l'éducation sentimentale dei Da Hand in The Middle sia ancora in fase di definizione, e non ci sarebbe nulla di male. Lasciamo loro un po' di tempo, che fortunatamente non hanno molto altro su cui c'è bisogno di lavorare.

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La recensione L'éducation sentimentale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-01 00:00:00

COMMENTI (6)

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  • burglur11 anni faRispondi

    spaccano proprio questi ragazzi :)

  • iocero11 anni faRispondi

    ...boh...

  • ugola11 anni faRispondi

    ironia che non cogli.. ;)

  • rudefellows11 anni faRispondi

    o forse la colgo anche, e forse intuisco cosa intendi. Ma mi sembra che definire "sorprendente", "funambolico", "pregevolissimo" un disco dia sufficientemente l'idea del fatto che apprezzo la loro proposta, non ti pare?

  • rudefellows11 anni faRispondi

    ciao Mario, ovviamente come si evince dalla rece hanno stupito moltissimo anche me. Ma non capisco cosa intendi per "usare sempre le stesse parole", non rischierebbe di essere noiosa una recensione in cui si ripetono sempre le stesse parole? Forse c'è dell'ironia che non colgo?

  • ugola11 anni faRispondi

    bella la tua recensione, peccato che hai usato tutte quelle parole diverse tra loro, se ripetevi sempre le stesse parole forse era meglio....... è una delle cose piu belle di questo gruppo non avere un filo conduttore.

    sono uno dei gruppi indipendenti piu incredibili che esistano in italia.