Una rivoluzione covata per anni tra le braci della new-wave
Il generale Lavr Kornilov nell'agosto del 1917 si ammutina contro il governo provvisorio di Kerenskji dando così avvio, di fatto, alla Rivoluzione d'Ottobre russa. Ma si sa, le rivoluzioni anche se si possono compiere in un solo giorno, hanno una gestazione molto più lunga. Così la Rivoluzione d'Ottobre, secondo gli storici, prende avvio nella seconda metà dell'Ottocento, sostanzialmente, in quel milieu culturale tratteggiato ne "I demoni" di Dostoevskij.
Allo stesso modo l'omonimo album dei Soviet Ladies parte da lontano, ovvero nel 2006 quando Gastone "Belsen" Penzo, Matteo Marenduzzo e Luca Andretta iniziano a formare il nucleo della band. Ma, per varie ragioni, i tempi allora non erano maturi. Ritrovatosi nel 2012 con un nuovo spirito e maturità, i Soviet Ladies hanno buttato le basi per questo s/t.
Un album ricco di stile e di spunti interessanti, dominato da una nota new-wave molto rigorosa e "fedele alla linea" dettata dal post-punk, non priva però di una personalità che è l'amalgama identitaria dell'intero lavoro. Interessantissima ad esempio "Transitaliana", già a cominciare dal nome, una sorta di ballata gelida, in cui i synth svolazzano mentre la batteria suona marziale e la chitarra satura l'atmosfera di elettricità.
Nonostante le coordinate dell'album siano chiare ed evidenti sin dal primo pezzo, "Disco Pistols", tirato e secco come un pugno in pieno costato, vi sono momenti più rilassati, più ampi e vasti, per così dire. In "Kiev", dove continua il rimando alla storia sovietica ("Cyberia", "Transitaliana" gli altri titoli di questo filone), l'orizzonte spazia, grazie al perfetto impasto tra chitarra, batteria, basso e voce, che riescono a dare un'anima intima e suggestiva al pezzo.
Ma quest'album è tutt'altro che omogeneo. Quindi contrariamente a certi paesaggi russi, quasi raggelati nella loro univocità, "i campi, senza l’uomo, erano divenuti orfani, come colpiti in sua assenza da una maledizione" per citare Pasternak, ogni tanto s'incontrano momenti inaspettati. Ecco "San Salvador" che, grazie ad un riff di chitarra immediato e schietto, non sfigurebbe certo in un qualsiasi album di una indie-rock band targato 2007.
I Soviet Ladies (che prendono il nome dall'omonimo studio di registrazione di Padova) in quest'album d'esordio, uscito per Dischi Soviet Ladies/Audioglobe/Believe Digital, proseguono insomma con piena autorevolezza la tradizione, ormai la "grande tradizione" musicale del Nord-Est italiano, così attento per le sonorità noise/wave. Scordatevi l'Internazionale e “sul ponte sventola bandiera bianca”: i tempi sono cambiati, le rivoluzioni si fanno a colpi di synth e riff glaciali.
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La recensione Soviet Ladies di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2015-11-20 10:00:00
COMMENTI (3)
Grandissimi Soviet Ladies, bellissimo disco !
Bellissimo disco, complimenti!!!!!!!!!!!!!
D I S C O N E !!!!