Primo disco su etichetta per la band psichedelica modenese, che sta cominciando a prendersi un po' di meritate soddisfazioni
Ormai è ufficiale, è tornata di moda la psichedelia. Venti incrociati anglo-australiani preannunciano, e pian piano ci si accoda anche noi, a dire il vero un po' più rapidamente di quanto accadeva anni fa. Poi c'è chi questo genere lo suona da un decennio e comincia a prendersi finalmente un po' di (meritatissime) soddisfazioni, senza peraltro cambiare modo di suonare, fedele alla linea che ha scelto e impermeabile ai dettami della corrente che va per la maggiore in questo momento.
Ad esempio il maranellese Pip Carter, che con la sua banda ha cominciato nel 2005 autoproducendosi i dischi, uno più interessante dell'altro (noi l'abbiamo scoperto un paio d'anni fa, non sto a farvi stavolta il riassunto delle puntate precedenti ma questo e questo link dovrebbero bastare) e oggi, pochi giorni dopo aver stipato un locale come il Vibra, se ne esce con il primo album su etichetta, la Heyman di Ravenna.
Un bel traguardo che si aggiunge a quelli già raggiunti, sopratttutto all'estero, in passato: passato che Pip tutto fa che tranne rinnegare, con questo suo "Double drop", che è composto per metà dai migliori pezzi del precedente disco autoprodotto "I see you by my side" (la title-track, "Move your mind", "People") e per metà (la side B del vinile) di nuove composizioni, sette per la precisione.
Tra queste si segnalano "Some girls", che comincia pigra e nostalgica per poi salire a metà pezzo, la teatrale "Dead horse", che ospita una lunga digressione ai confini con l'ambient, l'articolata e pensosa "I'm going away" in chiusura. Ma più di tutte spicca "Lisergic beehives", non a caso collocata in apertura del secondo lato: una squisita cosetta pop di due minuti, tanto appiccicosa quanto weird, alla maniera di quelle dei migliori Love, ma che in realtà ha molto in comune con le diverse atmosfere che i Pip Carter Lighter Maker hanno attraversato nella loro produzione, a cui aggiunge solo pizzico di solarità in più. Una piccola ciliegina sulla torta, a suo modo, in attesa della prossima infornata, che attendiamo con la consueta impazienza.
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La recensione Double Drop di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-04-23 00:00:00
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