JennyPennyFullEOS2016 - Folk, Acustico, Ambient

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Un esordio intimo, liberatorio e introspettivo. Un album destinato a impressionare per la sua leggerezza ed emotività.

Pochi artisti hanno il talento sufficiente per esplorare un nuovo territorio musicale e per liberare idee che non erano mai state pensate prima. Soprattutto pochi artisti posseggono l’abilità di dosare la giusta quantità di note all’interno delle canzoni e di miscelare diversi strumenti tra loro per ottenere qualcosa di coinvolgente ed estremamente semplice al tempo stesso. Il primo disco dei Jenny Penny Full, "Eos", prodotto da Vaggimal Records in collaborazione con i C+C=Maxigross colloca senza dubbio questi ragazzi tra le migliori realtà del nuovo panorama folk e ambient italiano.

La prima cosa che colpisce ascoltando "Eos" è il senso di quiete che domina tutto il disco: tutto è calmo, i silenzi sono calcolati e la voce di Giulia Vallisari rende tutto leggero ed effimero. L'album può essere inteso come un modo per fuggire dalla frenesia della vita, dall’assenza di riflessione e dalle giornate diventate ormai una sorta di time-lapse infinito e ripetitivo.

I paesaggi evocati dell’album sono quelli del Nord Europa e, cercando di non far caso allo stile vocale ispirato a Björk, Emiliana Torrini e ai Portishead, si nota subito che la voce di Giulia sembri la chiamata di una sirena trasportata dal vento e resa ancora più oscura e affascinante dall'aggiunta di chitarre slide ("Aloud") e arrangiamenti elettronici.
La band riesce a fondere il folk puro a sonorità post rock e trip hop mantenendo comunque una solidità impressionante se si considera che "Eos" è il loro album di debutto.

Si sentono i sottofondi ambient respirare tra le foglie del bosco, il synth trasformarsi in bruma che si rapprende e rende tutto umido regalando al tempo stesso un esaltazione dei profumi e delle sfumature dell’humus e delle creature della foresta. Nella parte più acustica dell’album i Jenny Penny Full sembrano essere stati teletrasportati direttamente dal 1960, dove le loro canzoni fragili, ma al tempo stesso calde come marmellate fatte in casa, avrebbero sicuramente spianato la strada della band verso un successo nella scena pastorale-folk dell’epoca. "Pocket Full of Stones" è un tesoro di piccoli piaceri, un altopiano di sole pieno di campi di lavanda condensato in una canzone e sorprendentemente intersecato da una fitta raffica di basso. In “Of Oceans And Mountains” la voce vellutata e quasi soffiata ricorda tantissimo la timidezza apparente di Lucy Rose. I Jenny Penny Full si denudano, mostrano la pelle bianca e candida ma senza vergogna, e perchè mai dovrebbero? I cambi di ritmo sono studiati alla perfezione, trascinano lo spirito e non si può non ondeggiare o provare a seguire con la voce il bellissimo assolo cantato nel finale.

"Eos" è un album che può dare tanto ma per far si che ciò accada è necessario lasciarsi andare, aprirsi totalmente verso la musica dei Jenny Penny Full e non aver paura di ondeggiare tra momenti di tristezza e ad altri di felicità nel giro di pochi secondi. L'album rivela tutta la nostra instabilità e ci rende vulnerabili alla musica travolgente ma terribilmente familiare della band: grazie a questa perla dei Jenny Penny Full, d'ora in poi sapremo dove rifugiarci per processare e metabolizzare le nostre debolezze e trovare dentro di noi la risposta a tutti i nostri interrogativi.

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La recensione EOS di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-03-23 10:00:00

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