Invers Dell'amore, della morte, della vita 2015 - Rock, Indie

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Gli Invers raccontano il presente con una forza e un impeto sbalorditivi in un disco davvero riuscito.

Al tempo della recensione di "Montagne", il singolo che anticipava questo "Dell'amore, della morte, della vita", mi ero sbilanciato nei confronti degli Invers: i 3' 45" di "Montagne" rappresentavano infatti un ottimo segnale per ciò che sarebbe potuto essere di lì a poco con l'uscita dell'album. Anzi, come dichiarato proprio in sede ci recensione, andavo a recuperare anche il loro esordio, constatando che già dai tempi di "Dal peggiore dei tuoi figli" questo terzetto della provincia di Biella avesse ben in mente il sound sul quale costruire la propria cifra stilistica.

La conferma è oggi rappresentata da queste 10 tracce, che vanno a comporre un disco superlativo. Era infatti da tempo che non sentivo una band così abile nel recupero di sonorità tipiche del rock italiano anni '90 e '00, brava a tal punto da rinverdire quei fasti senza farli rimpiangere. Qui dentro ci sono tanto le chitarre dei Marlene Kuntz ("Così come la morte") quanto la poetica degli Estra ("Ciò che è meglio", "Io sono"), il tutto filtrato secondo la sensibilità e il vissuto del terzetto. A tratti si percepiscono finanche echi dei Ministri ("Abbiamo sentito dire che chi frequenta le chiese da quando é piccolino da grande potrebbe avere disturbi di tipo sessuale") e dei Verdena più acerbi ("Sopra le luci della citta") in una sorta di effetto centrifuga in cui sonorità new-wave e costrutti post-punk completano l'insieme alla perfezione, anche grazie alla scelta di far masterizzare il disco al The Exchange di Londra da parte di Mike Marsh (già al lavoro con Franz Ferdinand, Kasabian e Savages).

Il risultato, dopo questa sfilza di nomi con un certo peso, depone totalmente a favore degli Invers: "Dell'amore, della morte, della vita" racconta il presente con una forza e un impeto davvero sbalorditivi, fondendo testi e musica in un'alchimia personalissima. Certo, magari il racconto avviene con un approccio nichilista, ma sarebbe paradossale attribuire eventuali colpe alla band; come raccontano loro stessi "alle volte uno solo, altre volte due, oppure tutti insieme nello stesso brano, questi tre concetti vengono costantemente riflessi nei testi, attraverso i racconti di storie di persone, vicine e lontane, unite e divise, presenti e passate, in continua sospensione tra tutto ciò che non ci si aspettava di dover affrontare e ciò che si aveva e che ora non si ha più".

Insomma, bravissimi e un plauso per la scelta di rendere libero il download del disco sul sito, iniziativa che, per una band indipendente nel 2015, dovrebbe rappresentare uno dei pilastri fondamentali per la diffusione della propria musica.

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La recensione Dell'amore, della morte, della vita di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-03-14 09:00:00

COMMENTI (5)

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  • marcoarz 9 anni fa Rispondi

    Belle canzoni, bravi

  • faustiko 9 anni fa Rispondi

    @Dimitri_87 perché penso sia un falso problema. Non esistono band originali, al massimo band/autori con personalità più o meno forti...

  • Dimitri_87 9 anni fa Rispondi

    Perché?

  • faustiko 9 anni fa Rispondi

    Rispetto agli Io?Dramma hanno dalla loro la compatezza e un suono più omogeneo. Sull'originalità: é un tema su cui non mi soffermo più.

  • Dimitri_87 9 anni fa Rispondi

    A me ricordano di più io?drama..i testi vagamente ispirati a teatro degli orrori.Nel complesso non li trovo molto originali, preferisco le musiche alla parte voce/testi.