Ed Laurie & Straw DogDark Green Blues2016 - Cantautoriale, Rock, Blues

Disco in evidenzaDark Green Bluesprecedenteprecedente

Un disco nu-blues come non se ne sentono molti, vintage eppure attualissimo.

Convincente e pieno il nuovo disco di Ed Laurie & Straw Dog, cancella totalmente l'idea di vecchio dal genere blues, restituendo all'ascolto undici canzoni scritte bene e suonate ancora meglio. La pace sensoriale si realizza in questo "Dark Green Blues", che è un disco per tutti, anche per chi fa della melodia scanzonata una ragione di vita.

La difficile operazione in cui riesce Ed Laurie è di risultare fortemente pop pur mantenendo una solidissima radice nella tradizione black della vecchia america. Elementari nei riff ripetuti, le tracce di quest'album sono attraversate da una vibrazione positiva che è difficile da non percepire e il sassofono ne è la chiave: la curva d'ottone morde ogni momento nei pezzi diventando vera e propria cifra stilistica dell'intero disco, una manna dal cielo per chi è stanco del solo blues improntato sulla chitarra.

Cantautore esperto, Ed Laurie arriva alla quarta pubblicazione dopo aver sperimentato sonorità lievi e caute nei precedenti ep, stavolta invece affonda i colpi in maniera decisa: brani come "Pray that way" e "Emperor you fool" suonano intensi, con arrangiamenti e cura sonora da avvicinarsi ai brani degli Hazy Malaze di Neal Casal e al più recente Nick Cave (quello di "Dig, Lazarus, dig!!!").

Cupo e caldo malinconico per lo più, ma anche ritmato e soul come in "Cruel kind of love", pezzo da Motown con finale honky-tonk, piano e sassofono ridotti all'osso ma comunque fondamenta di un suono vintage e attuale insieme. La voce del cantautore londinese, riverberata e chiara, è presentissima in tutti brani, un vero e proprio strumento che suona vivo e perfetto nel descrivere le sfumature del blue feeling, la sensazione di musica in vinile che nascono ascoltando alcuni passaggi di "Fig tree" è un viaggio sonoro poco scontato per un disco del 2016.

"Dark Green Blues" è un ottimo album, prodotto in Italia ma con connotati prettamente anglosassoni, una gemma di stile che non si deve perdere. La filosofia del "trip the wire" che stavolta si annoda come muschio alle pesanti pietre del blues.

---
La recensione Dark Green Blues di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-04-13 10:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autoreavvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussioneInvia