Africa UniteIl Punto di Partenza2015 - Reggae

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Non è il disco più accessibile della discografia della band, ma forse quello più lucido, disincantato, denso: a distanza di quasi trentacinque anni dai loro esordi il dualismo tra le due anime degli Africa Unite riesce ancora a sorprendere

Cinque anni sono passati dall'ultimo disco in studio, e qualcosa è cambiato per gli Africa Unite. È il momento di lasciare da parte l'ottimismo, le rassicuranti positive vibrations, per parlare di ciò che succede intorno a noi: lo faceva spesso e volentieri anche Marley, ed è un aspetto sempre presente nei dischi della formazione di Pinerolo, quando più quando meno.

In questo caso di più, in primis con brani come "L'esercito con gli occhiali a specchio", in cui partendo da uno spunto di Quit The Doner si sviscera l'ipocrisia della società "social", in una sorta di versione aggiornata al 2015 di "Soffici sapori"; o "Ritratti" ("Cosa veramente sai / di me / cosa speri di ottenere / cero") e "Riflessioni", in cui i sassolini che Bunna e Madaski si tolgono dalle scarpe sono rispettivamente personali e musicali ("Riflessioni" è un'articolata analisi e sconfessione dei tanti cliché che attraversano il mondo del reggae, a tutti i livelli).

Le atmosfere sono spesso cupe, la mano elettronica di Madaski si sente molto presente, ma anche i brani che a un primo ascolto sembrerebbero più solari ("La teoria", "Il volo", il già citato "Riflessioni") rivelano un'anima complessa, da scoprire e far propria col tempo.

Così come quelli che si guardano indietro, alla ricerca del punto di partenza che dà il titolo al disco ("L'attacco al tasto") e dei momenti più belli passati insieme a chi segue da tempo il progetto (la bellissima "Thanks and praises") non lo fanno con la tiepida nostalgia di chi è in pace con se stesso, ma con lo spirito combattivo di chi vuole trarre frutto dalla propria esperienza, utilizzarla per decodificare (e far decodificare: come canta Bunna, "esprimere con massima chiarezza") un mondo che è cambiato radicalmente nel giro di una manciata di anni.

Forse proprio qui sta la chiave per capire questo nuovo disco degli Africa Unite, che non è indubbiamente tra i più accessibili della loro ormai corposa discografia, ma che forse più di ogni altro è denso di contenuti, e tanto disincantato nel leggere la realtà quanto lucido nel proporre una propria personale soluzione. I due volti della band, il dualismo tra lo yin di Madaski e lo yang di Bunna che a distanza di quasi trentacinque anni dai loro esordi riesce ancora a rinnovarsi e a stupire, a coinvolgere, far ballare e riflettere al tempo stesso: sarà che "quando il tocco è maturo e la tecnica fluida / il suono plasma l'aria".

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La recensione Il Punto di Partenza di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-05-22 09:00:00

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