Tradizione e sperimentazione, pop e shoegaze: questo EP suona da dio
Tipo uno schiaffone annunciato da un sorriso. “A Looong Big Yeah” è la scheletrica introduzione dell’ep dei My Violent Ego, “May You Find Yourself”: una batteria frenetica e disturbante, una chitarra dall’accordatura creativa e una voce ipnotica come una cometa d’agosto. Il pop sconnesso del perfetto shoegazer è tutto qui, poco più di settanta secondi a metà tra il caotico rigore di Kevin Shields e il rigoroso caos dei Ride.
Il duo mastica le note giuste e sa dosare tradizione e deragliamenti senza lasciarsi intrappolare da formule e rimandi. “Wasted Moments” è una ballata insolita, divisa tra il drumming su di giri e l’incedere sonnolento e sognante di chitarra e voce: una canzone che alla prova d’ascolto ha una sua gran ragione d’essere. “Gloryego” è più in linea con i soliti standard, ma l’arrangiamento scarno le conferisce un fascino inedito e irresistibile. Un pugno di brani, insomma, minimali ma dal senso decisamente compiuto. Poi leggi che dei My Violent Ego fa parte Paolo Miceli degli ottimi Sea Dwellers e capisci perché “May You Find Yourself” suona come Dio comanda.
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La recensione May you find yourself EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-01-14 00:00:00
COMMENTI (1)
ogni tanto si sente qualcosa di decente in Italia oltre al solito marciume neo cantautorale, BRAVI !!