Dalle mele agre ai ciliegi, con grinta punk e grazia beat
Se siete allergici agli hipsterismi evitate accuratamente di guardare il video di “Il lago dei ciliegi”. Il salottino sotto l'albero, le valigie del nonno, i vestitini, il mangiacassette e i telefoni con la rotella potrebbero procurarvi uno shock serio al punto da farvi detestare anche la relativa canzone, che ha sì la caratteristica potenzialmente odiosa di essere “carina” e con quel gusto yé-yé tanto caro a uomini barbuti e donne con la cartella delle elementari come borsa, ma bisogna essere onesti e ammettere che ha un potenziale pop che spacca assai.
E gli altri pezzi non sono da meno: l'essenzialità del duo chitarra-batteria si declina in un beat frizzante e sentimentale da Italia del boom (emblematica la scelta della cover rispettosa ma non pedissequa di “Cuore” di Rita Pavone) reso meno zuccherino da grintose iniezioni di punk più o meno pop (“La mia collezione impossibile” è unCaterina Caselli meets Prozac+) e il noise indolente della scazzata “Producers”.
Consigliamo quindi di ignorare l'idiosincrasia per gli oggetti di modernariato appesi ai rami e ascoltare per bene “Il lago dei ciliegi”, anche perché tutto il resto di quest'esordio è forte ed elegante, selvaggio e amabile come un esotico felino.
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La recensione IO e la TIGRE ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-09-17 00:00:00
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