ZEMAN Non abbiamo mai vinto un cazzo 2017 - Punk, New-Wave, Indie

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Gli Zeman tirano fuori un disco pensato per crescere, intraprendono un percorso diverso ma confermano lo spirito frizzante ed energico degli esordi.

"Non abbiamo mai vinto un cazzo" è il titolo dell'attesissimo ritorno degli Zeman, band che aveva già fatto parlare bene di sé nel 2015 con l'uscita del primo full-lenght "Fame". Il titolo è un chiaro riferimento alla carriera dell'allenatore boemo, Zdenek Zeman che, pur non avendo mai conquistato un solo titolo in tanti anni di sport, ha lasciato comunque un ottimo ricordo in tutte le piazze dove è stato protagonista. Il suo bel gioco, basato esclusivamente sullo spettacolo e la tecnica, è stato sempre alla base della sua filosofia, la quale non ha mai previsto la vittoria finale come obiettivo fondamentale da raggiungere. Una linea di pensiero che vuole dimostrare che spesso, nella vita, ci poniamo tanti obiettivi difficili da raggiungere che in qualche modo ci fanno trascurare la bellezza stessa del vivere, l'essenza di ciò che ci fa stare bene.

Il brano d'apertura, "Insoddisfazione" si apre con una simbolica frase ripetuta più volte: "Non ti devi tormentare". Il sound è fresco, assolutamente nuovo, le sfuriate emo-hardcore di "Fame" sono dimenticate e lasciate definitivamente alle spalle. Ne viene fuori un sound estivo, volutamente indie-pop, con testi orecchiabili e semplici ma che nascondono il solito senso di nostalgia dietro la maschera delle sonortà colorite e limpide. Sulla stessa falsariga le successive "Devi farmi solo male" e "Smettila di smettere", quest'ultima con un impianto di base molto british. "Le cose più strane" è il primo pezzo del lotto che ricorda vagamente i vecchi Zeman, sempre con i synth a predominare ma con un'atmosfera vagamente più cupa e malinconica. Atmosfera che ritroviamo ne "La rivoluzione", brano che si culla dietro la leggerezza sonora e con una linea di basso che torna ad emergere prepotente. La chiusura è affidata a "Non ci troveranno", un brano che completa il cerchio ideale disegnato dalla band, dove ritornano la malinconia e la tristezza rabbiosa delle chitarre che sembravano scomparse.

Gli Zeman tirano fuori un disco pensato per crescere, intraprendono un percorso diverso ma confermano lo spirito frizzante ed energico degli esordi. Una piccola vittoria personale e artistica che, come i piccoli successi della vita, va apprezzata e goduta fino in fondo.

 

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La recensione Non abbiamo mai vinto un cazzo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2017-07-06 09:00:00

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