Lunar Love racconta del viaggio cosmico che la musica dei Mop Mop ha percorso per arrivare sulla Terra
Sono passati tre anni dall’ultimo "Isle of Magic" e la mente di Andrea Benini, l’ideatore del collettivo Mop Mop, non ha smesso di evolvere, maturare, viaggiare. Proprio il viaggio è il tema di "Lunar Love": un viaggio spaziale, o per essere più precisi, un viaggio cosmico, perché la linea che separa la natura galattica e quella spirituale, la fantasia e l’allegoria, è così sottile che a volte potrebbe esistere solo nella necessità analitica. I messaggi sono trasmessi tramite codici che collegano l’immaginazione e la realtà.
Si tratta di un viaggio dove il pianeta Terra è la destinazione, non la partenza. La prospettiva è quindi capovolta, gli spielberghiani incontri ravvicinati del terzo tipo, i close encounters della quarta e ultima sezione, sono con gli umani. Alla maniera di Sun Ra, l’esoterismo è capovolto: il pianeta Terra non è la casa sicura, è un luogo strano, ricco, da esplorare e soprattutto da aiutare. Eppure, tra le due sezioni dell’album journey e close enconunters, ci sono awakening e experience. Basta la sequenza per accorgersi come il viaggio, quindi l’attivazione, il movimento, il desiderio, preceda tutto, anche il risveglio, narrativamente e concettualmente. "Lunar Love" diventa così un racconto mistico, alla stregua di "A Love Supreme" di John Coltrane, anche questo diviso in quattro parti. Eppure qui non si tratta di misticismo religioso, ma piuttosto naturale, fatto di amore contemplativo e riflessivo per la Terra e per le relazioni. I frequenti riferimenti ai suoni della natura (il fatto che "Alfa" apra l’album sfoderando campionamenti d’acqua non può passare inosservato) dimostrano l’interesse per la relazione musicale con l’ambiente. Questo interesse non contrasta le atmosfere più oniriche e più cosmiche presenti nell’album, al contrario: l’incontro fra le due dimensioni è proprio ciò che rende questo viaggio aperto a innumerevoli interpretazioni e letture.
I riferimenti musicali, come si è visto, sono ai classici del jazz e della black music, ma l’album è anche un contenitore di influenze provenienti da tutto il mondo: se l’interesse per le musiche africane era palese già nei lavori precedenti, il focus principale qui è per la musica gnawa marocchina. Tra etnicismo e anche blues ("Adhara"), trovano spazio anche digressioni psichedeliche ("Omega") ed elettroniche ("Lunar Love"). Ultimo ma non ultimo, non si può chiudere senza citare la fondamentale collaborazione con Anthony Jospeh: già presente negli album precedenti, si riconferma un portavoce fondamentale per strutturare la musica dei Mop Mop, anche se il primo singolo "Supreme" figura la voce più melodica di Wayne Snow.
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La recensione Lunar Love di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2016-06-27 10:00:00
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